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Robag Wruhme – Thora Vukk recensione di G.N

Creato il 10 giugno 2013 da Wsf

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Anno di uscita: 2011TRACKLIST:
1. Wupp Dek
2. Thora Vukk
3. Brücke Eins
4. Bommsen Böff
5. Brücke Zwei
6. Pnom Gobal
7. Brücke Drei
8. Tulpa Ovi
9. Brücke Vier
10. Prognosen Bomm
11. Brücke Fünf
12. EndeGenere:Minimal Techno/HouseLine Up:Robag WruhmeLabel: PampaNotte fonda. Buio. Nessun sintomo di stanchezza. Mente ordinata e libera da ogni pensiero.
A tutto questo aggiungete la Musica di Robag Wruhme, e passate una delle notti più belle della vostra vita.Esatto, sono questi gli ingredienti per gustare il nuovo album di Robag Wruhme, astro nascente dell’elettronica, intitolato “Thora Vukk” e uscito nel 2011. Campionamenti su campionamenti formano dodici sequenze musicali ricchissime di intimità e relax.
Beat ossessivi e ripetitivi dominano tutto il disco, quasi a segnare ogni passo dell’evoluzione del brano di turno, a volte anche tribali (come nel caso della title-track). Sottili e minimali, i beat sono forse il punto di forza dell’artista, quasi mai interrotti e arricchiti di volta in volta con grande maestria dal musicista. Sembra quasi che con questo ti po di percussioni Wruhme riesca a creare bellissime sensazioni di vuoto dentro l’ascoltatore; inoltre compaiono molti altri strumenti ad arricchire il quadro sonoro, suonati molto leggermente e sapientemente.Ottimo per liberare la mente, magari di sera, “Thora Vukk” dimostra come un album di musica elettronica possa essere così delicato e nello stesso tempo coinvolgente. Ogni brano è un viaggio che inizia e non finisce mai; vuoi per la sofficità con cui entra, oppure per le atmosfere quasi da film horror (si veda l’intro della title-track).Sicuramente “Thora Vukk” è un’opera che va ascoltata con pazienza e, sembra superfluo aggiungerlo, in solitudine. Non si tratta di uno di quei dischi che ti porta in una dimensione parallela, ma riesce a limitare il reale, giocando tutto sulla carta dell’ipnotismo, idea che funziona alla grande. Un altro punto a favore è sicuramente il fatto che non richiede tanta attenzione, giocando il ruolo di disco d’atmosfera: quella verrà da sé. Non ci sono difetti notevoli, e anche il minutaggio non è affatto ostile. L’ascolto richiede solo tre quarti d’ora scarsi, e questo riesce a consacrare l’album tra i migliori lavori elettronici dell’anno.Robag Wruhme fa così la sua (ri)comparsa nel mondo della musica, in punta di piedi, stupendo l’ascoltatore minuto per minuto, nota per nota.
E intanto a fine ascolto non capiremo più nulla. Proveremo solo una forte sensazione di benessere e di calma.

Voto: 85/100

G.N: http://hallwaysofalwaysi.blogspot.it/

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