Cari visitatori della Tana,
la scorsa settimana vi ho parlato, sempre per questa rubrica, di alcune cose che non sopporto nei romanzi. Vi avevo detto che mi sarei concentrata soltanto su alcuni elementi nel primo post onde evitare poemi, quindi oggi ho deciso di proporvi nuovamente questa rubrica per parlarvi di altri elementi, soprattutto relativi alla struttura, allo stile e alle ambientazioni, che proprio non sopporto in un romanzo.
I cattivi.
Nei romanzi, soprattutto nei fantasy o paranormal romance o distopici ci sono sempre dei cattivi. Il prblema è che in alcuni romanzi ci sono i cattivi giusto per il gusto di esserlo. Nessuna spiegazione, nessuna approfondimento, questi personaggi spruzzano semplicemente cattiveria da tutti i pori, fanno danni e ci manca solo che nel tempo libero se ne vadano in giro a rubare le caramelle ai bambini solo per fare un dispetto.
I personaggi, soprattutto i cattivi, secondo me hanno sempre bisogno di essere ben disegnati e ben approfonditi, perché sono dell'idea che nessuno fa qualcosa senza un motivo. E' così nella vita reale così dovrebbe essere nei libri.
Le ambientazioni eccessivamente vaghe.Vi è mai capitato di leggere un romanzo ambientato in una determinata città ed avere la sensazione che il romanzo, in realtà, non abbia nessuna ambientazione solida alla base?A me è capitato soprattutto con dei romanzi ambientati nella mia città o in quelli ambientati in città che ho visitato e conosco più o meno bene. Ci sono degli autori che non considerano affatto l'ambientazione, mentre io lo reputo un elemento fondamentale per un buon romanzo. Ogni città ha i suoi colori, i suoi suoni, e se viene citata nel romanzo soltanto per poi sparire, che senso ha? E come se i personaggi se ne andassero in giro in un grande, immenso vuoto.Invece mi fa piacere ritrovare le descrizioni dei luoghi, i nomi delle vie, i musei. Insomma, mi piace il fatto che un'autore curi bene la sua ambientazione e riesca a farla percepire al lettore, soprattutto quando si tratta di ambientazioni reali.
La mia reazione all'info-dump
Ossia quelle spiegazioni assurde che interrompono la narrazione e anche qui, fanno perdere il filo al lettore.Capita infatti che un autore menzioni qualcosa come un personaggio, un luogo, uno sport, un gioco ed interrompa una scena per spiegare il suo riferimento.Mi è capitato, ed esempio, di leggere un romanzo in cui i personaggi cominciavano a giocare a golf, e l'autore aveva interrotto una scena intera per spiegare le origini di quel gioco e le regole. O ancora, un altro che aveva ambientato il suo romanzo in Pennsylvania e per più di una pagina si era soffermato a descrivere il territorio con tanto di dettagli sui boschi e sui laghi, ma anche sui confini e le tradizioni. Se leggo un romanzo voglio leggere una storia, non una ricerca di geografia o sullo sport copiata da Wikipedia!Periodi intricati, milioni di virgole e un centinaio di congiuntivi e condizionali.In pratica, uno stile troppo artificioso e costruito.I periodi troppo complicati, con troppe proposizioni dipendenti, mi confondono. Perdo quasi sempre il filo della narrazione e preferisco di gran lunga i periodi più semplici. Meglio qualche periodo in più piuttosto che uno lungo dodici righe, che mi ricorda tanto le versioni di Cicerone che traducevo al liceo - e che mi mettono paura, di conseguenza.
Le traduzioni poco accurate.
Mi è capitato spesso, soprattutto nei romanzi tradotti dall'inglese, di incontrare alcuni passi di romanzi tradotte in maniera improponibile.L'inglese ormai è una lingua talmente diffusa che questi problemi non dovrebbero nemmeno sussistere, eppure spesso mi capita ancora di leggere delle traduzioni poco curate.L'ultimo esempio, proprio in un romanzo che sto leggendo in questo periodo, per quanto riguarda l'Homecoming in una scuola.Chiunque abbia avuto a che fare con dei romanzi di autori americani che trattando di teenager o anche semplicemente con dei telefilm sa che l'Homecoming è un ballo scolastico che si tiene all'inizio della stagione sportiva. Ebbene, in questo libro una ragazza era indicata come la reginetta DI Homecoming, come se si trattasse di un luogo. Mi dispiace, ma proprio non ce la faccio a sopportare queste cose!Ma se proprio c'è una cosa che non sopporto nei romanzi e che mi fa venire l'orticaria peggio di tutti gli elementi che ho elencato fino ad ora, sono gli errori grammaticali e sintattici.Io non mi reputo un'esperta di lingua italiana e non sono un'editor né una scrittrice, ma un po' d'italiano lo conosco e caspiterina, mi aspetto che gli scrittori per definirsi tali lo conoscano anche loro, così come i loro editor.
No, decisamente non sopporto gli strafalcioni grammaticali!
Purtroppo gli errori grammaticali proliferano spesso nei romanzi, di qualsiasi genere si tratti. I verbi sono coniugati in modi assurdi, non esiste consecutio temporum, le virgole cadono come se sparate da un impianto a pioggia.La storia, bella per quanto mai, perde moltissimo, soprattutto se questi errori si ripetono e non si tratta di una semplice svista.Mi capita di perdonare spesso qualche errore agli autori emergenti autopubblicati, ma quando un romanzo è curato da un editore credo ce l'attenzione a questi elementi sia fondamentale!