ROMA. Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968 in mostra al MAXXI: uno spaccato dell’Italia migliore.
Creato il 26 novembre 2014 da Agipapress
ROMA. È Bellissima.
L’Italia dell’alta moda 1945-1968 la mostra che si inaugura domenica 30
novembre e aperta al pubblico dal 2 dicembre 2014 al 3 maggio 2015.
Curata da Maria
Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano Tonchi, attraverso la lente
privilegiata della moda, ritrae la cultura italiana in un momento di creatività straordinaria nel
cinema, nell’arte, nell’architettura, nel teatro, nella fotografia, e fa
rivivere al MAXXI le atmosfere e gli stili di un periodo che ha contribuito in
modo unico a definire il carattere italiano a livello internazionale.
Bulgari,
da 130 anni emblema di creatività ed eccellenza, è main partner di questo
progetto.
Schubert e le
Sorelle Fontana, Germana Marucelli e Mila Schön, Sarli e Simonetta, Capucci e
Gattinoni, Fendi, Valentino e Galitzine; abiti,
accessori e gioielli in dialogo con opere d’arte; e ancora la Roma protagonista
del Giubileo del 1950 e delle Olimpiadi del 1960, la città del cinema e dei
divi hollywoodiani, di via Veneto e della Dolce Vita, ma anche i paesaggi
italiani di Torino, Milano, Firenze, Venezia, Napoli.
Il
MAXXI apre dunque i suoi spazi alla moda, eccellenza del nostro Paese,
raccontando il periodo del secondo dopoguerra (1945 – 1968), attraverso la mostra e un libro che la
accompagna, dal ricco apparato iconografico, nato in collaborazione con Altaroma.
La
mostra, attraverso l’allestimento dell’architetto Maria Giuseppina Grasso
Cannizzo, diventa dispositivo per riattivare atmosfere e suggestioni
dell’alta moda italiana.
Gli abiti da sera e da giorno realizzati da maestri
come Maria Antonelli, Renato Balestra, Biki, Carosa, Roberto Capucci,
Gigliola Curiel, Fendi, le Sorelle Fontana, Irene Galitzine, Fernanda
Gattinoni, Germana Marucelli, Mingolini-Gugenheim, Fausto Sarli, Mila Schön,
Emilio Schuberth, Simonetta e Fabiani, Valentino, Jole Veneziani rivivono
attraverso una coreografia di manichini La Rosa e ricostruiscono
una galassia di voci spesso caratterizzate da rapporti molto stretti con il
mondo dell’arte e del cinema.
In
mostra, tra l’altro, il celebre abito “Pretino”,
creato per Ava Gardner dalle Sorelle Fontana nel 1955 e ripreso poi da
Anita Ekberg nella Dolce Vita di Fellini: ispirato alle vesti
cardinalizie, sobrio e spiritoso nel contempo. E poi uno degli scintillanti abiti di Mina
disegnati da Fausto Sarli negli anni Sessanta per il programma televisivo Studio
Uno.
Da sempre ideale
complemento degli abiti come espressione di gusto e personalità, anche i
gioielli raccontano i fermenti culturali di un’epoca. Bulgari, il gioielliere
italiano più celebre nel mondo, esporrà una selezione di pezzi unici
rappresentativi di un periodo chiave nella storia del Marchio a livello di
sperimentazione e innovazione stilistica. Fra i pezzi in mostra, le iconiche
creazioni Serpenti in oro con diamanti o smalti e una straordinaria
collana degli anni ’50 in platino, rubini e diamanti per un totale di 70
carati.
Arricchiscono
la mostra accessori di Ferragamo, Fragiacomo, Gucci, Roberta di Camerino e
la bigiotteria di Coppola e Toppo, filmati che rivelano la grande
effervescenza della moda italiana.
Ritmano
il percorso espositivo le fotografie di Pasquale De Antonis, Federico
Garolla, Ugo Mulas, autori straordinari che attraverso le loro immagini
hanno raccontato l’alta moda italiana e i suoi paesaggi.
A
sottolineare la complicità tra arte e moda che ha profondamente segnato quegli
anni, in mostra opere di Lucio Fontana, Alberto Burri, Paolo
Scheggi, Massimo Campigli, Getulio Alviani, e ancora Carla Accardi
e Giuseppe Capogrossi, molte delle quali nella collezione della Galleria
Nazionale d’Arte Moderna, testimonianza della sperimentazione e della grande
vitalità creativa di un’epoca eccezionale.
Il dialogo con l'arte contemporanea è esaltato da VB74 la performance che Vanessa Beecroft ha progettato proprio per l'inaugurazione
della mostra, sul
tema dell’identità femminile.
In VB74 un
gruppo di donne mette in scena la ritualità
legata all’essere e all’apparire.
Il pubblico è coinvolto in un confronto
diretto, teso ad annullare i limiti che separano la scena dallo
spettatore
Il libro, edito da Electa, completa e integra il progetto: un libro che restituisce il paesaggio
dell’alta moda italiana del dopoguerra come fenomeno policentrico, una sorta di
atlante visivo, omaggio a quelle città che hanno contribuito a una delle
più belle pagine della storia del costume in Italia.
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