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Roma drogata: la polizia non può intervenire

Creato il 28 dicembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Roma drogata: la polizia non può intervenire, film del 1975 di Lucio Marcaccini, è un poliziesco atipico che unisce i canoni del classico ‘poliziottesco’ all’italiana con il tema delle droghe e degli allucinogeni. Le musiche furono affidate ad Albert Verrecchia, musicista e compositore francese che giunse in Italia negli anni ‘60 col complesso rythm and blues I Pyranas. Negli anni ‘70 si dedicò ad alcune colonne sonore, ma i suoi lavori più importanti furono le collaborazioni con Alan Sorrenti, Raffaella Carrà e Renato Zero. Per le musiche di Roma drogata Verrecchia non seguì il filone funky in voga nel genere ma creò, data anche la tipologia di film, una colonna sonora decisamente psichedelica. Per la parte strumentale si avvalse della collaborazione del complesso dei Cyan, oltre al percussionista napoletano Tony Esposito, non ancora esploso come cantautore, ma con già alle spalle collaborazioni con Alan Sorrenti, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, Edoardo Bennato e Francesco De Gregori. I Cyan erano un quartetto italo-inglese composto da George Sims (chitarre), Roger Smith (basso), Alberto Visentin (tastiere) e Franco Di Stefano (batteria). Questo complesso era derivato dai Cyan Three, gruppo spalla di Patty Pravo ai tempi del Piper, che poi cambiò nome quando divenne un quartetto con l’arrivo del tastierista. I Cyan Three originali erano tutti inglesi ed includevano il batterista Gordon Fagetter, che uscì dal gruppo nel 1973. Per la parte vocale Verrecchia si avvalse invece di Sammy Barbot, Edda Dell’Orso e le Baba Yaga. Sammy Barbot, il cui vero nome è Jacques Edouard Barbot, era un ballerino, cantante e presentatore, famoso in Italia per la conduzione della trasmissione musicale Piccolo Slam. Edda Dell’Orso non ha bisogno di presentazioni fra gli appassionati di colonne sonore, perché è la voce indimenticabile di tutto il cinema italiano degli anni ’60–’70. Le Baba Yaga, invece, erano un gruppo vocale formato da Isabella Sodani, Rita Mariano e Patrizia Neri, che lavoravano come coriste per la RCA, ed hanno cantato in molti dischi di cantautori come Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Rino Gaetano, ed anche in alcune colonne sonore dei fratelli De Angelis, come in Altrimenti ci arrabbiamo nella celebre Dune Buggy.

Il disco di Roma drogata: la polizia non può intervenire non uscì all’epoca, e dobbiamo ringraziare l’Associazione Escalation per avere recuperato le musiche, stampate nel 2007 in cd. Il film e il disco si aprono con “We’ve got a lord”, un brano soul cantato da Sammy Barbot, accompagnato dal coro delle Baba Yaga. Questo brano, che troviamo nei titoli di testa, di coda, e in altri momenti durante il film, non fu scritto da Albert Verrecchia, ma da sua sorella Évelyne Verrecchia con lo pseudonimo di Evelyn Lenton (in Italia più nota come cantante beat con il nome di Evy). Caso molto particolare: i titoli di testa riprendono proprio le fasi della registrazione del brano, per cui si vedono Sammy Barbot, i Cyan, le Baba Yaga e Albert Verrecchia. Questo brano è presente nel film anche in una versione più lenta di solo voce, durante la prima scena di sesso, ma questa traccia non è presente nel disco. Viceversa, la traccia 19 è la versione strumentale.

La seconda traccia del cd, sempre cantata da Sammy Barbot, è un violento brano hard rock, che non ha nulla da invidiare ai Led Zeppelin, grazie soprattutto agli splendidi riff di chitarra con effetto fuzz. Le tracce 3 e 9, che nel film accompagnano la scena di un droga party, sono invece uno stesso brano blues di lunghezza diversa, con la chitarra di George Sims ancora protagonista con effetti wah-wah. Ci sono poi alcune tracce che caratterizzano particolarmente questo film che sono sperimentazioni percussive e vocali al limite dell’avanguardia, dove spicca, ovviamente, Tony Esposito (tracce 4, 5, 8 e 18). La traccia 6 è un brano ipnotico ossessivo che rimarca il carattere psichedelico del film , mentre la 7 è invece un lungo brano rock dominato dall’hammond di Visentin, le cui sonorità ricordano i Deep Purple o Le Orme di Cemento Armato. I brani 10 e 11 sono caratterizzati dalla voce di Edda Dell’Orso, e nel film si sentono consecutivamente durante una scena di sesso e allucinazioni. La traccia 10 è una ninna nanna (che ritroviamo anche nella traccia 16) con l’aggiunta di effetti di lastre metalliche con singhiozzi e lamenti di Edda. La traccia 11 ha invece una base rock-blues, dove i vocalizzi di Edda mutano in grida di dolore e angoscia.

Nella traccia 12 si scatena invece Tony Esposito con ritmi “afro”, per un brano che nel film accompagna un incubo a tema cannibalesco causato dall’uso di droghe. I brani 13 e 14 sono invece più soft-rock con basso e tastiere in evidenza insieme a voci distorte. La breve traccia 15 contiene il suono di una chitarra distorta con effetti stereo che la fanno passare da un canale all’altro. La traccia 17 è, infine, un brano di chitarra acustica che nel film viene suonato da un ragazzo, unico caso di musica diegetica di questa colonna sonora. Un disco che non può mancare agli appassionati di rock anni ‘70.

Fabio Meini

Caniarrabbiati.it


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