Nel corso dell’ultimissima edizione del Roma Fiction Fest hanno avuto luogo alcuni inquietanti episodi. Non ci riferiamo, almeno in questo caso, ai manipoli di ragazzine urlanti che solitamente attendono, pedinano e all’occorrenza placcano, con quella grazia riscontrabile anche nel pacchetto di mischia della Nazionale di rugby, il Gabriel Garko o il Raoul Bova di turno. Né tantomeno al terzetto di omoni in tanga, quasi ignudi, che a un certo punto abbiamo visto circondare un altro tizio in giacca e cravatta, intonando una strana filastrocca per promuovere chissà quale serie, evento o semplice goliardata. Non avevamo certo in mente situazione del genere, poiché la nostra inquietudine era di gran lunga più sana; e poiché spesso sono cose come queste (con l’eccezione forse dei maschiacci svestiti, che almeno una risatina ce l’hanno strappata) a tenerci lontani dall’Auditorium, in occasione di un festival che è anche celebrazione dei prodotti più conformisti e del cattivo gusto dilaganti in televisione. Ad averci colpito sono state invece le avvisaglie di un’apocalisse zombie in arrivo!
Il nostro “spirito nerd” talvolta si accontenta veramente di poco. Per cui l’aver visto i corridoi e il caffè dell’Auditorium percorsi, durante l’intera serata, da morte viventi in skate all’apparenza simpatiche e in qualche caso pure graziose, se non proprio avvenenti, è un qualcosa che ci ha messo istintivamente di buon umore. Ma a rendere gustoso sul serio questo nostro blitz è stato, come era fin troppo facile preventivare, il motivo primario della nostra presenza lì, e cioè la presentazione dei primi tre episodi di Geekerz. Altro che le sciatte fiction televisive targate RAI o Mediaset! Questa visione così sapida e appagante ci ha offerto un’ulteriore conferma che da noi la creatività, a livello seriale, passa per canali alternativi, come ad esempio il web. Difatti la webserie di Michele Bertini Malgarini targata Multiplayer.it, i cui primi episodi sono ora raggiungibili sul sito ufficiale e cioè su http://geekerz.it/, rappresenta un efficace concentrato di idee fresche, simpatia, gusto picaresco per la narrazione e celebrazione di miti nerd; con tutto un susseguirsi di riferimenti specifici, quindi, che possono spaziare dal cinema horror di cassetta, fino alle partitelle di calcetto tra soggetti sfigatissimi fondamentalmente negati per lo sport, fino ai difficoltosi tentativi di rimorchiare ragazze belle ma all’apparenza irraggiungibili, passando ovviamente per il mondo colorito e sempre in movimento dei videogames. Già, perché lo staff di Multiplayer.it ha avuto la divertente idea di metterci letteralmente la faccia, o per meglio dire le facce, nel senso che ad interpreti già affermati o comunque emergenti sono stati affiancati alcuni redattori veri, catapultati quindi dalla quotidianità reale del loro ufficio alla redazione virtuale, intorno alla quale ruotano gran parte delle avventure raccontate nella webserie.
Il primo episodio prende infatti le mosse dalla pensata che Luca, giornalista precario interpretato con scioltezza dall’attore Alessandro D’Ambrosi, ha avuto nella speranza forse vana di far colpo su una affascinante collega (la lanciatissima Daniela Virgilio di Romanzo Criminale – La serie) e al contempo migliorare la propria posizione lavorativa, in quella redazione dove viene regolarmente tiranneggiato dalla sua principale, temibile donna in carriera grintosamente impersonata da Santa De Santis. L’idea del protagonista, con cui già dalla primissima apparizione viene spontaneo identificarsi, sarebbe quella di partecipare a un’importante convention in Giappone, per poter così intervistare il creatore di tanti videogiochi Hideo Kojima. Ma una incredibile serie di imprevisti e tanta sfiga faranno sì che dal Giappone non arrivi a Roma la tanto agognata intervista, bensì un’epidemia zombi! Altro non è il caso di anticipare, se non che a vivacizzare ulteriormente le già scoppiettanti puntate ci penseranno personaggi come la fascinosa Jun Ichikawa, l’intramontabile Pupo e un eroe delle notti romane, Massimo Marino, la cui gradevole e autoironica partecipazione è indice di quel tono scanzonato, un po’ naif, che pare aver “contagiato” (termine quasi inevitabile, trattandosi in fondo di morti viventi) l’intero gruppo.
Stefano Coccia