20 gennaio 2016 Lascia un commento
“Robocop” e’ stato un film simbolo degli anni ’80, un successo che genero’ due seguiti, il secondo piaciuto solo a me, il terzo orrendo per tutti. Per qualche ragione, alle alte sfere hanno pensato che le nuove generazioni non potevano vivere senza un reboot della serie percio’ l’ennesimo colpo di spugna azzera il passato e reinventa il personaggio per il pubblico del nuovo millennio.
La storia e’ la medesima nell’idea, molto diversa nella sostanza.
L’OCP, multinazionale cattivissima – e quando mai una multinazionale non lo e’? – vende robot da difesa in tutto il mondo ma non negli Stati Uniti e non si capisce se siano gli ultimi scemi rimasti o i primi dei furbi.
Fatto e’ che la gente non si fida dei robot che sparano percio’ l’idea e’ prendere un poliziotto quasi fatto fuori dalla mala e infilare cio’ che ne resta dentro un corpo corrazzato. L’onore spetta all’agente Murphy che poi voglio dire, ad uno con moglie e figlio non e’ che se na faccia di molto se gli resta viva la faccia, una mano, due polmoni e un pezzo di cervello.
Almeno riuscira’ a vendicarsi, a scoperchiare il marcio nella polizia ed ovviamente a far del male alla multinazionale. A questo punto la domanda e’: perche’?
Volevano fare cosa, vendere giocattoli, mostrare al mondo una fede incondizionata in un personaggio gia’ archiviato, la certezza di un nome molto amato o cosa? Perche’ un reboot?
Forse dovremmo domandarci perche’ i reboot esistono ma ancora meglio perche’ usarli quando i protagonisti sono senza tempo e gia’ col terzo capitolo abbiamo visto che chiunque poteva metterci la faccia?
Poi su quale aspetto puntare? “Robocop” era a modo suo un film politico con un approccio ironico che con un sorriso amarissimo metteva in relazione affari, politica, giustizia e societa’. Alle spalle di tutto c’era Frank Miller capace di creare molti livelli di lettura e una complessita’ non necessaria allo spettatore medio.
Anche il nuovo “Robocop” la butta sulla politica ma la butta anche sull’etica, sul dramma umano ma siamo sicuri che il pubblico volesse le lacrime di un carrarmato vivente? Serviva molto piu’ di questo per riuscirci, percio’ hanno fallito. O si seguiva la stessa linea grottesca o la si buttava sull’azione pura, il resto e’ noia.
Non hanno funzionato le musiche e non so chi le ha volute ma e’ la peggiore colonna sonora degli ultimi decenni. Ma davvero nel 2030 o quando si svolge, gente di 30 anni balla cheeck to cheek con Sinatra? Si puo’ mettere in uno dei momenti d’azione topici il commento sonoro dei Focus? Follia. Sara’ anche la musica preferita del regista, del produttore o dell’amante di entrambi ma esistono regole di buon senso per queste cose.
Bello il cast secondario, Gary Oldman, Michael Keaton e Samuel L. Jackson ma alla fine pare fin troppo, nomi buttati li’ pescati tra gli “ex famosi”, spropositati per una robetta cosi’.
Film sbagliato tutto, dall’averlo pensato al risultato finale. Inventatevi qualcosa di nuovo o che almeno siate sicuri di reinventarlo meglio
La storia e’ la medesima nell’idea, molto diversa nella sostanza.
L’OCP, multinazionale cattivissima – e quando mai una multinazionale non lo e’? – vende robot da difesa in tutto il mondo ma non negli Stati Uniti e non si capisce se siano gli ultimi scemi rimasti o i primi dei furbi.
Fatto e’ che la gente non si fida dei robot che sparano percio’ l’idea e’ prendere un poliziotto quasi fatto fuori dalla mala e infilare cio’ che ne resta dentro un corpo corrazzato. L’onore spetta all’agente Murphy che poi voglio dire, ad uno con moglie e figlio non e’ che se na faccia di molto se gli resta viva la faccia, una mano, due polmoni e un pezzo di cervello.
Almeno riuscira’ a vendicarsi, a scoperchiare il marcio nella polizia ed ovviamente a far del male alla multinazionale. A questo punto la domanda e’: perche’?
Volevano fare cosa, vendere giocattoli, mostrare al mondo una fede incondizionata in un personaggio gia’ archiviato, la certezza di un nome molto amato o cosa? Perche’ un reboot?
Forse dovremmo domandarci perche’ i reboot esistono ma ancora meglio perche’ usarli quando i protagonisti sono senza tempo e gia’ col terzo capitolo abbiamo visto che chiunque poteva metterci la faccia?
Poi su quale aspetto puntare? “Robocop” era a modo suo un film politico con un approccio ironico che con un sorriso amarissimo metteva in relazione affari, politica, giustizia e societa’. Alle spalle di tutto c’era Frank Miller capace di creare molti livelli di lettura e una complessita’ non necessaria allo spettatore medio.
Anche il nuovo “Robocop” la butta sulla politica ma la butta anche sull’etica, sul dramma umano ma siamo sicuri che il pubblico volesse le lacrime di un carrarmato vivente? Serviva molto piu’ di questo per riuscirci, percio’ hanno fallito. O si seguiva la stessa linea grottesca o la si buttava sull’azione pura, il resto e’ noia.
Non hanno funzionato le musiche e non so chi le ha volute ma e’ la peggiore colonna sonora degli ultimi decenni. Ma davvero nel 2030 o quando si svolge, gente di 30 anni balla cheeck to cheek con Sinatra? Si puo’ mettere in uno dei momenti d’azione topici il commento sonoro dei Focus? Follia. Sara’ anche la musica preferita del regista, del produttore o dell’amante di entrambi ma esistono regole di buon senso per queste cose.
Bello il cast secondario, Gary Oldman, Michael Keaton e Samuel L. Jackson ma alla fine pare fin troppo, nomi buttati li’ pescati tra gli “ex famosi”, spropositati per una robetta cosi’.
Film sbagliato tutto, dall’averlo pensato al risultato finale. Inventatevi qualcosa di nuovo o che almeno siate sicuri di reinventarlo meglio