The founder of one of the most prestigious brands in the world has died.
Roberta di Camerino, vero nome Giuliana Coen Camerino, è morta all’età di 90 anni, all’ospedale civile di Venezia. Si era sentita male mentre era bordo della sua barca, in Istria. Stilista e creatrice di moda già dal secondo dopoguerra, il suo nome è diventato un marchio conosciuto a li

Noto in tutto il mondo il logo dell’azienda intitolata alla figlia di Giuliana, Roberta, con sede in Calle della Testa, a Venezia: una cintura intrecciata a formare una lettera “r” maiuscola. La maison è conosciuta per la produzione di accessori e abiti d’alta moda, in particolare, tailleur con motivi di stile trompe-l’œil, cinte, foulard e borse in velluto a comparti verdi, rossi e blu, ricamate in oro e a stemmi.
Il suo capolavoro resta, comunque, la Bagonghi, nome con cui venivano appellati i nani del circo ai quali raccontava di essersi ispirata per creare questo accessorio must nel periodo trascorso in Svizzera durante gli anni del secondo conflitto mondiale, dove la famiglia aveva trovato rifugio dalle persecuzioni fasciste.
Di nuovo in Veneto nel 1945, ha aperto un piccolo laboratorio nell’Istituto di rieducazione situato alle Zitelle, così da utilizzare il lavoro sartoriale come mezzo per il recupero e il reinserimento di ragazze emarginate.
Del 1963, invece, la prima sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, a Firenze. Si arriva così agli anni Settanta che per Roberta di Camerino sono segnati dalla conquista di tanti attestati di lode e soprattutto da un accordo commerciale con il colosso Mitsubishi Corporation per l’esclusiva in Giappone delle linee aziendali. Alla fine decennio il volume d’affari della casa di moda veneziana ammontava a dodici miliardi di lire. Nella decade successiva, il Whitney Museum of America Art ha dedicato a Roberta di Camerino una retrospettiva con i suoi disegni. Nel 1981 la stilista è stata autrice, insieme al giornalista Marco Mascardi, di una autobiografia intitolata “R come Roberta”, pubblicata da Mondadori.
Il consolidamento dell’accordo con Mitsubishi Corporation ha portato negli stessi anni alla nascita, a Tokyo, della Roberta di Camerino Far East, destinata ad operare per una diffusione del marchio nell’intera area del sud-est asiatico. Per il cinquantenario della fondazione della griffe, nel 1995 nella Galleria d’Arte Mancini di Pesaro è stata dedicata alla stilista una retrospettiva che, attraverso le borse esposte, ripercorreva l’intera carriera della di Camerino. Nello stesso anno è stata inaugurata alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti la donazione Roberta di Camerino: una raccolta di abiti e accessori entrati a far parte della storia della moda italiana fra gli anni Sessanta e Settanta. Nel 2001 è nata, invece, la Fondazione Roberta di Camerino, organizzazione no profit di diritto svizzero con l’obiettivo di offrire l’accesso ai propri archivi ad università, accademie e istituti che svolgono corsi di stile nella moda e di design e costume. A giugno 2008 il brand è stato acquisito dal colosso Sixty Group di Vicky Hassan e Renato Rossi.
Giovedì si terranno i funerali nel ghetto veneziano, poi la salma verrà tumulata nel cimitero ebraico del Lido.
“Apprendo con dolore della scomparsa di Giuliana Camerino – ha commentato il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni – amica e grande imprenditrice veneziana. Esprimo il cordoglio personale e quello dell’intera amministrazione perchè scompare una figura importante per Venezia, figura di cui questa città sentirà la mancanza. Stilista, creativa, imprenditrice, Giuliana ha contribuito a diffondere il nome di Venezia e del made in Italy in tutto il mondo. Rivolgendo un abbraccio ai figli e a tutta la famiglia, saluto Giuliana con affetto”.