Roberto Baggio lascia il settore tecnico Figc

Creato il 24 gennaio 2013 da Molipier @pier78

Il calcio come la politica, in Italia funziona così. Roberto Baggio, uno dei simboli del calcio italiano, nominato presidente del settore tecnico Figc, ha deciso di rassegnare le dimissioni dal proprio ruolo. Baggio, che ricopriva l’incarico dal 4 agosto 2010, non è mai stato messo nella condizione di lavorare e così ha preferito farsi da parte.

Nel suo gesto non va vista solo una sorta polemica per come funzionino le cose nello sport e, più in generale, nel nostro paese ma io ci vedo il meraviglioso gesto di un campione che, ancora una volta, lascia incantati con la sua eleganza. Proprio come quando calciava il pallone. Proprio come quando disegnava le sue traiettorie perfette. Rassegnare le dimissioni è un atto di grande umiltà, di grande coraggio e, soprattutto, di grande onestà. Caratteristiche che mancano in tutti vertici, sportivi e politici.

Al TG1, Roberto Baggio ha spiegato:

Ho provato a esercitare il ruolo che mi era stato affidato, non mi è stato consentito e non sono più disposto ad andare avanti. Ho lavorato per rinnovare la formazione dalle fondamenta, creare buoni calciatori e buone persone. Ho presentato il mio progetto nel dicembre 2011, 900 pagine, ed è rimasto lettera morta. Non amo occupare le poltrone, ma fare le cose, quindi a malincuore ho deciso di lasciare”. A chi fa notare che non ha partecipato in maniera assidua alle riunioni del Consiglio federale, replica: “Come presidente del settore tecnico non avevo diritto di voto e non aveva senso andare alle riunioni in cui si parlava di argomenti che non avevano alcun collegamento con il mio lavoro. Faccio un esempio, quando ho presentato il programma ho fatto cinque ore di anticamera per essere ricevuto poco più di 15′ per presentare il progetto al quale avevano lavorato circa cinquanta persone.

Una squadra che può vantare un talento come Baggio deve permettergli di esprimersi come meglio sa fare, senza pensare di poterlo lasciare seduto in poltrona. Se il nome serviva solo a far riacquistare un minimo di credibilità alla Federazione, hanno sbagliato persona. Roberto, nella sua favolosa carriera, ha sempre messo nome e faccia, pagando sulla sua pelle i turbamenti degli antagonisti, gelosi dell’amore incondizionato dei suoi sostenitori.

Io che di Baggio sono sempre stato tifoso, ritenevo un errore, da parte sua, accettare quell’incarico perché, nonostante tutte le promesse, non gli avrebbero mai dato il giusto valore. Speravo di sbagliare ma, evidentemente, a giudicare da come sono andate le cose non sbagliavo. Sono tanti quelli che dovrebbero prendere esempio da Baggio.

Perdere un uomo come lui sarà una bella punizione contro la Figc. E se dovesse essere lui a calciarla, sappiamo tutti quale sarà l’esito.


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