Magazine Diario personale

Roma. Mi dispiace, devo dirlo.

Creato il 22 agosto 2015 da Cristiana

Mi dispiace ma devo dirlo. Il problema dell’Italia non sono i Casamonica o i Corleonesi. Loro sono una parte del problema. L’altro pezzo di problema è anche chi oggi non è in grado di fare un’analisi seria su cosa è successo, sullo stato di diritto senza gettare inutile benzina sul fuoco. Senza fermarsi a pensare. Dagli al sindaco, al prefetto, ai carabinieri a tutti, senza cercare di distinguere e capire. E’ legale fare un funerale con carrozza e cavalli? Sì. Se non ci piace va cambiata la legge non serve sbraitare è inutile, è solo sfogatoio. E’ legale che dei parenti agli arresti domiciliari possano partecipare a delle esequie? Sì. E’ legale portare una banda ad un funerale? Sì. E’ legale suonare la musica del padrino? Sì. Tutto questo fa parte del nostro stato di diritto. E’ il motivo per cui siamo una democrazia e non una dittatura: non si incarcerano i sospettati, non si fucila la gente in piazza. Non vi piace? Fate un colpo di Stato o andate a votare la prossima volta chi pensate vi garantisca leggi migliori (o magari solo il loro rispetto). Per come la vedo io si sono inanellate una serie di coincidenze che senza l’elicottero (come ho già detto ciò che mi sembra più grave non dal punto di vista dei Casamonica ma della sicurezza di Roma) sarebbero solo sembrate eccentriche. I Casamonica fanno i funerali così da sempre e non è per questo che li vorremmo condannare, ho visto matrimoni di persone onestissime molto più kitsch. Se ce ne siamo accorti solo ora è grave. Ci sono articoli sui Casamonica con Ferrari e Rolls del 1996, e del 1998. La cosa che mi pare grave è che se è vero quanto si dice la banda non sia stata smantellata fino in fondo, i loro beni (se esistono) tutti requisiti. Certo che è palese la debolezza dello Stato, ma non in questa fotografia folcloristica. Mi spiace anche aggiungere che il parroco ha ragione. Vittorio Casamonica era cattolico e magari si era confessato. La Chiesa non ragiona e non può ragionare come la legge di uno Stato, un padre francescano una volta mi ha persino detto che il perdono di Dio è infinito perché è proporzionale all’infinito divino, incommensurabile per noi. Non è affare nostro, nostro di noi agnostici. Io non discuto di preti. Ci discuto, li vorrei fuori dalle scuole, vorrei abolire l’8xmille e i patti lateranensi, ma non mi permetto di discutere di un prete che celebra un funerale. Se la vedrà lui con il suo superiore. Smettiamo di essere come i francesi ai tempi della ghigliottina a fare dritto e rovescio e che tempo quante teste si sono ritrovati prima Napoleone e poi la restaurazione? Stiamo dando tutti uno spettacolo pietoso, sempre, in qualsiasi discussione. Sarebbe molto più interessante “seguire i soldi” e smantellare sistemi che guardare ciò che coi soldi si compra e si vede, senza chiedersi “da dove”? Vogliamo dare la colpa al sindaco per tutto questo? O vogliamo chiederci cosa è successo a Roma negli ultimi 30 anni? Vogliamo continuare a fare trasmissioni TV (In Onda si sta specializzando in questo format-sketch) con Salvini e le sue felpe contro il nero, l’arabo e il Casamonica. Porta audience. Pubblicità. Ma non fa informazione. Anzi, finisce di distruggere quel poco di coscienza civile che c’è rimasta. A chi giova questa distruzione totale dello spazio riflessivo? Se non mi sentissi pazza con la cassandrite direi ad una dittatura. Ma non voglio sentirmi pazza.


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