Nel Famoso numero dell’Espresso del 14 marzo 2013 in cui c’era l’inchiesta sulle 13 società dell’autista di Grillo in Costarica, qualcuno forse si lasciò sfuggire un’interessantissima intervista di Marco Damilano a Stefano Rodotà. Ne riporto alcuni stralci.
“Grillo è un potenziale dittatore prodotto dal web, come teme qualcuno di sinistra? O è l’embrione di una nuova politica?” “ Finora grillo si è mosso da predicatore. Nel fenomeno Grillo ci sono la rete, lo Tsunami tour, i media tradizionali che usa con astuzia. Parla di comunità, parola che può diventare rischiosa se si allude a un’identità chiusa agli altri, un recinto. Ma la rete dovrebbe servire a far saltare le barriere, dovrebbe esserci quasi l’obbligo di andare a vedere le opinioni degli altri, i link ai siti che non la pensano come te”.
Parole sante. Andiamo avanti.
“Grillo ha attaccato il divieto di vincolo di mandato per i parlamentari tutelato dalla costituzione: potrà tollerare l’autonomia dei suoi?” “ Ma il lavoro parlamentare non funziona così! O si nega ai parlamentari qualsiasi autonomia, e li si trasforma in una specie di osservatori in parlamento che non votano e non decidono. Oppure si entra nel gioco, come è accaduto in Sicilia”.
E fin qui abbiamo un Rodotà critico nei confronti del M5S o quanto meno scettico nei confronti di Grillo. Andiamo avanti.
“ Lei ha firmato un appello per il voto alla coalizione PD-Sel. Si può fare un governo guidato da Bersani appoggiato da 5 stelle?” “ Del segretario PD ho apprezzato la polemica contro la personalizzazione della politica, la scelta di non mettere il nome nel simbolo . Il voto ci consegna altre 2 indicazioni: la vittoria del M5S e il netto rifiuto dell’agenda Monti”.
Quindi Bersani non fa proprio così schifo come si dice in giro? Secondo questo signore votato a gran voce dai sostenitori dei 5 stelle sembrerebbe di no. Poi c’è il Rodotà che non ti aspetti e che evidentemente avrà spinto i grillini ad includerlo nella loro lista di nomi alle “quirinarie”.
“ Il vero dovere del PD è consegnare all’opinione pubblica l’agenda della ricostruzione morale e civile del paese (…) Primo: regole estremamente severe e semplici sulla moralità pubblica (…) non sono nemico del finanziamento pubblico ai partiti, ma bisogna tornare a livelli di accettabilità sociale (…) secondo punto: il reddito di cittadinanza. Grillo ne ha parlato (…) Serve un cambio di passo (…) il mio consiglio al PD è: fate i grillini! ”.
Poi Damilano pone a Rodotà una domanda che anticipa di un mese abbondante la crisi che il PD sta vivendo in queste ore : “ E se il dialogo PD e 5 stelle si spezza? Tornerà il governassimo PD-PDL- Monti?” La risposta oggi suona profetica: “ Se si torna a quel tipo di soluzione la sinistra si fa del male. È ora di dire basta alle trattative coperte. Il cambiamento deve avvenire sui contenuti, non sulle negoziazioni”.
Insomma, il discorso che fa Rodotà sembra una via di mezzo fra Bersani e Grillo. E allora? E allora Rodotà potrebbe essere l’uomo della provvidenza. Perché il PD continua a nicchiare o forse proprio a “farsi del male”, come dice Rodotà? Visto che Grillo fa la prima vera mossa propositiva della sua vita, e cioè quella di offrire una lista di nomi per il Quirinale, e poi aggiunge che se il PD accettasse si potrebbe arrivare ad una qualche forma di dialogo (cosa fino a qualche tempo fa impensabile), il PD deve prendere in considerazione questa mossa. Mossa magari irrituale, magari nata attraverso metodi discutibili, e cioè quella rete usata come “recinto” di cui parla proprio Rodotà, ma pur sempre da prendere in considerazione e seriamente, perché alla fin fine o si fa l’inciucio con Berlusconi (morte della sinistra e condanna definitiva per il paese), o si fa l’inciucio con Grillo (salto nel buio, e questa volta sia per la sinistra che per il M5S). L’importante è che si faccia ciò che volgarmente è chiamato inciucio, ma che poi altro non è se non un governo, e cioè la politica, il compromesso, il dialogo.
Ieri, Roberta Lombardi, si è lasciata scappare una dichiarazione conciliante sul nome di Romano Prodi. Del resto anche quello è un nome compreso nella lista dei “papabili” per il Quirinale targati M5S. Vedremo. Indipendentemente dal nome che uscirà per il Quirinale, si apre di nuovo la possibilità di un governo PD- 5 stelle. Stando alla rosa dei nomi che il movimento ha proposto (tutte icone della sinistra o quasi) sembrerebbe che i grillini vogliano essere la cattiva coscienza di un PD che ha perso da troppo la sua identità di sinistra. Per questo parlo di salto nel buio per tutti e due gli schieramenti: il PD potrebbe spaccarsi definitivamente e irrimediabilmente oppure trovare nuova linfa vitale da una collaborazione con Grillo e soci. Grillo invece dovrà scendere a compromessi con un elettorato di 8\9 milioni di persone che non è affatto tutto di sinistra. Anzi, nella protesta ci sono i delusi di ogni provenienza politica, molti provenienti anche dalla destra estrema.
Vediamo un po’ cosa succederà: III repubblica, rivoluzione copernicana o l’elefante che partorisce il topolino? Il rischio della gravidanza isterica c’è. Perché alle prossime elezioni potrebbe imporsi Berlusconi. E allora Prodi o Rodotà o un qualsiasi Presidente che non sia di garanzia per l'arcoriano s'impone inevitabilmente. Si sbrighi il PD ed eviti altre scelte suicide. Ma Anche i 163 parlamentari grillini cerchino di essere flessibili se il nome non dovesse essere per forza Rodotà. Se però il PD dovesse scendere a più miti consigli ( le posizioni di Civati, Puppato e di molti altri parlamentari fanno ben sperare), per il futuro siano flessibili tutti e due i partiti: cominciassero a deporre le armi. Grillo non chiama più Bersani "Gargamella"? E vabbè, magari si comincia così. Ognuno comincia a modo suo. Anche perchè ad occhio e croce, Gargamella sta per ritornare nel mondo dei puffi dopo aver fallito l'ennesima pozione. Ma i puffi non esistono. Anche di questo Grillo dovrà tener conto. Se poi il nome di D'Alema dovesse sbucare fuori anche alla quarta chiama e magari anche imporsi, vuol dire che in effetti non sono i puffi ad esistere, ma il demone Pazuzu, e lì non c'è esorcista che tenga.