In questa partita contavano soprattutto le motivazioni: quelle tricolori del Milan rispetto alla Roma che cerca la qualificazione in Champions League. Un pari che non compromette gli obiettivi della formazione di casa, ne la festa degli ospiti.
Nelle file della capolista torna Zlatan Ibrahimovic dopo i tre turni di squalifica. Montella punta sul tandem Totti-Vucinic.
Match a due volti: primo tempo favorevole alla Roma, più aggressiva e concreta. Abbiati compie l’ennesima prestazione perfetta di questo suo campionato salvando sulla sforbiciata di Vucinic. Nella ripresa entra Ambrosini e la partita cambia. Robinho centra il palo dopo nemmeno un minuto, Boateng mette a lato di un soffio sull’uscita di Doni. Poi è Ibrahimovic (che vince il 7° campionato consecutivo con 4 squadre diverse) a scagliare una sassata su punizione e il portiere brasiliano respinge d’istinto. Dal 70′ in poi la partita cala progressivamente fino a scatenarsi al 95′, quando Morganti fischia la fine.
L’ultimo trofeo conquistato dai rossoneri era il Mondiale per Club nel dicembre del 2007: pareva che il Milan avesse dimenticato come si vince. Il medioevo finisce questa sera, con l’alba, forse, di una nuova era.
Il Milan parte subito con l’intenzione di mettere in chiaro le cose: pressing e baricentro alto. La Roma, però, resiste con i suoi portatori di palla e cerca di approfittare della testa comunque carica come un orologio della compagine rossonera. Ripartenze veloci is the way. Montella perde subito Brighi [dentro Rosi al suo posto] ma non perde smalto e macina per quasi tutto il primo tempo un buon gioco. Qualche errore dovuto all’ansia della strepitosa difesa rossonera di questo girone di ritorno, lascia palle morte su cui gli attaccanti della Roma sono rapidi ad intervenire: dopo un destro di Taddei, arriva O’Miracolo di Abbiati al 14esimo dopo una sforbiciata di Vucinic.
Il Milan, bloccato dalla paura di vincere, si lascia un pò troppo irretire e abbandona a loro stessi sia Ibrahimovic – tallonato da un grande Juan anche sotto la doccia – e Robinho – in saudade evidente dei propri compagni di squadra. L’azione più bella è la combo Seedorf-Boateng che porta il 37 – no lapsus freudiano… il suo numero è 27 – rossonero ad accarezza la traversa.
Allegri capisce che il solo possesso palla non basta e allora cerca di dare una scossa ai suoi effettuando, signori e signore, un cambio a metà ripresa: fuori Gattuso, che ha la tachicardia a 20 mila, per Ambrosini. L’energia di Massimo, che sfiora il goal immediatamente dopo il palo colpito da Robiho, porta la formazione di casa a soffrire l’iniziativa avversaria.
Montella corre ai ripari: dentro Borriello per Vucinic e Roma che si configura con un 4-4-2 più marcato. Ma il Milan che da più volte la sensazione di poter passare in vantaggio: ci va vicino Boateng al 60’, ma il suo tocco su Doni in uscita è fuori di un pelo. Ci prova anche Ibra, ma la sua potente punizione al 62’ è troppo in bocca a Doni (a proposito… stanno ancora raccogliendo i denti sul terreno dell’Olimpico).
L’ansia di vincere coglie anche Allegri che effettua, di nuovo udite e udite, il secondo cambio della serata e sostituisce Robinho per Alexandre Pato. Non incide nessuno, se non il possesso palla milanista e quando disattenzione difensiva. Ogni accelerazione della Roma è un secondo di vita perso dai tanti tifosi milanisti all’Olimpico e sparsi un pò per tutto il globo.
Ora godetevi il titolo andando in piazza a festeggiare. Non rimanete incollati con il culo sulla sedia e davanti ad un pc che senno non ne vale la pena. Passate un’estate serena con lo scudetto in pancia, base, si spera, di altri successi.
Il mio pensiero va a tutti i ragazzi del Forum che ho conosciuto nell’estate del 2007 in primis perchè è con loro che è cominciato tutto. Poi va a chi legge questo blog. E, infine, alla madre di mio nipote che ha gia una settimana.