ROMA. “Se qualcuno ha fatto il furbo deve pagare”. E’
perentorio il commento del senatore pavese Gian Marco Centinaio capogruppo
della Lega Nord in Senato alla notizia delle azioni messe in atto dalla Guardia
di Finanza e dalla Guardia Forestale a Broni.Il commento, infatti, arriva a seguito della notizia che ha gettato scompiglio oggi in tutto l’Oltrepò vitivinicolo, per l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Forestale nella Cantina Terre d’Oltrepò di Broni e che ha portato al sequestro di ben 16 milioni di litri di vino sfuso e circa 700mila bottiglie.
Si indaga anche su tutto il CdA della Cantina e visti i legami, anche sulla cantina di Casteggio.
Verifiche sarebbero in corso anche su aziende che conferivano vino a Broni e a Casteggio.
Molto probabilmente non si tratta di vino ammalorato ma dovrebbe trattarsi di vino importato da altre regioni d’Italia, una voce che da anni circolava in Oltrepò e sulla quale non pochi produttori scherzavano definendola più una leggenda che una realtà. Si parlava di cisterne di vino in arrivo nella notte dalla Puglia e da altre zone del sud Italia, vino acquistato e scaricato “di nascosto” nel tentativo di tamponare un’annata dalla produzione scarsa o comunque meno “rigogliosa”, soprattutto negli anni successivi al diffondersi della Flavescenza Dorata che aveva fatto parecchi danni distruggendo vitigni e riducendo pesantemente la produzione vitivinicola, portando a perdite pesanti sul fronte delle vendite.
Diciamo quindi che le indagini della Finanza e della
Forestale stanno portando in luce un sommerso importante che potrebbe rivelare
la fondatezza di queste “voci”. D’altronde come riporta una nota della stessa GdF in merito alla vicenda della cantina di Broni “…la cantina commercializza imponenti quantitativi di Doc/Igp/Igt
dell'Oltrepò Pavese, per origine, provenienza e qualità diverso da quello
dichiarato e del tutto incompatibili con l'effettiva quantità e qualità di uva
prodotta e conferita dai soci”.
Intanto la Lega Nord alza il livello di allarme e di
attenzione al problema. “Con la salute dei cittadini non si scherza e nemmeno
con la buona fede degli agricoltori che hanno lavorato onestamente – hanno commentato
il senatore Centinaio e il senatore Candiani, capogruppo LN in Commissione
agricoltura -. Crea allarme il maxi sequestro di oggi di ben 16 milioni di
litri di vino sfuso a Broni. Crea allarme per i posti di lavoro e per il
prodotto di un intera annata. Siamo però certi che la Guardia di Finanza e la
Forestale sapranno fare bene il loro dovere. Siamo convinti che chi ha lavorato
onestamente non avrà nulla da temere. Chi ha voluto fare il furbo sulla pelle
di un intero territorio dovrà pagare e non farsi più vedere".
(mpa)
