Presso il parco di Castel Sant’Angelo, all’interno del Roma Fringe Festival, è andato in scena Nell’oceano del mondo. Regia e drammaturgia: Andrea Ciommiento. Sulla scena Enoch Marrella. Compagnia Interazione scenica.
Nell’Oceano del mondo, nell’oceano del niente. Parole che cadono nel vuoto, senza corpo. Uno spettacolo privo di tridimensionalità sia interna che esterna. Uno spazio scenico vuoto che non viene riempito. Molte parole, troppe, fino ad essere inutili, parole che vanno a raccontare una storia ma non a viverla. Una narrazione priva di immagini. Un pubblico che viene usato come riempitivo andando ad amplificare il vuoto spaziale ed emotivo dello spettacolo rappresentato. Fammela vedere una storia, fammela sentire, fammela vivere. Fammi entrare, coinvolgimi. Coinvolgere non è far salire sul palco uno spettatore, non è richiamare un applauso. Fammi entrare. Regalami immagini, descrivimi vedendo per farmi vedere. Un testo che vuole raccontare il vuoto ma ne rimane imbrigliato. Il vuoto non può essere rappresentato con il vuoto. Il vuoto ha un corpo, una voce, un moto corporeo, un motivo d’essere. Fammelo vedere, fammelo sentire. Dammi il suo corpo.Francesca Cipriani