Magazine Palcoscenico
Presso la cornice di Castel Sant’Angelo è andato in scena, all’interno del Roma Fringe Festival, Guerriere. Regista e attrice: Giorgia Mazzucato- Allestimento scenico: Gaetano Pimpolini. Musiche di Mario Di Marco-Veronica Giuffrè al violino, Mario Di Marco al clarinetto, Dario Giuffrida (melodica). Drum synth e programmazione scenografica: Graziano Pimpolari e Livia Centonze. Alle luci: Paolo Facco. Compagnia Giorgia Gigia Mazzucato- Associazione Teatro Boxer. Genere: Drammatico storico. Guerriere. Un titolo. Una parola che porta con se una storia e il suo significato. Uno stato d’assedio da cui bisogna difendersi. Guerriere, tre donne durante la prima guerra mondiale. Tre donne che affrontano il loro stato d’assedio, ognuna a suo modo, ognuna nel suo microcosmo. Tre ambienti scenici che demarcano i confini delle singole storie, tre ambienti in cui l’attrice si muove per farci entrare nella vita delle tre protagoniste. Tre donne che parlano in modo diverso, si muovono in modo diverso, pensano in modo diverso, sentono in modo diverso, agiscono in modo diverso, eppure questo non accade, non ci sono tre donne ma una sola, non ci sono tre corpi che si muovono e sentono ma un corpo solo. Vedo e sento sempre la stessa donna. Le tre storie si confondono in un’unica storia. I personaggi non essendo ben delineati perdono la loro identità perdendo la storia, la loro storia. L’accompagnamento musicale alimenta la staticità della rappresentazione mantenendo un’orizzontalità in cui tutto lo spettacolo stagna. Tre donne che portano con se la loro storia, la loro singolarità a cui non è stata data la forza della sua massima espressione. La/le ritroviamo rinchiuse in una parola, in un titolo, Guerriere, da cui non possono uscire. Bloccate, ferme, immobili, in stato d’assedio.Francesca Cipriani