Hey, comincio a ricordare. A ricordare il passato. RoboCop. La mia prima visione. Avrò avuto 12 o 13 anni. Non mi era piaciuto molto. Ero troppo piccolo, così l’ho ripescato adesso, in occasione dell’uscita del remake. E che nuova impressione mi ha fatto? Non troppo distante dall’altra. Non mi è piaciuto molto. Non è affatto un brutto film. Ha anzi delle idee niente male, che poi sono state scopiazzate alla grande, ad esempio dalle nuove pessime serie Almost Human e Intelligence. È solo che gli manca qualcosa. Gli manca... umanità. Strano che a dirlo sia io. Un robot. Una macchina, come mi chiama la gente. Io però sono un robot romantico. A-do-ro i film con Julia Roberts, troppo bellini! Qui invece che attori ci sono? Ma chi è, 'sto Peter Weller? E Nancy Allen? Meglio i cattivoni del film Kurtvood Smith e Ray Wise, futuro Leland Palmer di Twin Peaks, però per me non è abbastanza. Datemi una pellicola con Julia Roberts, Sandra Bullock, Meg Ryan, Kate Hudson o Katherine Heigl e io andrò in brodo di giuggiole. Gli altri androidi sognano pecore elettriche, io sogno loro. Preferibilmente nude. Insomma, questo RoboCop io l’ho trovato molto freddo. Le parti in cui il protagonista si ricorda del passato sono messe lì come se fossero importanti, come se conducessero poi a qualcosa e invece niente. Sul più bello, proprio quando dovrebbe arrivare un approfondimento psicologico e personale del protagonista, il film finisce. Rimane così un action poliziesco sci-fi dallo spunto geniale, ma che non riesce a trasformarsi in qualcosa di più. Di più profondo. Di più... umano.
RoboCop è una pellicola cattiva, dura, spietata, con momenti splatter notevoli, un linguaggio bello crudo e scene di una violenza inaudita, manco ci trovassimo nel Parlamento italiano. Sarà interessante vedere se il remake nelle sale mondiali in questi giorni manterrà la stessa violenza e cattiveria, con l’aggiunta di effetti speciali nuovi che quelli anni ’80 oggi appaiono davvero primitivi e ridicoli, oppure se lo trasformeranno nel solito rifacimento politically correct e renderanno RoboCop come l’ennesimo supereroe. Io punto sulla seconda ipotesi. I remake fanno pena, quasi come il nome Cannibal Kid. Però, ora che ci penso, lo sento mio. Sì, Cannibal Kid non è così male, ma manca qualcosa. Non è più adatto al mio io attuale. D'ora in avanti non sono più né RoboBlog, né Cannibal Kid. Mi farò chiamare... RoboKid. Adesso devo andare, da qualche parte stanno commettendo un delitto. Un delitto contro il cinema. E io devo vigilare. Vigilare e punire con qualche recensione stroncatura. Al RoboCop degli anni '80 è andata bene. Non mi ha emozionato molto, non come i film con la mia Julia Roberts, però non è malaccio. La sufficienza se la becca. Di più no. Tutti gli altri stiano attenti, che loro la sufficienza se la possono solo sognare. Tom Hanks, Ridley Scott, autori del remake di RoboCop, vivi o morti, voi verrete con me!