Rivedo Rollerball dopo dieci, forse quindici anni. Lo vidi la prima volta da ragazzino, alle elementari. Oggi come oggi, se venisse prodotto un film del genere, intendo come contenuti e realizzazione, sarebbe vietato ai minori di 30 anni, secondo gli standard attuali. Basta dare un’occhiata al pessimo remake del 2002 per rendersi conto delle differenze di messaggi di ieri e quelle di adesso.
Locandina
Il film di Jewison, tratto da una novella di William Harrison, sceneggiatore anche del film, ci mostra quella che oggi sarebbe ormai un’ucronia, in un 2018 dove le Corporazioni guidano il mondo. Si sono già consumate due guerre dopo quella terminata nel 1945: la terza guerra mondiale e la guerra delle Corporazioni. Dopo questi conflitti, c’è una pace quasi perenne, mantenuta anche grazie a un gioco violento chiamato Rollerball. Sì, oggi non è una tematica nuova, ma non lo era nemmeno nel 1975, quando venne girato il film. Panem et circenses è un metodo per tenere la gente tranquilla vecchio di 2000 anni e più.
Violenza senza filtri
Oggi come oggi, l’ultimo film che porta sullo schermo giochi violenti per mantenere la pace è Hunger Games, edulcorato prodotto per bambini che è addirittura più zuccheroso del remake di Rolleball. Ma il punto è un altro.
Un film del 1975 che porta sullo schermo un eroe, Jonathan E. per cui fare il tifo, ma che non è senza macchia, non agisce solo secondo i canoni di bontà e giustizia: Jonathan non si fa mettere sotto da nessuno, nemmeno dalle Corporazioni che lo vorrebbero fuori dalla pista.
Sfera d’acciaio e guanti chiodati.
I nuovi prodotti televisivi e cinematografici, invece, ci stanno abituando a un eroe o eroina che non si sporcano le mani di sangue, lasciando che questo compito ingrato sia prerogativa del cattivo. Personaggi pronti al perdono, che riflettono prima di ferire o uccidere chi ha fatto fuori i loro amici. Molto spesso l’antagonista muore per un incidente o per mano di altri, ma non per mano dell’eroe. In Rollerball, al contrario, Jonathan è umano, e come tale cede all’ira e al desiderio di vendetta. Non ci pensa due volte a togliere il casco a un avversario e a ucciderlo, dopo che hanno fatto fuori il suo migliore amico pochi attimi prima. Non esita nemmeno a sfregiare una delle sue donne temporanee (nel film, ogni 6 mesi viene cambiata donna, direttamente dalle Corporazioni) sospettata di lavorare contro di lui per farlo ritirare.
Nessun problema a colpire gli avversari
Mi chiedo quindi quale sia il motivo e il senso per aver addolcito i prodotti cinematografici e letterari del giorno d’oggi, dove gli pseudo eroi moderni sembrano aver fatto passi indietro nella maturazione e struttura del personaggio stesso. Sembra davvero di essere tornati a quell’epoca buia in cui esisteva solo bianco e nero, e non c’era nessuna zona di grigio che contraddistingue invece un personaggio realistico da uno fittizio.