Rocco Varacalli racconta la sua versione sull’omicidio Marando ed il caso Roberto Romeo

Creato il 06 novembre 2012 da Yellowflate @yellowflate

Rocco Varacalli, foto di repertorio

Rocco Varacalli parla in Tribunale a Torino, deve deporre come  testimoniare sulla catena di omicidi seguiti all’eliminazione di Francesco Marando. E così che il camorrista finalizzato, una sorta di capo bastone, Rocco Varacalli parla. Varacalli ha già svelato diversi e tanti segreti dell’ndrine calabresi specie quelli sulle infiltrazioni al nord.

Varacalli già da anni ha parlato e la sua vita non vale a nulla. Qualche tempo fa sembra che persino uno zio del Varacalli, tale  Sebastiano Peppicella volesse fargli ritrattare le accuse. Ma ora Varacalli è teste chiare del delitto di Roberto Romeo, odontotecnico ucciso a Rivalta nel gennaio ’98 e le uccisioni collegate a quest’omicidio di Antonio Stefanelli, di suo nipote Antonino Stefanelli e di Franco Mancuso, Varacalli rivela: “Da maggio ad agosto i miei familiari mi hanno fatto ancora pressioni perché mi rimangiassi tutto e non venissi a testimoniare. Mi telefonavano offrendomi non solo soldi ma anche un rifugio sicuro all’estero pur di non farmi parlare”.

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Ecco perchè Varacalli è scappato, o forse è questo uno dei motivi perchè a fine agosto è fuggito lasciando la Sardegna. Quando Varacalli è stato trovato a casa dell’ex suocero a Castelmonte aveva in tasca una letter indirizzata al pm Roberto Sparagna,  nella missiva pare ci fosse la volontà del Varacalli sebbene  latitante, “di aver scelto  di restare dalla parte della giustizia”.

Varacalli a Torino ha però raccontato la storia della morte di Romeo e poi  i delitti dei due Stefanelli e di Franco Mancuso.  Il tutto sembra essere partito dalla tragica fine di Francesco Marando, latitante ammazzato e bruciato a Chianocco nel ’96. Scrive la Repubblica che i presunti responsabili dell’omicidio Marando sarebbero  due Stefanelli (incuranti del fatto che la sorella di Antonino fosse la moglie di Francesco Marando), Franco Mancuso e Roberto Romeo i quali, resisi conto dell’intenzione del latitante di eliminarli per punirli del mancato pagamento di un carico di droga, lo avevano anticipato. I tre fratelli di Francesco Marando (Pasquale, Rosario e Domenico), detenuti, avevano sguinzagliato i cognati di Pasquale, i Trimboli, per rintracciare gli assassini del congiunto. Era finito tutta con una trappola in una villa di Volpiano dove gli Stefanelli, Mancuso e Romeo, erano stati attirati. Romeo se l’era cavata perché era rimasto di guardia all’esterno, gli altri tre erano spariti nel nulla. Romeo comunque era stato eliminato a Rivalta da Antonio Spagnuolo, un altro affiliato dei Marando. Per l’omicidio Romeo Domenico Marando ha già avuto una condanna 20 anni, altri 30 li aveva avuti per quelli degli Stefanelli e di Mancuso. Ieri alla sbarra c’erano Gaetano Napoli (detenuto e in gabbia), Santogiuseppe Aligi, seduto accanto al suo avvocato. Natale Trimboli, ricercato anche per Minotauro, invece è ancora latitante. 

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