ROMA. L’ennesima passerella di personalità di ambito
scientifico, politico e associativo è andata in scena presso la sede
dell’Istituto Superiore di Sanità mercoledì scorso 11 novembre nel corso del convegno
dedicato alla “Presentazione dei risultati relativi alle linee progettuali -
Progetti Nazionali sull’Amianto” organizzato dal Ministero dell’Ambiente presso
la sede dell’ISS di Roma.
Una giornata fitta di interventi e relazioni scientifiche; qui tutti i relatori: Mariano
Alessi Ministero della Salute, Eleonora Beccaloni Istituto
Superiore di Sanità, Biagio Maria Bruni Istituto Superiore di Sanità,
Caterina Bruno Istituto Superiore di Sanità, Pietro Comba Istituto
Superiore di Sanità, Susanna Conti Istituto Superiore di Sanità, Massimo
D’Angelo Regione Piemonte Centro Sanitario Amianto, Monferrato
(AL), Paola De Castro Istituto Superiore di Sanità, Ruggero de
Maria Istituto Tumori Regina Elena, Roma, Irma Dianzani Università
del Piemonte Orientale, Novara, Lucia Fazzo Istituto Superiore di Sanità,
Francesco Forastiere Dipartimento di epidemiologia Regione Lazio, Roma,
Ranieri Guerra Ministero della Salute, Roma, Liliana La Sala
Ministero della Salute, Roma, Ivano Iavarone Istituto Superiore di
Sanità, Corrado Magnani – Università del Piemonte Orientale, Novara, Luciano Marchiori
Regione Veneto ASL 20 Verona, Verona, Alessandro Marinaccio Istituto
Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, Roma, Daniela
Marsili Istituto Superiore di Sanità, Dario Mirabelli Azienda Ospedaliera Torino Epidemiologia dei tumori,
Torino, Loredana Musmeci Istituto Superiore di Sanità, Walter
Ricciardi Istituto Superiore di Sanità, Giorgio Scagliotti
Università di Torino, Stefano Silvestri Istituto per lo Studio e la
Prevenzione Oncologica, Firenze, Maria Elena Soggiu Istituto Superiore di
Sanità.
Scopo del
convegno era raccogliere ed esporre i risultati raggiunti e le conoscenze
acquisite sulle attività relative agli accertamenti analitici, all’esposizione,
alle patologie asbesto-correlate e alle problematiche dell’esposizione
all’amianto.
I risultati
di cui è fatta relazione, sono il frutto di un lavoro svolto attraverso una
vasta serie di progetti finanziati dal fondo della Ricerca Corrente coordinato
dall’ISS, i progetti CCM coordinati dalla Direzione Generale della Prevenzione
e i prventivati risultati di esiti pianificati con gli Obiettivi di Piano da
parte delle Regioni.
In pratica il convegno di mercoledì ha visto porre in risalto l’obiettivo di
migliorare e potenziare la prevenzione e la promozione della salute e azioni
per il controllo dei determinanti ambientali.
Altro dato
emerso è stato il quadro epidemiologico ricavato dalla attività di sorveglianza
epidemiologica della patologia asbesto-correlata nei siti d’interesse nazionale
per le bonifiche con riferimento a quelli per i quali la presenza di amianto è
esplicitamente menzionata nei decreti istitutivi.
A tutto
questo si è arrivati dopo che il 21 marzo 2013 il governo allora in carica
approvò il Piano Amianto che non fu tuttavia adottato ma anzi rigettato più
volte a seguito della valutazione del MEF, il ministero dell’economia e della
finanza; situazione che ha portato alla richiesta di una Cabina di Regia e ad
un Accordo attraverso una proposta del Ministero della salute, attualment
ancora all’esame.
In pratica
siamo in una situazione di stallo perché, nonostante la buona partenza carica
di attese e aspettative, in realtà il governo Monti per primo ed ora il governo
Renzi non hanno stanziato alcunché per la realizzazione del Progetto Amianto
che operava in modo da liberare quanto più possibile il nostro Paese da una
simile catastrofica presenza. Non è stato investito nulla mentre però si
verifica uno stillicidio di decessi.
Fanno giustamente scalpore i dati emersi di recente sulla percentuale di
decessi in area bronese a seguito della presenza della ex Fibronit, rudere
contaminato, che continua a fare vittime cosiddette di seconda generazione, in
realtà il quadro generale a livello nazionale è assai ben più grave e ampio: si
pensi che le cifre indicate parlano di circa 6mila morti all’anno con un
incremento pari a circa 1000 nuovi decessi ogni anno.
E l’aspettativa di vita secondo alcuni relatori scientifici è di 18 mesi dopo
la diagnosi certa di mesotelioma mentre per altri intervenuti sale a 3 anni,
con un prolungamento di vita che aiuta anche il cammino della ricerca verso una
soluzione medica del problema “asbestosi” e “mesotelioma pleurico e peritoneale”.
La cosa che
dovrebbe condurre ad una riflessione anche amara è che il convegno di mercoledì
non ha fornito alcunché di nuovo, proponendo invece ancora una volta le
informazioni di sempre con qualche piccolo aggiornamento, per altro nemmeno
incisivo ai fini della soluzione del problema amianto e patologie correlate. E
tutta questa rarefazione di risultati, a fronte di un investimento molto
importante pari a 15 milioni 900mila euro, messo a disposizione dal ministero
per la realizzazione di questi studi, di queste ricerche e analisi.
E’ naturale
chiedersi dunque, a che cosa serve investire tanti soldi per un Progetto
Amianto che è fermo e che quindi non sta sortendo alcun effetto né tanto meno risultati
concreti?
Quante operazioni di bonifica si sarebbero potute effettuare se anziché a
sterili e inutili ricerche, questi fondi fossero andati a quegli interventi di
bonifica sia piccola che grande, urgenti sul territorio nazionale per la salute
dell’ambiente e dei cittadini che l’abitano?Lo stesso presidente dell’Istituto
Superiore di Sanità Walter Ricciardi ha dichiarato che “da questa giornata
devono uscire linee di direzione da proporre al ministro e al governo per
continuare nella lotta all’amianto sino a sconfiggerlo”. Ma quali linee se
queste sono già state individuate e quale lotta se i pochi fondi esistenti e
stanziati non sono destinati alla voce bonifica ma a ricerche fini a se stesse?
E se il governo è totalmente sordo e indisponibile a rilasciare finanziamenti
per questo obiettivo, il primo, il vero e l’unico utile?
E allora perché perdersi in chiacchiere da salotto finanziate dai quasi 16
milioni di euro e non passare invece finalmente al concreto?
Le stesse perplessità unite ad una forte amarezza si ritrovano nelle
considerazioni di Fabrizio Protti presente e intervenuto al convegno dell’ISS
come responsabile per lo sviluppo internazionale del gruppo EUROPLASMA leader
mondiale nell’inertizzazione dell’amianto e proprietario della Inertam
industria operante in Francia dal ’90 con più di 2 milioni di tonnellate di
amianto completamente distrutte e rese materiale inerte.
“Prendo atto di quello che ho sentito e purtroppo non posso esprimere soddisfazione dopo 25 anni di sostanziale immobilismo” ha commentato Protti al termine dell’incontro. E aggiunge: “Il mio intervento é avvenuto
nell'ambito della tavola rotonda dedicata all'industria. É evidente, per
come stanno evolvendo i fatti, che anche lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha allentato
l'attenzione facendo scendere il livello di allerta sull'amianto sino a
quando appunto l'allora ministro della salute Balduzzi diede risorse a ISS per
riprendere gli studi. Di fatto ISS ha subappaltato a gruppi di ricerca
medica, epidemiologica ed altri per riprendere i dati di
analisi finalizzati al reparto sanitario, poi di fatto dovendo
procedere comunque anche in via concreta, hanno fatto dei monitoraggi
ambientali in siti simbolo come ad esempio a Biancavilla in Sicilia. Posto
che in via personale sarei interessato a vedere i rendiconti sulle
campionature, sulle condizioni degli strumenti e sui protocolli
utilizzati per la campionatura,oltre che i rapporti, che cosa
produrranno ora questi dati? Contribuiranno a produrre linee guida
nazionali più concrete o a coordinare le esistenti o a confrontarsi con
le aziende per dare un contributo tecnico scientifico all'industria per
migliorare le cose? Perché è evidente che in sostanza il Piano Nazionale Amianto non esiste, il Piano presentato nel 2012 e apprezzato da un governo
dimissionario fu infatti bocciato nel 2013 dal governo transitorio
in ambito del Mef e ritoccato nel 2014 dall'attuale per lo stesso
motivo".
"E' inutile quindi che ci giriamo intorno - conclude Protti - il piano è
vecchio, non corrisponde alle normative di indicazione europea del marzo
2013 e non ha più un riscontro tecnico attualizzato, sia per le bonifiche che
per i protocolli che per lo smaltimento, oltre a non avere mai avuto e a non avere ancora nessuna riscontro finanziario".
Intanto si attende la
riunione della Conferenza dei Servizi che è stata convocata a Roma per il
giorno 25 novembre prossimo sul caso Fibronit e nel corso della quale si
attende di conoscere quali sono le iniziative predisposte dall’amministrazione
comunale di Broni per le operazioni di bonifica dell’area della ex fabbrica di
amianto.
MiriamPaola Agili
Magazine Informazione regionale
ROMA. Ancora tante parole all'ISS sull'amianto ma a quando progetti concreti?
Creato il 15 novembre 2015 da AgipapressI suoi ultimi articoli
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