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Roberto Fasoli, elezioni per il sindaco di Verona

Creato il 27 settembre 2011 da Leone_antonino @AntoniLeone
Roberto Fasoli, elezioni per il sindaco di VeronaDopo l’intervista ai consiglieri regionali Gustavo Franchetto dell’Idv e di Franco Bonfante del PD ho intervistato Roberto Fasoli, consigliere regionale del PD, sulle prossime elezioni amministrative a Verona. I contributi dei consiglieri regionali scaligeri Franchetto, Bonfante e Fasoli sono molto interessanti e  complementari in rapporto al prossimo appuntamento elettorale di Verona.
Un programma dei partiti del centro-sinistra sottoposto al giudizio degli elettori è una condizione sufficiente per vincere la competizione elettorale amministrativa del prossimo anno a Verona?E’ una condizione necessaria ma non sufficiente. Serve un’idea di città da contrapporre al centro-destra. Serve un candidatura autorevole che sappia raccogliere consenso e fiducia e serve, infine, una forte azione dal basso condotta in modo unitario senza privilegiare i particolarismi. Le priorità devono essere poche, chiare e concrete. I cittadini non sopportano più i discorsi confusi e devono potersi fidare dei loro rappresentanti i quali, a loro volta, devono dimostrare con i loro comportamenti di considerare la politica come un servizio al bene comune. Servono competenza e serietà.
Il centro-destra ha fatto una serie di annunci e di promesse ma ha concretizzato ben poco ed il suo sindaco-immagine, Tosi, è molto più presente sui media nazionali che in Consiglio comunale. Ormai ha assunto il ruolo di politico nazionale tradendo il mandato che i cittadini gli avevano affidato in cambio di una promessa di presenza e interesse costante per Verona. Verona è diventata invece per Tosi un trampolino di lancio per giocare un ruolo a livello nazionale e di ciò ormai non si fa più mistero ed ogni giorno che passa diventa sempre più evidente.
Si vocifera della sua candidatura a Sindaco alle elezioni amministrative del comune di Verona. La notizia è vera? Le candidature devono essere costruite con prudenza e serietà ed essere frutto di una vera convergenza. Devono soprattutto avere un ampio consenso dei cittadini sia in fase di elezioni primarie, indispensabili, sia, soprattutto, nel momento delle elezioni. In nessuna sede formale si è mai avanzata la mia candidatura. Che alcuni lo pensino non può che fare piacere a livello personale, ma io oggi ho scelto di fare il consigliere regionale e sono stato votato da oltre 9000 persone alle quali devo rispetto e gratitudine per la fiducia concessami. Rimango molto legato alla mia città ma il mio impegno è di fare una cosa alla volta e di cercare di farla al meglio. Chi si candiderà a sindaco di Verona, ruolo molto diverso da quello di consigliere, deve impegnarsi a rimanere al suo posto in Consiglio anche in caso di sconfitta e deve essere un punto di riferimento per l’azione della minoranza in città. Non possiamo candidare persone che finita la campagna elettorale tornino alle loro attività lasciando il gruppo consigliere senza un punto di riferimento forte.
In un momento in cui la credibilità dei partiti è bassa quali possono essere gli effetti di un candidato sindaco del centro-sinistra che rappresenti la nomenclatura dei partiti? Io penso che sia possibile trovare a Verona una persona, uomo o donna, che sia in grado di raccogliere un vasto consenso senza dover ricorrere a candidature troppo connotate in termini di appartenenza partitica. Non ho alcun pregiudizio ma bisogna evitare di proporre persone che partano svantaggiate nella corsa alla elezione per vicende legate alle stagioni politiche precedenti. Se non ci dovesse essere una grande personalità capace di raccogliere un consenso vasto e indiscusso è consigliabile attingere alle risorse della società civile in grado di rappresentare un elemento di novità. E’ bene però essere chiari fin da subito. Nessun viaggio premio e nessuna compensazione per chi accetta di mettersi in gioco. Un sostegno forte, leale e convinto a fronte di un impegno a restare in
Consiglio per consolidare il lavoro fatto.
Il centro-sinistra veronese ha bisogno di intercettare l'elettorato moderato per vincere le elezioni amministrative di Verona? In che modo può riuscire in questa impresa ardua? La situazione politica è in grande fermento e nessuno può sapere cosa potrà succedere nei prossimi mesi. L’alleanza tra Lega e PDL è sempre più precaria e il sindaco Tosi, tra i primi, ha fiutato l’aria mettendo in discussione apertamente la leadership di Berlusconi arrivando a criticare in modo netto la recente manovra economica, chiedendo al premier un passo indietro per il bene del Paese. Da qui alle elezioni amministrative può succedere di tutto, compresa la caduta, auspicabile e necessaria, del Governo Berlusconi con la possibilità di elezioni politiche anticipate. Ciò cambierebbe lo scenario obbligando anche il centro ad una scelta di campo. I partiti di centro sono chiamati a scegliere tra due proposte politiche. Noi pensiamo che oggi sia percorribile un’alleanza se nessuno alza barriere ideologiche preconcette e se si assumono con chiarezza alcune priorità accettando le mediazioni necessarie. A livello nazionale un’alleanza tra il centro-sinistra e il centro porterebbe ad una vittoria sicura e a Verona, in caso di precipitazione della crisi con scenari che si potrebbero modificare radicalmente, potrebbe mettere un po’ di pepe in una competizione che tutti i commentatori pensano che Tosi sia destinato a vincere a mani basse. Le recenti elezioni amministrative hanno dimostrato che le sorprese sono all’ordine del giorno e si sa che le prossime amministrative si svolgeranno in primavera, in periodo pasquale, in tempo di sorprese appunto.

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