Dopo la presentazione del restauro a Cannes, realizzato dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con, tra gli altri, The Film Foundation di Martin Scorsese, torna nelle sale lunedì 14 marzo uno dei film più celebri di Luchino Visconti: Rocco e i suoi fratelli.
Oggi Rocco e i suoi fratelli è considerato uno dei capolavori del cinema italiano, ma durane le riprese e dopo la sua uscita fu osteggiato in tutti i modi dalle forze allora al governo, diventando un caso su cui l’opinione pubblica italiana si confrontò e si spaccò. Visconti riprende in questo film il discorso sulla società iniziato con La terra trema di cui “Rocco” è l’ideale continuazione. Partendo dall’opera di Giovanni Testori, Visconti la filtra con molte, diverse suggestioni; si ispira a “Giuseppe e i suoi fratelli” di Thomas Mann (su cui è modellato il titolo stesso del film), e usa i caratteri dei personaggi dell’Idiota di Dostoevskij, ma anche molti elementi tratti dalla letteratura meridionalistica; oltre a Verga, “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi, “Contadini del Sud” del poeta e scrittore lucano Rocco Scotellaro, che il regista omaggerà, dando il suo nome al protagonista. La congerie delle numerose e talvolta contraddittorie fonti letterarie trova il suo punto di fusione nel melodramma, nella predilezione di Visconti per i contrasti assoluti.
Rocco e i suoi fratelli è una tragedia in cinque atti, ognuno dei quali prende il nome da uno dei figli (Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro, Luca), è l’esplorazione dei destini individuali dei cinque fratelli Parondi, dove ognuno sceglierà il proprio destino. Il film racconta anche, per la prima volta, della lotta tra i milanesi e i meridionali: Visconti mostra l’Italia come un paese diviso, in cui i meridionali che vengono al nord sono visti come stranieri. Come dirà il regista, il film segue le sorti “d’una umanità e d’una civiltà che, mentre non hanno avuto che briciole del grande festino del cosiddetto miracolo economico italiano, attendono ancora di uscire dal chiuso di un isolamento morale e spirituale che è tuttora fondato sul pregiudizio tipicamente italiano che tiene il Mezzogiorno in condizioni di inferiorità rispetto al resto della nazione”.Il trailer del film
Qui invece le immagini restaurate e l’intervento di Martin Scorsese sul film