Rohan al Louvre, Hirohiko Araki

Creato il 18 febbraio 2014 da Wondergianna @wondergianna

Rohan al Louvre, Hirohiko Araki Anonima Andrea Cabassi

Da mesi ormai avevo nello scaffale il volume Rohan al Louvre di Hirohiko Araki, e ancora non lo avevo nemmeno sfogliato. Qualche sera fa l’ho preso fra le mani per spostarlo, e così gli ho dato un’occhiatina, che poi è diventata un’occhiata, poi addirittura un occhio intero e, prima che potessi reagire, lo avevo letto tutto.

Rohan al Louvre è edito da Hikari, il marchio di 001 Edizioni dedicato ai manga, ed è composto da 128 pagine formato 17,5 x 25 cm. Prezzo: € 10. So che possono sembrare molti per un volume in brossura, ma le pagine sono ben più grandi dei comuni volumi sottiletta, in più è interamente a colori e la carta è molto buona. Unica pecca è forse rappresentata dalla copertina: troppo poco rigida secondo me.

Lo stile di Rohan al Louvre

Se è vero che la storia di Rohan al Louvre è sottotono rispetto ad altri lavori di Araki, l’opportunità di un volume interamente a colori ha permesso al maestro di esprimere la sua genialità con altri mezzi: nella prima immagine in alto vediamo per esempio come riesca a mettere in risalto un personaggio rispetto al resto della scena, semplicemente scolorando ciò che lo circonda: vediamo infatti come Rohan sia messo in secondo piano da Nanase in un momento particolarmente carico di tensione.
In un’immagine più in basso vediamo invece le solite pose arakiane super dinoccolate assunte in totale scioltezza, quando forse giusto un fachiro potrebbe permetterselo!
Un’ultima nota sull’adattamento italiano: sempre in quell’immagine potete vedere come le onomatopee non siano state coperte e ridisegnate, ma abbiano riportato accanto (quasi sempre fuori dalla vignetta) la traduzione in italiano. Un applauso a Hikari per questa scelta che permette al lettore di godere dei disegni originali dell’autore (nei manga le onomatopee sono parte integrante del disegno, e l’operazione di sovrascrittura spesso genera pasticci).

Le Bizzarre Avventure di Jojo

Ora però facciamo un passo indietro. Non tutti sanno che Rohan al Louvre è uno spin-off di un altro lavoro di Araki: Le Bizzarre Avventure di Jojo (per la precisione è uno spin-off della quarta serie). All’inizio del volume viene sommariamente spiegato che Rohan ha un particolare potere ma, chi conosce Le Bizzarre Avventure di Jojo, sa bene che quello è lo stand di Rohan: Heaven’s Door.
Uno stand è una sorta di alter ego al servizio del suo portatore, con poteri e caratteristiche del tutto peculiari. Heaven’s Door, per esempio, ha la capacità di leggere negli uomini la traccia di tutti gli eventi che questi hanno vissuto fin dalla nascita, come fossero libri aperti, con la possibilità di riscriverli e modificarli.
Il nome Heaven’s Door è una citazione dalla canzone Knocking on Heaven’s Door di Bob Dylan.

Rohan Kishibe

Nella storia, Rohan è un famoso autore di fumetti giapponese. Classe 1979, è divenuto famoso grazie al suo Pink Dark Boy, un manga suspance horror. I suoi fumetti vengono pubblicati a Taiwan e in Italia, ma non sono mai stati tradotti in inglese.
Ha scelto di fare il fumettista perché non gli piace stare a contatto con la gente.

Ecco alcune frasi pronunciate da Rohan ne Le Bizzarre Avventure di Jojo, che lo caratterizzano e lo rappresentano alla perfezione:

Sai cosa adoro di più al mondo? Dire di no a chi si sente onnipotente

È la realtà che conta! La realtà è l’energia che iniette vita nella storia… è la realtà che fa lo spettacolo, è sbagliato credere che siano la creatività e l’immaginazione a fare un fumetto… solo disegnando le cose che si sono viste e sperimentate e gli eventi che ci hanno colpito, si può creare un prodotto interessante! Conoscere l’essenza delle cose è fondamentale per un disegnatore di fumetti!

Le citazioni in Rohan al Louvre

Quello di arricchire le storie con tutta una serie di citazioni del mondo della musica, del cinema o della moda è un altro marchio di fabbrica del maestro Araki, anche se in Rohan al Louvre mi sembra sia stato abbastanza parco.
Ora vi mostrerò le citazioni che ho individuato leggendo Rohan al Louvre, oltre a quella del nome del suo stand, che però ha origine da Le Bizzarre Avventure di Jojo (come del resto il nome dello stesso Rohan, che è stato preso in prestito da uno dei figli dell’altro Bob: Bob Marley, il quale è anche marito di Lauryn Hill).

La prima riguarda la scena in cui Rohan, privo della memoria, segue le indicazioni che con Heaven’s Door si era precedentemente scritto sulla mano, proprio come fa Leonard in Memento (film di Christopher Nolan del 2000, con Guy Pearce e Carrie-Anne Moss), costretto a tatuarsi parti del corpo per conservare i propri ricordi.

La seconda è invece un piccolo dettaglio, e non sono nemmeno troppo sicuro della sua bontà: sulla gomma di Rohan compare la scritta Momo, e lo leggiamo quando questa è vicina ad altri suoi strumenti da disegno. Che sia un riferimento al celebre marchio italiano Momo Design di accessori di (appunto) design? Sinceramente non saprei, ma mi piace pensare di essere stato così bravo nell’aver individuato una citazione tanto nascosta da sembrare inventata. Da me.
Sempre in tema di citazioni improbabili, ve ne segnalo una mancata: un personaggio che lavora al Louvre di Parigi si chiama Gauche (sinistra), ma il Louvre è situato sulla rive droite (riva destra). Ecchissenefrega? Evvabbè, io cieò provato!
Come ultimo avvistamento, che però non considererei una citazione vera e propria, vi segnalo che Rohan sembri usare Google Chrome su Windows XP. Il tema giallo che gli vediamo usare è una caratteristica da non sottovalutare. Vediamo perché!

Araki e i colori di Rohan al Louvre

Come dicevo all’inizio, in Rohan al Louvre l’autore ha parecchio giocato con i colori e, durante la lettura, è possibile individuare sei distinte ambientazioni caratterizzate da altrettanti colori.
La storia è raccontata dallo stesso Rohan e, quando questa è ambientata nel tempo presente (cioè nel 2006: succede all’inizio della storia e durante un intermezzo), il colore dominante è il bianco.


L’inizio della narrazione di Rohan è ambientata nella locanda della nonna (nel 1996) e qui il colore dominante è il giallo, ecco il perché del giallo nel browser che Rohan usa per ricercare il museo del Louvre di Parigi in Internet

Il breve racconto nel racconto di Nanase, a proposito del pigmento nero usato dal pittore Nizaemon Yamamura per il dipinto maledetto, è invece caratterizzato dal color lavanda.


La parte ambientata a Parigi è caratterizzata dal colore rosa; credetemi anche se ho scelto una vignetta con molto azzurro, ma in questa si poteva vedere sia il rosa, che la posa super plastica che un’onomatopea per tutta la larghezza dello sfondo.


Sempre in quel di Parigi, ma nei piani sotterranei del Louvre in direzione del magazzino Z-13, le pagine sono caratterizzate dal colore grigio-azzurro (immagine in alto), mentre nel finale, quando finalmente è chiarito il mistero del dipinto maledetto, è il nero che condisce l’alternarsi delle vignette (immagine a sinistra).

Non vi ho convinti? Proviamo a dare un’occhiata alle pagine del volumetto da fuori:

Rohan al Louvre: conclusioni

La storia di Rohan al Louvre non è nulla di eccezionale per chi ha già conosciuto Araki con Le Bizzarre Avventure di Jojo, comunque e godibilissima. L’estro e la genialità che contraddistinguono i lavori di Araki con Rohan al Louvre si manifestano in altro modo: nell’uso dei colori per focalizzare l’attenzione, come già detto all’inizio, e in questa scelta di caratterizzare le varie ambientazioni con colori predominanti differenti.
Pregevole il lavoro svolto per l’edizione italiana (a proposito: ringrazio la redazione di Hikari per avermi concesso l’uso delle immagini tratte dal fumetto), veramente di livello superiore a quello cui ero abituato e a quello che mi sarei aspettato nelle mie più rosee aspettative.

Prima di concludere, un suggerimento: se questo articolo – o la lettura di Rohan al Louvre – vi stuzzicasse la curiosità di approfondire l’opera di Araki, il sito definitivo su Le Bizzarre Avventure di Jojo e il maestro Hirohiko Araki è Jojo X Serie, magari fateci un giro.

PS: un paio di giorni fa abbiamo affrontato il decennale dell’ultimo saluto all’amico Waterblu, grandissimo fan dei lavori di Araki. Sono sicuro che Rohan al Louvre gli sarebbe piaciuto: serio, come diceva lui.

Hora!

Rohan al Louvre, Hirohiko Araki Anonima Andrea Cabassi


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