ROMA. L’Agenzia del Demanio e il Comune di Pavia, in
collaborazione con il Ministero della Difesa, promuovono la manifestazione
d’interesse online rivolta a soggetti interessati a contribuire con idee e
proposte all’operazione di recupero, riuso e valorizzazione della struttura ex
militare dell’Arsenale.
Fino al 30 ottobre prossimo sarà possibile partecipare,
collegandosi al sito www.agenziademanio.it
o al sito del Comune di Pavia www.comune.pv.it,
all’indagine esplorativa destinata a professionisti e operatori del settore
locali, nazionali ed internazionali, per individuare una soluzione ottimale e
sostenibile anche dal punto di vista ambientale, economico e sociale per la
valorizzazione dell’immobile pubblico.
L’ex Arsenale di Pavia (ex Caserma Cairoli – Officina di Costruzione del Genio
militare S. Mauro), si distribuisce su una superficie complessiva di circa 143.600
mq tra fabbricati e vaste aree verdi attraversate da strade asfaltate, piazzali
e da un corso d’acqua, il Navigliaccio, e con una possibilità di insediamento
paria 1143 abitanti, è stata la sede del 22º stabilimento tecnico-industriale
del Genio Militare di Pavia.
Nel mense di dicembre del 2014, il complesso è stato dismesso dal
Ministero della Difesa ed è rientrato nella procedura dell’art. 26 del Decreto
Legge n. 133/2014 “Sblocca Italia”, finalizzato a promuovere iniziative valorizzanti gli immobili pubblici non utilizzati, per
contrastare il degrado e l’abbandono di questi beni e creare sviluppo economico
e sociale anche attraverso strategie di cooperazione tra soggetti pubblici e
privati.
Attraverso questo strumento legislativo l’Agenzia del Demanio e il Comune di
Pavia potranno infatti definire l’eventuale variante urbanistica che permetterà,
attraverso nuove possibili destinazioni d’uso, di far rinascere il compendio a
beneficio dello sviluppo locale e del contesto sociale in cui il bene si
inserisce.
Quali sono i contenuti della “manifestazione di interesse”? Lo si rileva dall’articolo 5 della documentazione prodotta sul sito del Demanio e che riportiamo.
“La proposta di valorizzazione del compendio immobiliare andrà inoltrata sulla
piattaforma on-line secondo le modalità di cui al successivo Art. 6 e potrà
riguardare sia gli aspetti di natura urbanistica, architettonica e
paesaggistica (recupero, riqualificazione, trasformazione etc.), sia quelli di
natura funzionale – gestionale (riuso e gestione).
Le proposte che, previo inquadramento generale, potranno riguardare anche
porzioni del compendio (singoli lotti, unità d’intervento etc), dovranno essere
circostanziate e rappresentare ogni utile elemento volto a dimostrare la
sostenibilità tecnico-economicogestionale di massima della riqualificazione
ipotizzata, i cui oneri saranno a carico dell’eventuale soggetto attuatore.
Le proposte potranno utilmente evidenziare le caratteristiche essenziali della
trasformazione, in conformità alle prescrizioni urbanistiche vigenti o in
variante alle stesse (specificando eventuali elementi di variante).
L’intervento di riqualificazione proposto potrà, altresì, suggerire le funzioni
principali che si propone di insediare, l’eventuale nuova distribuzione dei
volumi, gli aspetti connessi al sistema della mobilità e sosta e di tutela del
territorio e quant’altro si ritenga utile ai fini della manifestazione di
interesse.
Nel rispetto di un disegno d’insieme della rifunzionalizzazione del compendio,
con particolare riguardo agli aspetti viabilistici e paesaggistici, sarà
possibile individuare anche una suddivisione per lotti o unità d’intervento,
con tempi diversi di attuazione e realizzazione, nonché ipotizzare l’uso di
determinati fabbricati per specifiche funzioni da insediare in loco, anche
derivanti dalla ricollocazione di funzioni e attività esistenti.
Le forme e le modalità di presentazione delle ipotesi gestionali e di
riqualificazione sono a libera scelta dei soggetti partecipanti.
Pertanto, la
proposta potrà essere rappresentata attraverso tavole grafiche, note e
relazioni illustrative, abachi, schede, layout, book, rendering, modelli o
anche video, presentazioni e quant’altro i soggetti partecipanti ritengano
utile presentare per una migliore comprensione dell’ipotesi di
riqualificazione, anche relativamente agli aspetti tecnici, economici e
gestionali dell’intervento”.
Tutti i dettagli sull’iniziativa e sulle modalità di
partecipazione alla manifestazione di interesse per la valorizzazione dell’Ex
Arsenale di Pavia sono consultabili sul sito dell’Agenzia del Demanio, al link http://www.agenziademanio.it/opencms/it/Art26sbloccaitalia/exarsenalepavia/
NOTE STORICHE (dalla documentazione allegata sul sito del
Demanio)
Il compendio immobiliare ex Arsenale, nella sede oggi conosciuta e adiacente alla
ex Caserma Rossani e pervenuto allo Stato a seguito del cessato Governo
Lombardo Veneto, comprende costruzioni edilizie realizzate a spese dell’Erario
nel 1859 oltre fabbricati realizzati in successiva epoca. Sull’intera area
insistono numerosi corpi di fabbrica prevalentemente ad un piano fuori terra ad
uso magazzini, depositi ed officine, ed una residua parte ad uso terziario ed
alloggi, sviluppate su uno o due piani fuori terra (porzioni con edificazione
fine '800 e primi '900), oltre tettoie e strutture ove alloggiano impianti.
Quest’area, su cui negli anni si è sviluppato l’Arsenale di Pavia così come
siamo soliti considerarlo oggi, venne
espropriata nel 1862, un anno dopo la proclamazione dell’Unità di Italia.
La
scelta derivò forse dalla presenza dell’adiacente Caserma Rossani, dove nel
1859 era stato stanziato il Reggimento Pontieri con relative officine.
La
necessità di nuovi edifici idonei all’attività produttiva che si andava
sviluppando e l’opportunità di una sorveglianza militare di facile attuazione
furono probabilmente gli elementi determinanti per la scelta dell’area.
L’intensa attività dell’Arsenale, che raggiunse i vertici durante le due guerre
mondiali, fu sempre dedicata alla produzione di beni e strumenti di supporto
logistico e mai di armi ed esplosivi. All’Arsenale si costruivano ponti di
barche, ruote per biciclette, mobili da campo e da ufficio, baracche, tende,
cucine da campo, ecc. L’Arsenale fu definitivamente chiuso nel giugno del 2010.
(mpa)
Magazine Informazione regionale
ROMA. E’ partita l’iniziativa per recuperare l’Arsenale promossa da Demanio e Comune. Proposte entro il 30 ottobre.
Creato il 14 agosto 2015 da AgipapressI suoi ultimi articoli
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