Le qualità e le bellezze presenti in Italia non rappresentano certo una novità e mai nessuno si sognerebbe di mettere in discussione la mole incredibile di località marittime, arte, cultura, cucina e tradizioni. Proprio queste ultime due sono state elogiate in un articolo del prestigioso quotidiano statunitente “New York Times”, che ha eletto Roma come capitale del turismo enogastronomico. La metropoli è oggi ancora più accessibile visti i tanti voli della Alitalia e low cost disponibili da quasi tutte le regioni italiane, tra cui naturalmente anche la Sicilia, da cui partono diversi voli Catania-Roma.
Il delegato al Turismo di Roma Capitale, Antonio Gazzellone ha commentato l’articolo della prestigiosa testata straniera sottolineando come la metropoli si confermi come meta prediletta da milioni di turisti, grazie anche alla sua offerta diversificata che riesce ad intercettare il rinnovato interesse dei turisti di tutto il mondo, dei mercati nuovi e di quelli tradizionali, sottolineando come solo nel 2012 siano arrivati a Roma circa un milione e mezzo di americani che hanno portato a quasi quattro milioni di presenze, attratti come non mai dalla cucina romana e dalle tipiche trattorie che sono una delle ricchezze della città.
Proprio nelle trattorie è possibile scoprire tutta quella che la semplicità della cucina romana, fatta con ingredienti popolari e per nulla elaborata, caratterizzata dunque da uno stile rustico dai toni caserecci e per questo saporiti, genuini e corposi. Questa prende origine neanche a dirlo da quella che è l’anima del popolo, che per secoli ha animato le strade della capitale, affollando le tante locande e trattorie sparse per le strade, nei vicoli stretti e nelle piazze, preferendole alle regge signorili della potente aristocrazia romana.
La cucina romanesca autentica è fatta di ingredienti umili, quasi di scarto, non adatti per questo a comparire sulle mense di principi e cardinali. Tra questi ingredienti troviamo ad esempio le frattaglie e altre parti secondarie degli animali. Fino ad un secolo fa si utilizzavano ancora le budelline del pollo brodettate ripassate con le uova e limone, il pasticcio di zinna di vacca, o la milza con i funghi, che all’epoca costituivano prelibatezze di estrazione plebea e di basso costo, ma che oggi sono ormai scomparse.