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Robert Jordan: L’Occhio del Mondo. Capitoli 1-4

Creato il 20 novembre 2014 da Martinaframmartino

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Il primo (e fino a ieri unico) articolo con il tag Robert Jordan rilettura è datato 24 ottobre. Ho impiegato giusto un po’ di tempo per uscire dal prologo, vediamo se ora riesco ad andare un po’ più in fretta.

Finito il prologo, e prima dell’inizio del romanzo, ci sono due brevi testi. Uno catastrofico, che ci dice che la Frattura è stata causata dal Drago, e uno pieno di speranza, che ci dice che il Drago protegge gli uomini dalle tenebre. Apparentemente sono inconciliabili, perciò qual è quello giusto?

Fino a gennaio del 2013 io non potevo avere alcuna certezza, ovviamente, ma nel corso degli anni ho fatto le mie ipotesi. Ipotesi basate su questi soli passaggi, non su quanto ho letto in seguito. I brani sono stati scritti nell’Epoca Quarta. Il dettaglio non è da poco, visto che i romanzi sono ambientati alla fine dell’Epoca Terza, come sappiamo dalla prima frase del primo capitolo dell’Occhio del Mondo. Se c’è ancora qualcuno vivo nell’Epoca Quarta per scrivere quelle due opere, anche se non sappiamo i nomi di chi le ha scritte, allora il genere umano è sopravvissuto allo scontro con il Tenebroso e i buoni hanno vinto. Non abbiamo idea di chi possa essere morto nel conflitto, ma il Tenebroso è stato sconfitto. Sembra difficile ricordarsi di questi pensieri nei momenti più cupi della saga, ma i buoni vincono, anche se non è detto che sopravvivano. Quanto alla Frattura del Mondo… chi ci dice che il brano riportato parli della fine dell’Epoca Terza? Lews Therin Telamon, il Drago, ha causato (suo malgrado) la Frattura del Mondo, e quelle frasi possono riferirsi agli eventi che portano alla fine dell’Epoca Seconda e non dell’Epoca Terza. Per anni mi sono aggrappata a quest’interpretazione, ora passo le considerazioni a voi.

Con il primo capitolo inizia davvero la storia. Della frase iniziale non parlo più, l’ho già fatto qui: http://librolandia.wordpress.com/2014/10/30/robert-jordan-il-tempo-nella-ruota-del-tempo/.

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La Ruota del Tempo inizia con calma, con due persone che viaggiano su una strada deserta. I Myrddraal (ma forse in futuro li chiamerò Fade perché è un nome più facile da scrivere) discendono direttamente dai Nazgûl di J.R.R. Tolkien, e questo riferimento probabilmente lo abbiamo visto tutti fin dal primo istante, anche se Il signore degli anelli inizia con un compleanno. Chi si trova su una strada deserta è Flick Ohmsford nella Spada di Shannara di Terry Brooks, ma questo credo che sia solo un caso. L’unico autore a cui Jordan ha deliberatamente reso omaggio, per sua stessa ammissione, è Tolkien.

Jordan voleva donare al lettore una sensazione di familiarità, l’impressione di trovarsi in situazioni note, in modo da farlo rilassare prima di sconvolgerlo con quello che lui intendeva fare. E quindi il piccolo villaggio, i trolloc, i cavalieri neri, la fuga, il mago (anche se qui è una donna), il prode guerriero e la compagnia che si scioglie discendono tutti da Tolkien. C’è qualche altro riferimento, se me ne ricorderò lo sottolineerò quando ci arriverò, ma Tolkien è in questo.

Allora cosa c’è di nuovo? La cosa più evidente è il mondo, molto più vasto di quello del Signore degli Anelli. Lo so che Tolkien ha scritto pure il Silmarillion, ma la storia di Frodo e compagni sta in piedi anche senza Silmarillion ed è la sua storia il punto di riferimento per Jordan, non l’altra. E comunque secondo me il mondo di Jordan è più complesso di quello di Tolkien. Nella Ruota del Tempo si inizia a vedere davvero la vastità del mondo dal quarto romanzo, L’ascesa dell’Ombra, se non ci siete ancora arrivati è qualcosa che non potete giudicare.

Poi c’è la politica. In Tolkien sappiamo benissimo che Sauron è il Male e va combattuto, così come va combattuto il Tenebroso. Tolkien mette nella sua storia il traditore Saruman, l’ingannato Theoden e il folle Denethor, ci sono personaggi con cui è difficile sapere come rapportarsi, ma questo per Jordan è vero all’ennesima potenza. Gli Amici delle Tenebre non hanno nulla che permetta di distinguerli a prima vista, e a volte ci fidiamo di loro salvo poi ricevere la classica coltellata nella schiena.

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L’importanza delle donne. Tolkien ha dato uno spazio minimo alle sue fanciulle, Galadriel, Eowyn e Arwen. Jordan, solo nell’Occhio del Mondo, porta sulla scena figure che saranno importantissime per la trama come Egwene, Nynaeve, Moiraine, Min, Elayne, Morgase ed Elaida, e altre ne arriveranno in futuro. Del resto, come ha raccontato Robert, una delle ispirazioni per La Ruota del Tempo gli è venuta da un romanzo in cui a una donna, per il solo fatto di essere donna, veniva impedito di frequentare una scuola di magia. Lui ci ha riflettuto e ha deciso di ribaltare la situazione, facendo in modo che agli uomini venisse impedito di diventare maghi a causa del loro sesso. Da qui la Frattura del Mondo e tutto quello che ne consegue. Ne ho parlato in modo molto più dettagliato (sono nove pagine!) nel settimo numero di Effemme, nell’articolo La Ruota del Tempo: magia per sole donne. (I link sono il primo alla versione ebook di Effemme 7 visto che la versione cartacea è esaurita, e il secondo all’intera collana in versione cartacea di cui però sono esauriti ben quattro numeri. Il link per la collana in versione ebook si trova più in basso).

Già che ci sono ricordo che Jordan è partito anche dal voler narrare la storia di un personaggio comune che improvvisamente scopre che il suo destino è quello di dover salvare il mondo e che ha riassunto la saga nell’espressione “Scontro di culture, mondi che cambiano, affrontare i problemi”. Per queste cose potete trovare un mio articolo qui: http://librolandia.wordpress.com/2012/09/25/robert-jordan-la-biografia/.

Ma vi rendete conto di quanto ho scritto senza neppure iniziare il romanzo? E a queste parole dobbiamo aggiungere i due articoli sul tempo nella Ruota del Tempo e sull’Unico Potere e gli elementi che ho pubblicato dopo aver commentato il prologo. E io dovrei commentare 14 romanzi? Per quanti anni siete disposti a leggermi? Va bene, taglio corto e torno al romanzo.

Robert Jordan: L’Occhio del Mondo. Capitoli 1-4
Strada deserta, due persone in cammino, un tizio inquietante, è ovvio che nasceranno guai. La storia inizia con calma, per il momento Jordan sta solo mettendo a posto le sue pedine. Sugli inizi dei romanzi ha scritto un interessante articolo Brian Staveley, lo potete trovare in inglese qui: https://bstaveley.wordpress.com/2013/03/26/shakira-and-usher-hate-tolkien-opening-sentences-in-fantasy/. Capito ora perché sono curiosa di leggere il suo Le spade dell’imperatore, appena pubblicato da Gargoyle? Il ragazzo dimostra di avere cervello, ora bisogna vedere se sa anche scrivere. Ci sono tanti piccoli elementi di contorno su cui non mi soffermo, sono cose che per me hanno reso viva la scena ma che per ora non sono importanti: Kari, la mamma di Rand, il Vuoto, alcuni paesani che rimarranno semplici comprimari e altri dettagli ancora. In mezzo a tutto questo vengono presentati alcuni protagonisti a partire da Rand, Tam e Mat. Informazioni varie sul Tenebroso e i Reietti, più come mito che come vicenda reale, e ogni volta mi chiedo quanti di questi miti diverranno realtà nel corso delle pagine, e poi si va avanti con chiacchiere normali che non ripeto altrimenti davvero non smetto più di scrivere. Fra i dettagli noto il mantello di Lan, i corvi, l’età e l’anello di Moiraine, e riporto una frase, Le persone portano molti nomi, molte facce, che acquisterà significato più avanti.

Nel secondo capitolo arriva Perrin, e abbiamo le prime voci sul falso Drago Logain portate da Padan Fain. Lo so, qui il nome non viene detto, ma se il nome non è significativo per le sorprese della trama non mi faccio problemi ad anticiparlo. Con i Draghi si parla anche dell’unico Potere, quando la storia non è concitata Jordan ci fornisce parecchie informazioni. Sulla scena arrivano Nynaeve ed Egwene, per Thom dobbiamo aspettare il quarto capitolo. Thom ci sorprende dicendoci che Rand sembra un Aiel, come se questa frase potesse dirci qualcosa, e inizia a incantare gli ascoltatori con le storie che conosce. Storie che forse in una forma un po’ diversa conosciamo anche noi, e in questo caso vi rimando a un altro mio breve (8 pagine) articolo per il sesto numero di Effemme, Un solo mondo, mondi diversi per Robert Jordan, in cui spiego fra l’altro da dove nascano le storie di Thom e perché il mondo della Ruota è anche il nostro in un’altra Era.

Con le presentazioni fatte e le pedine messe in posizione Rand e Tam tornano a casa per una notte tranquilla prima della festa imminente, ma di questo parlerò un’altra volta.

Sotto la foto (e nell’altra pagina) spoiler da Memoria di Luce.

A Memory of Light: una conclusione per La Ruota del Tempo

Comincio con la frase del primo capitolo che ho citato più in su: Le persone portano molti nomi, molte facce. Per molto tempo se me la fossi ricordata avrei pensato solo a Rand/Lews Therin, ma Rand cambia volto anche alla fine di Memoria di Luce, prendendo quello di Elan Morin Tedronai/Moridin/Ishamael. Davvero molte facce, con la Ruota che gira e che ci ricorda che nel primo romanzo Robert Jordan ci aveva già raccontato la conclusione della saga. E, a proposito di accenni ad eventi futuri, avete notato che Mat è interessato alle battaglie? Sono piccoli dettagli, ma che ci fanno vedere cosa i protagonisti faranno in futuro, anche se al momento al lettore possono sembrare solo tocchi di colore. Come i finti Mastini infernali, che all’inizio riteniamo qualcosa di leggendario e che poi tornano più volte nella saga.

La cosa che più mi interessa qui, però, sono i brani sul Drago, le citazioni poste in apertura dell’Occhio del Mondo, fra il prologo e il primo capitolo. La prima, quella proveniente da La Frattura del Mondo, si trova all’inizio di Memoria di Luce, a pagina 9. È una visione drammatica, come drammatico è il libro. Parla di un mondo lacerato e dei vivi che invidiano i morti. Ho riconosciuto le parole appena le ho lette, mi sa che le avevo lette un bel po’ di volte fra il 1992, anno in cui ho scoperto La Ruota del Tempo, e il 2013, anno in cui sono arrivata alla sua conclusione.

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La seconda citazione, quella che invoca la venuta del Drago e che proviene dal Ciclo del Drago, si trova in fondo, a pagina 1156. Fai che il Drago cavalchi ancora in vento del tempo, quante volte ho usato questa frase in un articolo? Mi sa che è seconda solo a La Ruota del Tempo gira… Questa comunque è una citazione di speranza, di gioia, ed è posta in fondo al libro. Per quattordici romanzi abbiamo temuto quello che sarebbe potuto accadere, siamo stati schiacciati dal peso di della prima frase. quella che si riferisce alla fine della Seconda Era e non della Terza, ma la vera conclusione della storia di Rand è l’altra, ed è pura gioia. Nonostante chi non ce l’ha fatta è gioia, con le piante che crescono e le valli che producono agnelli, e se l’immagine ha un sapore bucolico è proprio quello che serve dopo tutto quello che c’è stato.

Memoria di Luce è racchiuso nelle citazioni iniziali dell’Occhio del Mondo. La Ruota del Tempo gira e si conferma ancora una volta un’opera dalla struttura circolare e perfetta. È un vero peccato che Robert Jordan non sia riuscito a concludere personalmente la sua saga, ma se un Paradiso esiste il Creatore sa che noi gli saremo sempre grati per quello che ha fatto.



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