Sono mesi intensi e quello che ci voleva era proprio una pausa; Roma arriva così ad interrompere un periodo di stress e tensioni che hanno messo a dura prova la mia psiche.Si arriva, grazie al percorso formativo FQTS, e del laboratorio combinato tra Sardegna e Campania.Dopo una mattinata e un pomeriggio di lavoro, avevo bisogno di spazio, e tempo, per schiarirmi i pensieri e le idee che frullano tra la mia testa. A due passi dal Colosseo con l’albergo, mi faccio una lunga passeggiata fino ad approdare a San Pietro, spazio di grande calma e portatore di fantastici / tristi ricordi della mia infanzia.Già, Roma non è una bella città, perché ogni volta che ci andavo, non ci andavo per piacere; ma stavolta, anche se per un breve periodo, ci sono andato felice e con tanta voglia di svago.
La lunga passeggiata mi ha riempito il cuore di emozioni; tante le sensazioni che mi attraversavano e che lasciavano un sacchetto all’interno dello stesso.Felicità di saper tornare a San Pietro senza problemi, vedere le vetrine e dei volti nuovi, ma sopratutto parlare anche con altre persone; questo è il risultato dello sfogare ciò che qui in questa isola, ricca di convinzione e di persone associali, non è possibile.
Il rientro, in tram, fantastico. Ore 19.20 circa, vita a non finire, persone che stanche da lavoro, ancora hanno voglia di parlare col collega per organizzare la cena del sabato, e così via, frenesia portami via.
Rientro in albergo, tempo di una doccia, ed una nuova immersione in una Roma notturna.
Giorno dopo, laboratorio di mattina, confronto e plenaria, momenti di relazione.Libero fino all’ora di rientro, puntato per le ore 20.05.Ed è così che, stavolta, prendo la metro Linea A, e arrivo fino a Piazza di Spagna, e cammino, cammino e cammino. Passeggiando per Via del Babuino, guardando le vetrine dei negozi, arrivando fino a Piazza del Popolo per perdermi nella sua grandezza; percorro per tutta la sua lunghezza Via Del Corso, con vita, vera vita; faccio shopping, ovviamente, arrivo a Piazza Venezia e con immenso stupore mi innamoro, come ogni volta, dell’Altare della Patria.Arrivate le 16.05, quasi, inforco, assieme a chi è venuto con me durante questa mia gita nella città eterna, via dei Fori Imperiali, per andare a dare l’Arrivederci al Colosseo.
Non potrete capire, probabilmente, cosa significhi “Staccare la spina”, se non avete mai vissuto in modo “similare” tutto ciò che io sto attraversando; sorridere, non è sempre segno di serenità, ma ogni volta che parto, riesco a trovarla, seppur per qualche secondo, e……porca troia quanto è bello.
Ed è così, che dopo un’ora di ritardo, sono a casa.Travolto, puntualmente dalla stanchezza.
E la vita continua, felice, e infelice.
Ma sempre io e tutte le mie purghe mentali.