Dopo alcune edizioni in dvd tutt’altro che memorabili a cura di case di distribuzione home video per lo più scomparse, approda nel mercato dell’alta definizione anche Roma città aperta di Roberto Rossellini, diretto nel 1945 dal regista romano occupandosi, inoltre, della sceneggiatura – non accreditato, come pure Alberto Consiglio – insieme a Sergio Amidei e Federico Fellini.
Un blu-ray targato Flamingo Video che rende finalmente giustizia allo splendido bianco e nero fotografato da Ubaldo Arata, offrendo l’occasione di visionare nel migliore dei modi la vicenda neorealista che, ambientata nel 1943, durante l’occupazione nazista, vede la polizia tedesca sulle tracce di Manfredi alias Marcello Pagliero, ingegnere comunista a capo di un gruppo armato della resistenza, sfuggito alla perquisizione nel suo appartamento e rifugiatosi nella casa del parroco di periferia Don Pietro, cui concede anima e corpo l’indimenticabile Aldo Fabrizi.
Perché, con l’attenzione rivolta più al lato morale che a quello politico dell’Italia fascista, è proprio ispirandosi alla storia vera di don Luigi Morosini, torturato e ucciso dai nazisti perché colluso con la Resistenza, che l’autore di Paisà (1946) e Germania anno zero (1948) concepì quello che possiamo tranquillamente definire il suo capolavoro, candidato all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1946; nonché del Nastro d’Argento per il miglior film e per la migliore attrice Anna Magnani, la cui uccisione a colpi di mitra davanti agli occhi del figlio è rimasta una delle immagini storiche del cinema tricolore (e non solo).
E, in mezzo a cinegiornali, un incontro con il produttore cinematografico Beppe Attene, un intervento di Citto Maselli, vecchi filmati riguardanti racconti di Fabrizi e Rossellini, documenti testuali e una breve intervista a Renzo Rossellini, figlio del regista, sono anche nove minuti di dichiarazioni sul lungometraggio (tra i commentanti, Martin Scorsese, François Truffaut e il Vito Annichiarico che interpretò il piccolo Marcello) ad arricchire la sezione extra del disco; la cui importanza, per ogni cinofilo che si rispetti, dovrebbe trovare conferma in un’affermazione storica del grandissimo Otto Preminger, autore di Vertigine (1944) e L’uomo dal braccio d’oro (1955): “La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta”.
Francesco Lomuscio
Scritto da Francesco Lomuscio il ott 2 2011. Registrato sotto RUBRICHE, TAXI DRIVERS CONSIGLIA, VIDEODRHOME. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione