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Roma, la cultura al collasso

Creato il 07 giugno 2013 da Webcla
Roma, la cultura al collasso

Le risorse stanziate dal Campidoglio per affari culturali sono diminuite di oltre 15 milioni di euro nell'ultimo lustro, e la spesa della città eterna nella valorizzazione del suo territorio e dei suoi tesori, che ogni anno attirano milioni di visitatori, sono interessati per una spesa che si aggira intorno al 2 per cento del bilancio. 
In calo di 2 punti dal 2002. Una discesa lenta, inesorabile, che ora se non avrà una falla rischierà di portare all'ecatombe dei Beni capitolini. Lo dice a chiare lettere l'archeologo Andrea Carandini, presidente del Fai, ripreso da Repubblica: «A Roma, dal punto di vista culturale, siamo in un momento di spaventosa decadenza.
Speriamo di aver toccato il fondo e di poter risalire». L'allarme è netto: se non si investe in cultura, presto potrebbero anche chiudere i musei. L'imputato principale della disfatta? Secondo il Presidente la gravissima mancanza di personale, per cui tutto è trattato in modo sommario, perché nulla viene mantenuto. 50 milioni di euro sono i fondi per l'intero territorio nazionale. Come fare a mantenersi? Impossibile «non c'è più nulla da tagliare». 
Ma, nonostante tutto, la cultura sembra essere uno dei pochi settori in crescita nella sgangherata Italia che vede, invece, visitatori in calo quasi ovunque nei propri musei. Oggi, nel fuoco incrociato per "cambiare le cose, se non ora quando”, per mischiare due slogan molto in voga di questi tempi, anche la risposta di Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di commercio e direttore di Cna Roma: «Producono cultura 42mila 730 aziende, cioè il 9,5 per cento delle imprese complessive della provincia di Roma, in dati del 2011, E tra il 2009 e il 2011, malgrado i morsi della crisi, queste aziende sono cresciute di 299 unità». 
E allora, perché nel 2012 i visitatori dei musei civici romani sono diminuiti del 6,3 per cento? Perché i Beni Culturali sono trattati come il "sommerso” d'Italia quando potrebbero diventare la punta di diamante di uno sviluppo più che sostenibile? Le domande restano senza risposta. Al nuovo sindaco la possibilità di fare qualcosa per arginare questo disastro.


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