Sospese tra lusso e sobrietà, due periferiche Roccat che inseguono il rapporto tra qualità e prezzo
L'offerta hardware Roccat, costruttore di periferiche tedesco in rapida ascesa, include due oggetti che puntano al miglior rapporto qualità/prezzo combinando feature di alto livello e qualche compromesso. Il primo è un mouse da gaming di fascia media, contraddistinto da un peso contenuto e da una vistosa luce posteriore personalizzabile. Il secondo è una cuffia non propriamente economica ma capace di riprodurre il Dolby Surroud 7.1 in emulazione. Li abbiamo provati, dopo averli cautamente estratti dalle accattivanti confezioni, mettendoli sotto pressione per scoprirne pregi e difetti.
Mouse Roccat Savu
Il Roccat Savu è un mouse per destrorsi molto leggero, decisamente maneggevole e robusto. Il sostegno rinforzato che avvolge il punto di aggancio del cavo è più piccolo rispetto a quelli montati su altri modelli ma nonostante ciò risulta decisamente resistente e capace di sostenere strattoni e tensioni laterali. I tasti sono cinque, i due classici che circondano la rotella, dotata di una resistenza notevole e per questo piuttosto precisa, e due posti sul lato sinistro, a portata di pollice. L'ultimo tasto è la rotella stessa che, vista la notevole resistenza offerta dal meccanismo, risulta utilizzabile comodamente al contrario di quanto succede in svariati concorrenti anche di alto livello. Come in tutti i mouse di questo tipo, l'uso dei tasti laterali non risulta particolarmente comodo, e nel Savu i due pulsanti piazzati sul lato sinistro offrono troppa poca resistenza divenendo soggetti a numerose pressioni involontarie. La posizione, purtroppo, è una scelta quasi obbligata nei mouse dalla forma classica ma una maggiore resistenza, o un angolo di lavoro capace di rendere meno facile la pressione involontaria, avrebbe risolto il problema. In ogni caso, a furia di utilizzarlo l'inconveniente si ridimensiona e i tasti sono disattivabili utilizzando il software Roccat. Azzeccata la scelta di rivestire i lati del controller, ovvero le zone dove la mano entra in contatto diretto e continuato con il mouse, con due superfici ruvide, studiate per minimizzare il sudore e aumentare la presa. Sul lato sinistro, inoltre, la base si allarga in un'aletta ergonomica che abbraccia il pollice e che, combinata con la forma tondeggiante della zona retrostante, garantisce una buona sensazione di presa. Il corpo del dispositivo, però, è piuttosto sottile e questo significa che il design lo rende adatto a una mano non troppo grande. In sostanza, il Roccat Savu è adatto a chi ha mano piccola e dita leggere e, in presenza di queste condizioni, può diventare uno strumento decisamente preciso e comodo.
Il Savu non è un modello extralusso ma in molti titoli è difficile che tasti extra e funzioni fantascientifiche possano effettivamente servire nel bel mezzo dell'azione. Dunque, a seconda del contesto, le mancanze risultano perdonabili e funzionali a ottenere un buon rapporto tra qualità e prezzo. I 4000 dpi massimi sono, ovviamente, inferiori ai 5600 offerti da numerosi concorrenti ma più che sufficienti per ottenere una precisione eccellente nel contesto videoludico. Manca un selettore fisico della sensibilità, e questa è una lacuna rispetto ad altri prodotti di fascia media, ma è una feature che in ambito ludico ha utilizzi limitati mentre l'affidabilità, garantita anche dall'assenza di tecnologie di autocorrezione del movimento (Angle Snapping), è una costante imprescindibile. Il polling rate parte da 125 e arriva a 1000Hz, come nella maggior parte dei mouse, e il Savu include 544kb di memoria integrati che consentono di salvare le proprie impostazioni per averle sempre con sé direttamente nel controller. Il cavo è lungo 1.8 metri, più che sufficienti anche per scrivanie immense, ed è rivestito in tessuto per aumentarne la resistenza. Inoltre, secondo quanto leggiamo nelle specifiche tecniche, il Savu resta preciso fino a 20G di accelerazione, una velocità irraggiungibile dalla mano umana. La dotazione, in sostanza, è limitata benchè funzionale, ma la resa non dipende solo dal curriculum. Ogni mouse risulta differente a seconda di quali mani lo impugnano e quello che conta, a meno di non avere assolutamente bisogno di tasti extra e della possibilità di alterarne il peso, sono precisione e robustezza, due fattori che al Roccat Savu non mancano. Come incentivo all'acquisto, sfoggia anche un'aggiunta stilistica piuttosto evidente ovvero un grosso fanale posteriore illuminato a led. Utilizzando il software del mouse è possibile impostare il led su uno specifico colore, magari per fare pandant con la tastiera e altri elementi illuminati di un dato PC, ed è possibile selezionare la modalità flusso che trasforma il controller in una luce pulsante e cangiante. Inoltre è anche possibile far sì che la luce assuma un determinato colore alla pressione di un tasto cosa che, in una partita a concitata, può trasformare la scrivania in una discoteca in miniatura. Non si tratta certo di una feature fondamentale, e potrebbe rivelarsi anche fonte di distrazione, ma è comunque un'aggiunta piacevole e spassosa. Ma torniamo al software, decisamente ricco di opzioni tra le quali troviamo la sensibilità generale e quella specifica di Windows, la velocità in relazione alla rotella, il tempo tra due pressioni del tasto sinistro per attivare la funzione legata al doppio click e l'accesso diretto ai cinque profili salvabili nel mouse. La suite dedicata include, inoltre, un updater automatico dei driver, accesso diretto al supporto e una finestra interamente dedicata alle statistiche di utilizzo, con tanto di obiettivi. L'offerta globale, in sostanza, è commisurata al prezzo consigliato, che equivale a 49.99, euro e mette in evidenza le potenzialità di Roccat come costruttore di periferiche.Cuffie Roccat Kulo - Virtual 7.1 USB
Le cuffie Roccat Kulo si presentano in una confezione accattivante che include due spugnette auricolari extra e una scheda audio, allacciata al cavo, che fa anche da adattatore USB. Il cerchietto che sostiene gli auricolari è piuttosto robusto e sfoggia un meccanismo di buona qualità, dotato di anima in metallo, che permette di alterare la misura della cuffia con grande precisione. Inoltre, laddove la parte superiore della testa entra in contatto con il dispositivo c'è un cuscinetto decisamente soffice che rende lo strumento piuttosto comodo da indossare. A completare il quadro troviamo poi cuffie sovraurali (si appoggiano all'orecchio invece di inglobarlo) solide e un microfono rigido, agganciato all'auricolare sinistro con un sostegno robusto e ben studiato, che disattiva automaticamente la cattura della voce quando è sollevato. Una scelta che implica una discreta comodità, visto che un semplice gesto ci permette di interrompere la comunicazione senza dover distogliere l'attenzione da una partita in corso. Ma la mancanza di un tasto dedicato può essere un problema per chi gioca o lavora in ambienti confusionari ed è costretto a sollevare e abbassare continuamente il microfono. In questi casi l'eccessivo lavoro del meccanismo di rotazione potrebbe ledere il cavo portando a malfunzionamenti di vario genere. Difficile, invece, che si danneggi il dispositivo di regolazione del volume, posto lungo il cavo, che si affida a un resistente switch scorrevole il quale consente di dosare la potenza dell'audio con precisione.
La scelta di mantenere il nome Kulo nel nostro paese potrebbe rappresentare un problema per il successo della periferica Roccat, così come lo è stato per molti altri prodotti colpiti dalla dura legge del marketing. Tra questi ci sono esempi famosi come la Chevrolet Nova (da leggersi "no va") sviluppata per il mercato messicano e "Nothing sucks like an Electrolux" come motto nella campagna americana del costruttore di elettrodomestici svedese. E nella classifica dei nomi meno azzeccati ci siamo anche noi con l'acqua nostrana Traficante distribuita in Spagna senza alcun cambio di nome. Non che questo possa in qualche modo influenzare la qualità di un oggetto con le Roccat che, almeno dal punto di vista costruttivo, risultano robuste e accattivanti. Purtroppo la stessa qualità non si estende ai driver la cui installazione è obbligatoria per sfruttare la scheda audio combinata con l'adattatore USB della Roccat Kulo. La scheda dedicata consente di attivare una serie di effetti, di filtrare eventuali disturbi e di emulare l'audio 7.1 e rappresenta un'aggiunta notevole per una cuffia di fascia media. Ma non sempre tutto funziona come dovrebbe. In assenza di driver non abbiamo notato problemi di riproduzione del sonoro che risulta decisamente buono a parte una certa tendenza alla distorsione quando i bassi sono troppo intensi. Ma dopo l'installazione si sono verificati problemi di ogni sorta come la disattivazione ingiustificata del microfono, rumori molesti durante l'apertura di due diverse applicazioni ed effetti speciali audio attivati automaticamente con relativo rischio di assordamento. Problemi che non si presentano su tutte le configurazioni ma che sono menzionati abbastanza spesso nel web da meritare attenzione. E l'arretratezza dei driver emerge anche dall'estetica spartana e dal mixer povero di opzioni. Davvero un peccato visto che la qualità costruttiva è buona e che Roccat ha badato anche al contorno con un'extra apprezzabile. Le cuffie Kulo sono infatti abbinate a due paia di earpad (spugnette auricolari) che sono facilmente intercambiabili grazie a un comodo meccanismo di aggancio. Quelle già montate sul dispositivo sono di tipo donut (ciambella), interamente in spugna, mentre quelle alternative, poste in un sacchetto all'interno della confezione, sono piatte e più adatte ai bassi, hanno i bordi in finta pelle e sono sottili risultando più comode da indossare. E la comodità aumenta ulteriormente dopo qualche utilizzo grazie al materiale di cui sono composte che si plasma sulla forma dell'orecchio di chi le indossa. Si perde, inevitabilmente, un pizzico di isolamento e, anche se la differenza non è eclatante, è bene tenerne conto se si gioca o lavora in ambienti particolarmente rumorosi. D'altronde, come abbiamo anticipato, le cuffie Roccat non sono adatte a sostenere volumi estremi che comportano una distorsione evidente dei bassi. Un problema relativo, per chi non vuole danneggiare i propri timpani e ha intenzione di utilizzare la cuffia nella tranquillità della propria stanza, ma sommandolo ai problemi dei driver, ai dubbi sulla funzione mute legata alla posizione del microfono e all'audio 7.1 emulato, i 79.99 euro del prezzo consigliato risultano eccessivi. Anche in presenza della scheda audio esterna.