Una soluzione, beninteso, che viene adottata anche in alcuni parti della città pure a Roma. Sì, ma solo in alcune. In altre zone, incomprensibilmente, la strategia è un'altra. In questi giorni i cittadini dell'Esquilino si sono svegliati con davanti al pianerottolo una pattumiera marrone per fare la raccolta dell'umido. "Bene" hanno pensato i cittadini "sarà l'inizio di una raccolta porta a porta anche perché i nostri palazzi, tutti risalenti a fine Ottocento o a inizio Novecento sono perfetti per ospitare i bidoncini e liberare le strade dai cassonetti". E invece no, niente di più distante dalla realtà.
In maniera del tutto cervellotica Ama in questo Rione e chissà in quali altri quartieri sta promuovendo la "differenziata stradale". Cosa significa? Significa che i cassonetti, invece di diminuire o di scomparire come accade in tutta Europa, aumentano. Da tre tipologie si passa a cinque tipologie. Più spazio pubblico occupato da queste mini-discariche, più spazi per chi rovista, più opportunità per i ratti, più brutturia per la strada. Già, perché i nostri cassonetti, oltre ad essere inopportuni e fuori dal tempo, sono anche brutti.
Anche Parigi lascia alla raccolta stradale la sola (la sola!) raccolta del vetro. Ma lo fa dopo aver affidato ad un designer il disegno dei cassonetti e delle campane (sia quelle esterne, sia quelle dotate esclusivamente di bocchetta per la raccolta poi sotterranea) che si presentano così come le vedete qui sopra. Ecco il confronto con le campane romane in vomitevole verde industriale. Quale soluzione vi piace di più? Senza dubbio, avvezzati al cattivo gusto e cresciuti senza la capacità minima sindacale di saper discernere il bello dal brutto non ci avevate mai pensato, eh? E invece questo è uno dei grossi inconvenienti: vi immaginate la griglia piemontese dell'urbanistica dell'Esquilino presto riempita di questi verdoni? Eccheccefregaiprobbblemisoarrrrtriaroma, vero?
Ma non è l'unica questione: c'è quella delle sanzioni e della corretta raccolta. Da Madrid a Parigi i bidoncini condominiali hanno tanto di codice a barre e se qualcuno nel condominio 'butta male' si procede alle multe. La cosa, ovviamente, invoglia a comportarsi meglio e a conferire la spazzatura come si deve. A Roma il cassonetto è il luogo dove tutto può accadere, tanto nessuno controlla, tanto nessuno può risalire e così i contenitori sono pieni di roba che pregiudica i processi di riciclaggio, riuso e recupero e i dintorni si riempiono di materassi, televisori, elettrodomestici, reti di letti e quant'altro.
Perché Ama adotta questa strategia fallimentare? Lo abbiamo chiesto ieri mattina a delle (peraltro gentilissime e professionalissime) addette dell'Azienda Municipalizzata dell'Ambiente. La risposa? Raggelante: "qui restano i cassonetti e anzi aumenteranno perché non siamo nel pieno del centro storico e nelle strade c'è abbastanza spazio". Questa è la logica. Si va a saturazione dello spazio pubblico. E' un po' come la logica della doppia fila. Ci si ferma in doppia fila perché tanto chi viene dietro in qualche modo "ce passa". Alla fine è tutto e sempre una questione di arredo urbano, noi lo ripetiamo da 8 anni...