I genitori ne volevano fare uno spirito libero ed è diventato un cacciatore di regole… Non volevano imporgli nessuna disciplina e lui si è flagellato con l’auto disciplina… Si batteva per un cinema “puro e duro” … Essenziale e molti suoi film sono ridondanti melo… Molti non lo capiscono, qualcuno si spaventa, altri ridono durante le proiezioni… Ma poi, soprattutto a Cannes, dove arriva il cinema più nuovo e d’avanguardia, l’hanno sempre riempito di premi … E’ Lars von Trier, il regista che dalla metà degli anni ’80 ha rivoluzionato il modo di fare cinema… Che può essere antipatico, saccente, irrispettoso, ma è completamente pieno di talento. Dopo Dreyer, dicono, nel cinema danese c’è stato solo lui… Un personaggio strano, pieno di contraddizioni. Fa l’anarchico e poi si aggiunge quel prefisso nobiliare di “von”… Forse accarezza il suo snobismo o forse serve a dargli qualche sicurezza di cui ha bisogno, in mezzo alle sue angosce e alle sue paure quotidiane… In realtà poi delle sue paure ne fa altrettanti ”trasfert” sull”ignaro spettatore, che coinvolge nelle sue allucinate trame, al di là del bene e del male.

“L’elemento del crimine” è un film che da fastidio…. C’è un detective, infatti, di nome Fisher che deve rintracciare un serial killer e, per trovarlo, va a mettersi nella testa del criminale … Vuole capire le sue mosse e i suoi comportamenti, ma finirà invece per identificarsi con l’assassino e comportarsi, lui stesso, come un serial killer… Una totale confusione dei ruoli, mentre il male investe il bene ed elimina ogni separazione … E per mettere in ulteriore disagio lo spettatore, Von Trier comincerà a sfoderare le sue regole noir con un’assurda atipica messa in scena, dove l’ambientazione è sempre notturna, i bagliori dell’acqua irreali e l’ uso sfrenato del colore giallo serve per inquietare … Nè miglior sorte sarà riservata all’eroe del film successivo “Epidemic” il medico che, mentre sta arginando un’epidemia, si accorgerà con orrore di essere lui stesso a trasmetterla, mentre la parola “epidemic” rimarrà come un timbro a disturbare tutte le scene ..Memoria invadente del male da cui non si sfugge… La sfrenata trilogia si chiuderà con Europa, ambientato nella Germania distrutta dalla seconda guerra mondiale… Lì nella continua confusione dei ruoli sarà difficile relegare il male ai soli ex nazisti, spaventati e nascosti e dare la patente di buoni agli americani che, ottusamente, mitragliano i partecipanti ad un funerale, solo perché c’era il divieto di assembramento. Sono film duri, pesanti come macigni, ma è un modo nuovo di fare cinema… Lars Von Trier è coraggioso, fuori dalle convenzioni e fa riflettere…

Dopo quest’irruzione sulla scena Lars von Trier comincerà a prendersela con le forme e i modi di fare cinema…Soprattutto con lo sfarzoso e tecnologico cinema Hollywoodiano… All’Odéon di Parigi, legge il manifesto di “Dogma 95″… Vuole un ritorno purificato al cinema delle origini.. E con un’uscita plateale se ne va gettando in aria volantini rossi con le regole del suo “Decalogo” ”Niente più scenografie, la scena sarà solo un palco nudo, vietate le musiche, gli unici suoni saranno quelli reali, la camera da ripresa sarà solo a mano, al bando filtri e trucchi ottici, vietato il nome del regista perchè il film è un atto corale… e via di questo passo..”. Dogma ’95 è una teologia, un reale ed effettivo dogma di fede con il suo carattere di indiscutibilità… E non importa se rischia di distruggere il cinema.
Però subito dopo aver dettato le regole von Trier avrà un sussulto anarchico, e con l’altra parte di se stesso si dimenticherà di applicarle…”Le onde del destino” è tutta un’altra cosa… Una storia d’amore visionaria e assurda dove l’ingenua Bess per comandamento divino si prostituirà per salvare la vita all’adorato marito… Un’insolita morale e una pellicola emozionante…Il pubblico piangerà a lungo… A Cannes prenderà due premi.
“Dogville”, film cult ha molto Dogma dentro di sè … Un’assenza quasi totale di scenografia… Con le case della cittadina solo disegnate per terra… Grande uso della parola e dei gesti,

Ma non c’è da illudersi …Lars von Trier non potrà mai diventare buono… Difatti nell’”Antichrist,” uno degli ultimi discussi film, narra la tribolata storia di una coppia cui muore il figlio in un incidente.. Loro non non se ne accorgono perché stanno facendo l’amore… E il rimorso della coppia diventerà la punizione vendicativa di Lars von Trier…
Poi quando arriva all’ultimo film supera

Non ci sono molte speranze, ma noi comunque ci vogliamo provare e, nel tentativo di renderlo un po’ più buono, abbiamo scelto per Lars von Trier, questa morbida ricetta di un dolce danese…
RODGROD ALLA PANNA
INGREDIENTI per 6 persone: 350 grammi di ribes rossi, 340 grammi di lamponi, 170 grammi di acqua + 110 grammi di acqua da mischiare alla fecola di mais, 170 grammi di vino bianco, 140 grammi di zucchero, 45 grammi di fecola di mais, 1 pizzico di sale, 50 grammi di mandorle sbucciate e tagliate a lamelle, panna in abbondanza e a piacere…
PREPARAZIONE: Far bollire a fuoco basso la frutta con 170 grammi di acqua e 170 grammi di vino, e dopo 10 minuti passare il composto al mixer e poi al setaccio. Pesate la purea filtrata e se è inferiore ai 560 grammi aggiungete altra acqua, senza intaccare quella che occorre per l a fecola di mais, poi inserite zucchero e sale. Mischiate la fecola di mais con i 110 grammi di acqua e mescolare bene per evitare grumi, poi versatelo nella purea di frutta e mescolate bene. Portate a bollore lentamente e fate sobbollire per 3 minuti, mescolando in continuazione. Versate la composta di frutta sul piatto da portata,decoratela con le mandorle e accompagnatela con la panna.