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Roma come Delhi o Calcutta

Creato il 15 novembre 2013 da Giuseppe Bonaccorso @GiuseppeB

MendicanteRoma è piena di mendicanti. Non si è ancora giunti al livello di Calcutta o Nuova Delhi, ma la tendenza non è affatto incoraggiante. Ad ogni angolo di strada, di fronte a quasi tutti i supermercati, nei gradoni delle chiese, c'è gente che, volente o nolente, ha trasformato l'accattonaggio nel proprio mestiere.

Ricordo ancora che sotto la mia precedente abitazione c'era un minimarket e, pochi mesi dopo il mio trasferimento, una donna decise di considerare il suo quotidiano stazionamento di fronte ad esso come un posto di lavoro. Ogni mattina, per almeno sei anni (dopo sono andato via), ella veniva, sola o accompagnata dalla figlia, prendendo la metropolitana, sistemava una cassa proprio di fronte all'ingresso e restava tutto il giorno a salutare la gente che entrava ed usciva, sperando nell'elemosina. Tutti i giorni per sei anni!

Lasciando da parte le polemiche, mi domando: "E' possibile che in sei anni una persona valida non riesca a trovare un impiego dignitoso?" Non sforzatevi di rispondere... Perchè a quella mendicante era stato perfino offerto di fare qualche lavoretto per conto del supermercato (pulire il marciapiede di fronte, sistemare qualche cassetta o scatalone, etc.). Lavori di poco conto ma che le avrebbero permesso di guadagnare perlomeno lo stessa cifra che riusciva a raggranellare elemosinando. Immaginatevi com'è andata... Ha rifiutato dicendo che soffriva di mal di schiena! Un male così atroce che tuttavia le permetteva di stare seduta (senza schienale) per ore intere.

Molta gente è in difficoltà ed è dovere di ogni cittadino benestante aiutarla a migliorare la propria condizione. Lasciare un euro ad un mendicante non è un atto disdicevole, anzi, dimostra che si possiede quel minimo di sensibilità verso chi, indubbiamente, sta peggio. Ma consentire e talvolta perfino incoraggiare l'accattonaggio è vergognoso, degno di popoli che non desiderano abbandonare un'attitudine mentale arcaica e deleteria. Non voglio apparire senza cuore, così come non voglio mai pubblicizzare le donazioni, ma la dignità è anche un carattere sociale e, proprio per questa ragione, senza ledere la libertà, un popolo civile dovrebbe educare (e correggere le incongruenze, se necessario) a comportamenti sempre dignitosi.

Aiutiamo tutti i disgraziati delle Filippine. Doniamo tutti alle ONLUS che si occupano degli indigenti. Portiamo gli abiti dismessi nelle parrocchie o nei centri specializzati. Facciamo noi stessi volontariato. Ma cerchiamo anche di donare lo straordinario potere della dignità.

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