Il Colosseo
Due turisti francesi sono in visita a Roma. Visitando il Colosseo, decidono di incidere i loro nomi su un pilastro, utilizzando una penna a scatto come punteruolo. La scritta è di circa 10 centimetri.Alcuni agenti che stanno effettuando servizio di sorveglianza nell'ambito dell'operazione "Natale sicuro", li notano e li fermano.
I due turisti sono stati denunciati per deturpamento e imbrattamento di cose di interesse storico e artistico. Rischiano di dovere risarcire i danni.
Il reato sopra descritto è previsto dall'art. 639 cod. pen. - dal Titolo " Deturpamento e imbrattamento di cose altrui " - il quale, al 2^ e 3^ comma, stabilisce che " Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro. Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro " (testo così modificato dall'art. 3 - comma 3^, lettera a) - della Legge 15.07.2009, n. 94).
La leggerezza, pertanto, rischia di costare caro ai due giovani turisti.
Una condanna esemplare, infatti, è richiesta da più parti. Dino Gazzellone, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma, parla di atto "gravissimo, inaccettabile e vergognoso".
Antonio Gazzellone, delegato al turismo di Roma Capitale, è ancora più duro: " ll Colosseo è il nostro monumento più famoso nel mondo e non credo che basti una lavata di testa, insieme ad una multa consistente; i turisti devono essere consapevoli dei loro molti diritti, ma degli altrettanti doveri che hanno nei confronti della città che li ospita; all’estero contro chi sporca ed imbratta sono severi; non è che venendo a Roma si può pensare di fare ciò che si vuole ".
In sostanza, sarebbe opportuno inculcare un maggiore " senso storico " nei giovani.
Un'ultima considerazione : nel disegno di legge originario - il n.1059 del 15 maggio 2008 - si prevedeva, come ulteriore sanzione, "l'obbligo di ripristinare il danno nel termine fissato in relazione all'entità delle opere da eseguire e allo stato dei luoghi", e la reclusione arrivava ad un massimo di due anni.
Forse l'inserimento di questi ulteriori elementi avrebbe costituito un maggiore " deterrente " per il c.d. fenomeno dell' "imbrattamento".
Roma, 13 dicembre 2011 Avv. Daniela Conte
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