Magazine Cinema

Robocop

Creato il 11 marzo 2014 da Misterjamesford
RobocopRegia: Josè PadilhaOrigine: USA, BrasileAnno: 2014Durata: 117'
La trama (con parole mie): in un futuro prossimo, nel cuore di una Detroit soggiogata dalla corruzione e dalle corporazioni, il solerte detective Alex Murphy indaga con il partner Lewis mettendo a nudo i problemi della polizia, tanto da essere prima minacciato e dunque tolto di mezzo grazie ad un attentato. Raymond Sellars, proprietario della Omnicorp da tempo in trattativa con il governo USA rispetto all'utilizzo di robot per la sicurezza sul suolo americano, coglie l'occasione al volo e grazie al supporto del geniale Dottor Norton dai resti di Murphy permette sia creato Robocop, un nuovo agente cyborg che unisca alla precisione della macchina il fattore umano fondamentale perchè possa essere accettato dall'opinione pubblica.L'ex detective, praticamente risorto all'interno di un corpo che non riconosce come il suo, non dimenticherà però la famiglia e la strada che l'ha condotto fino all'essere prigioniero di un grande giocattolo per politici e politicanti: la sua indagine atta a sgominare i corrotti della città e del dipartimento, dunque, riprenderà più decisa di quanto non fosse prima.
Robocop
Esistono alcune pellicole che hanno avuto senza dubbio il merito di formare il vecchio cowboy ai tempi dei suoi primi passi all'interno del fantastico mondo della settima arte, e che ai tempi furono i primi amori cinematografici miei e di mio fratello, che finivamo, nei periodi di dipendenza da un film, a vedere e rivedere almeno una trentina di volte la settimana, dalla mattina durante la colazione prima di andare a scuola al pomeriggio con la merenda o di sottofondo ai giochi fino ad arrivare alla sera prima di andare a dormire: accanto ai Goonies, alla saga di Rocky, Gremlins, Labyrinth, La storia fantastica e It - senza contare gli action a profusione - si trovava Robocop, pellicola firmata dal visionario Verhoeven ambientata in un futuro prossimo dominato dalla violenza ed incentrata sulla figura di Alex Murphy, agente di polizia massacrato da un gruppo di rapinatori al soldo dei vertici di una corporazione divenuto cyborg pronto passo dopo passo a riconquistare l'umanità perduta.
Ripensandoci ora, forse la visione di quella pellicola poteva essere perfino troppo dura per i due piccoli Ford, che allora si aggiravano attorno ai dodici e sei anni, eppure ricordo che, più che la carneficina che portò alla morte Murphy mi colpì moltissimo tutta la fase di "ricostruzione" dello stesso, così come la progressiva distruzione dell'armatura robotica pronta a scoprire di nuovo il lato umano celebrato dalla battuta di chiusura del film, accompagnata dal gesto decisamente cowboy del poliziotto cyborg memore della trasmissione amata da suo figlio: nonostante, dunque, non ne comprendessi a fondo le venature di critica sociale e politica - non nuove, del resto, al lavoro del regista -, ricordo Robocop come una grande epopea dello sci-fi urbano, una piccola pietra miliare per il genere e non solo.
Purtroppo, però, in questo caso non stiamo parlando di un cult inossidabile degli anni ottanta, ma della sua controparte - non sarebbe corretto definirlo un remake, tanto lontano è il lavoro di Josè Padilha dall'originale - del Nuovo Millennio, un prodotto estremamente commerciale figlio del tipico fenomeno di abbruttimento del buono che potrebbe trovarsi in qualche regista salito agli onori della cronaca non statunitense prontamente fagocitato e reso più piatto ed anonimo grazie al buco nero costituito dalle majors in cerca di sempre "nuovi" e lucrativi blockbusters: onestamente non ho mai amato particolarmente il cineasta brasiliano - non avevo apprezzato neppure Tropa de elite, il suo lavoro più noto ed incensato -, e sono stato scettico a proposito di questa operazione fin dalla visione del primo trailer, più simile ai videogiochi in stile Crysis e Call of duty che non all'idea che stava alla base del prodotto originale per apparire interessante a questo vecchio cowboy, per quanto tamarro possa di fatto essere.
Come Julez ben potrà testimoniare, la visione non è riuscita a piegare il pregiudizio e le cattive vibrazioni che l'hanno preceduta, così come ad eclissare, almeno in parte, il ricordo del riferimento eighties, che per quanto potesse non essere preso in considerazione come un effettivo termine di paragone ha finito per infestare tutta la visione, dal gusto della regia - decisamente troppo, troppo legata al mondo videoludico quella di Padilha, così frenetica nel montaggio da rendere decisamente confuse almeno metà delle sparatorie proposte - al semplice look del personaggio - impersonale e freddo quello del Robocop attuale, nonostante la mano lasciata umana che ovviamente farà la differenza nel finale rispetto a quella robotica -, senza contare la cattiveria di fondo dei due prodotti - la pellicola di Verhoeven era un concentrato di violenza quasi pulp, droga, tradimenti, corruzione e chi più ne ha, più ne metta all'interno della quale lo stesso Murphy, dato per morto e persa di fatto la famiglia, finiva per ritrovare la sua umanità spinto dai ricordi e dalla forza di volontà, invece che dalla zuccherosa chiusura probabilmente imposta dalla produzione di questa nuova versione - e lo spessore dei personaggi - da Bob Morton, passato da yuppie in carriera senza scrupoli a luminare della scienza dai grandi scrupoli morali, fino alla scomparsa del mitico Clarence Buddicher, responsabile della morte di Murphy e della sua crudele anticamera, qui neppure presente -.
Un fallimento su tutta la linea che non avrebbe neppure bisogno dell'originale per essere catalogato come un titolo inutile e dimenticabile e che la presenza di un riferimento assolutamente cult non fa che rendere ancora peggiore - come di recente era accaduto all'Oldboy di Spike Lee, più che sbiadita imitazione dell'inimitabile riferimento -: posso capire che la crisi di idee conduca ad operazioni commerciali pronte a raccogliere i fan di titoli già noti, ma se i risultati finiscono per essere questi allora tanto vale che le majors si concentrino su soggetti inediti di poco spessore, piuttosto che svilire  script, charachters o titoli di riferimento.
Se non altro, vecchi fan accaniti come il sottoscritto potrebbero approcciare la visione con qualche pregiudizio - poi puntualmente confermato - in meno.
MrFord
"Se il mondo ti confonde, non lo capisci più, se nulla ti soddisfa, ti annoi sempre più
scienziati ed ingegneri hanno inventato già una generazione di bambole robot."Alberto Camerini - "Rock and roll robot" - 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :