Sapete, non c'è niente di meglio che delle buone guide per invogliare le menti alla ricerca. E Saviano può essere una buona guida per i giovani fintanto che resta un tramite, un trampolino che permette di passare da lui ad altri autori, altri stili, altri pensieri. Perché così funziona la trasmissione delle idee. E per quanto criticabile sia il modello Saviano, esso è di gran lunga superiore rispetto a moltissimi altri modelli ad alta esposizione mediatica che ci sono in questo paese. I giovani che leggono o ascoltano Saviano trovano il primo referente che li indirizza, senza il gravame dell'imposizione scolastica e/o familiare, verso altri pensieri, altri libri, altri cantanti, altri artisti. E queste nuove scoperte, poi, rimanderanno ad altre, e ad altre ancora, addirittura (a volte capita) per ritornare al punto di partenza, magari per criticarlo, ignorarlo, e passare oltre. Per "uccidere" i padri occorre un esercizio autodidattico. Ogni generazione fa i conti con quel passa e che sfugge ai modelli prestabiliti dalle generazioni precedenti. Che tutto sia un cerchio ce ne accorgiamo poi, quando proviamo o a diventare, malgré nous, dei modelli noi stessi; oppure quando ne proponiamo altri, come riflesso inesatto della nostra immagine. La nostra vocazione pedagogica ha il limite di essere interessata alla propagazione delle nostre ragioni. Per questo è necessaria la fine di ogni pedagogia: per lasciare liberi gli altri di diventare ciò che noi non abbiamo potuto essere. Che la si smetta di rinfacciarsi tra generazioni il fallimento di essere umani.
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Sapete, non c'è niente di meglio che delle buone guide per invogliare le menti alla ricerca. E Saviano può essere una buona guida per i giovani fintanto che resta un tramite, un trampolino che permette di passare da lui ad altri autori, altri stili, altri pensieri. Perché così funziona la trasmissione delle idee. E per quanto criticabile sia il modello Saviano, esso è di gran lunga superiore rispetto a moltissimi altri modelli ad alta esposizione mediatica che ci sono in questo paese. I giovani che leggono o ascoltano Saviano trovano il primo referente che li indirizza, senza il gravame dell'imposizione scolastica e/o familiare, verso altri pensieri, altri libri, altri cantanti, altri artisti. E queste nuove scoperte, poi, rimanderanno ad altre, e ad altre ancora, addirittura (a volte capita) per ritornare al punto di partenza, magari per criticarlo, ignorarlo, e passare oltre. Per "uccidere" i padri occorre un esercizio autodidattico. Ogni generazione fa i conti con quel passa e che sfugge ai modelli prestabiliti dalle generazioni precedenti. Che tutto sia un cerchio ce ne accorgiamo poi, quando proviamo o a diventare, malgré nous, dei modelli noi stessi; oppure quando ne proponiamo altri, come riflesso inesatto della nostra immagine. La nostra vocazione pedagogica ha il limite di essere interessata alla propagazione delle nostre ragioni. Per questo è necessaria la fine di ogni pedagogia: per lasciare liberi gli altri di diventare ciò che noi non abbiamo potuto essere. Che la si smetta di rinfacciarsi tra generazioni il fallimento di essere umani.
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