Dopo anni di rullate approssimative su pelli di batterie da robivecchi, pennate rustiche su chitarre polverosamente scordate e un buon centinaio di concerti gustati e/o sopportati, credo di essere riuscito a sviluppare un certo senso critico.
Una cosa è certa: preferisco di gran lunga l’originale corrotto al copia/incolla virtuoso. Quelli che hanno imparato così bene l’assolo di Jimi Hendrix da copiarne pure gli errori finiranno all’inferno nel girone dei fans di Trucebaldazzi.