Il Roma Creative Contest 2013 si è concluso il 6 ottobre, con un’ultima serata attraverso la quale si è giunti anche al momento fatidico delle premiazioni. E nel suo piccolo la redazione di Taxi Drivers può persino affermare di aver avuto l’occhio lungo: il premio per la Miglior Sceneggiatura è andato infatti ad Alessandro Bardani e Luca di Prospero per Ce l’hai un minuto?, cortometraggio che avevamo preso in forte simpatia e che perciò era stato prontamente recensito. Scorrendo la lista dei premi, si scorgono altri lavori la cui visione ci ha deliziato non poco: su tutti The Backwater Gospel, spaccato gotico con atmosfere western che, come ci ricorda il comunicato stesso del festival, “racconta l’inquietante arrivo di un becchino – temibile presagio di morte – in una isolata comunità rurale degli anni ’30”. Ed è così che gli statunitensi di The Animation Workshop si sono aggiudicati il premio per la Migliore Animazione nella sezione apposita. Mentre a fare incetta di premi è stata Chantal Toesca, che col suo Non è successo niente ha collezionato ben quattro statuette, quella per il Miglior Cortometraggio, le Migliori Musiche Originali (alla compositrice Diana Tejera), il Miglior Montaggio (alla montatrice Valentina Mariani) e la Migliore Interpretazione Femminile grazie alla protagonista Nunzia Schiano.
Ci sembrerebbe tuttavia operazione noiosa e in qualche misura sterile, considerando anche la possibilità per il lettore di ricavare tali informazioni direttamente dal sito ufficiale, l’ostinarsi a scorrere la lista dei premi sciorinando poco alla volta i vincitori. Ci darà senz’altro più soddisfazione rifare, per l’ennesima volta, il percorso del gambero; e cioè tornare con la memoria al secondo appuntamento con questa frizzante manifestazione cinematografica, quello datato 22 settembre. E cosa possiamo ottenere innestando così bruscamente la retromarcia? Innanzitutto il ricordo di una serata speciale e di un cortometraggio speciale. Ma a rendere tanto particolare la serata in questione non è stata soltanto la qualità media, decisamente alta, dei corti in concorso. Alcuni eventi speciali hanno altresì contribuito a rendere elettrica l’atmosfera. Innanzitutto il ritorno sul palco del Teatro Vittoria di Enrico Maria Artale, giovane cineasta che riuscì a dominare la prima edizione del festival con Hai in mano il tuo futuro, vincitore del Premio al Miglior Corto nella sezione Cacciatori di immagini. Evidentemente lui e l’attore protagonista Lorenzo Richelmy hanno davvero in mano il loro futuro, visto che il lungometraggio d’esordio di Artale, Il terzo tempo, promette di essere un riuscito omaggio tanto al mondo del rugby che alle inquietudini tipiche di un’età difficile. Ne abbiamo avuto un piccolo assaggio proprio grazie al trailer proiettato la sera stessa. E il film dovrebbe essere nelle sale a breve. Ma il momento più coinvolgente della serata ha coinciso senz’altro con l’apparizione dell’audiovisual rock band Frank Sent Us, un gruppo romano abituato ad applicare fantasia cinefila e gran senso del ritmo alla contaminazione, da loro molto ben studiata, fra musica e immagini. Davvero tambureggiante e ipnotica ogni loro performance!
In tutto ciò abbiamo lasciato per ultimo il cortometraggio che più di altri ha saputo sbalordirci, tanto da meritarsi poco fa l’appellativo di “speciale”. Trattasi di Vai col liscio, l’originalissimo corto di Pierluigi Paganelli che nella serata conclusiva ha saputo conquistarsi comunque un piccolo, ma appropriatissimo premio, quello per il Miglior Sonoro; scelta decisamente indovinata, anche considerando che la musica è uno degli assai portanti di questa gustosa commedia horror in salsa zombie. E l’originalità di fondo è proprio questa: aver trovato la giusta messa in scena, un mood ammiccante e interpreti strepitosi per l’immaginifico plot, in cui gli stereotipi dello zombi movie vanno sorprendentemente a fondersi con l’inedito scenario della balera, con l’intramontabile e per molti mortifera (non a caso…) moda del liscio! Interpreti d’eccezione, abbiamo detto, tra cui è impossibile non citare Valerio Mastandrea, Elisabetta Cavallotti, Bob Messini e Andrea Mingardi con la sua improbabile band di morti viventi. Ma è il cameo di Raoul Casadei, ve lo assicuriamo, a rendere questo cortometraggio un piccolo “cult”, da recuperare a ogni costo. Ballare (il liscio) per credere.
Stefano Coccia