Rocce in equilibrio su 67P

Creato il 18 maggio 2015 da Media Inaf

Gli scienziati del team di OSIRIS (Optical, Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System), la camera montata sulla sonda madre alla cui progettazione ha contribuito l’Università di Padova attraverso il CISAS, hanno individuato una singolare formazione rocciosa nel lobo più esteso della cometa 67P Churyumov- Gerasimenko precisamente nella regione denominata Aker.

Le immagini, ottenute durante il fly-by dello scorso 16 settembre da una distanza di soli 29 chilometri, mostrano una roccia quasi in bilico sulla superficie della cometa che, date le sue dimensioni- circa 30 metri di diametro – si staglia sulle altre.

Formazioni simili sono presenti anche sulla Terra soprattutto in Australia e nel sud-ovest degli Stati Uniti e vengono chiamate appunto “balancing rocks” (rocce in equilibrio). Questi particolari fenomeni sono il risultato dell’erosione e di altri processi geologici che hanno modellato nel corso di milioni di anni la  loro superficie creando formazioni rocciose che sembrano sfidare la forza di gravità.

«Non è chiaro come una roccia in equilibrio si sia formata sulla superficie di 67P – ha commentato Holger Sierks il PI di OSIRIS per il Max Planck Institute in Germania – è possibile che il processo di trasporto abbia fatto la sua parte anche sulla cometa dato che l’attività cometaria può causare il movimento delle rocce».

«Avevamo notato questa formazione già nelle precedenti immagini scattate da OSIRIS – ha aggiunto Sebastien Besse dell’ESA autore della scoperta – manon ci sembrava molto diversa dalle altre, individuate qualche mese fa”.

Gli scienziati sono infatti concordi nell’affermare che l’interpretazione delle immagini è sempre difficoltosa a causa dell’illuminazione  e dell’angolatura degli scatti che a volte può trarre in inganno: un immagine scattata il 16 agosto scorso sembrava ritrarre una roccia protesa verso l’alto come un pilastro. Ma un secondo scatto, realizzato il 19 settembre non sembra confermare questa versione. Il team di OSIRIS continua a monitorare costantemente le formazioni rocciose sulla superficie della cometa nel tentativo di riuscire a spiegarne l’origine e la composizione.

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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