Roma Violenta

Creato il 18 maggio 2011 da Yourpluscommunication

Roma Caput Mundi. Roma Capitale. Roma metropoli. Roma tra le meraviglie del mondo…potremo continuare a lungo con le definizioni che rappresentano la città eterna ma oggi, Roma è anche violenta. Roma spara. Roma uccide a sangue freddo. Roma è anche di quei ragazzini che aspettano i 18 anni per potersi fare intestare società per 1000 euro al mese. Società, che in due anni andranno al fallimento donando, col “botto”, 50.000 euro a giovani prestanome. Roma mette le bombe fuori dai negozi. Roma, con 3/4000 euro, cancella, prima dei 5 anni, i protesti. Roma intreccia politica e criminalità. Roma è dei misteri e dei palazzi imponenti, antichi, dove da dietro le finestre puoi immaginare di tutto e non sbagliare di molto. Roma è malata di un cancro storico dall’epoca dei papi e dei Principi: l’usura. Roma gambizza.

Certo, Roma è una città di quasi 3 milioni di abitanti dove è fisiologico che tutto può accadere, dove il tasso di criminalità è più alto rispetto alle città di provincia, ma in 9 mesi l’escalation di atti intimidatori, omicidi e quant’altro è cresciuto in modo scientifico, in modo quasi matematico. Una battuta tratta da Romanzo Criminale recitava così: «Roma non vuole capi»…ed è terribilmente vero. Lo si nota dalle faide evidenti, dagli atti che fanno parlare.
In altre città difficilmente la cronaca racconta, con la stessa frequenza, le stesse cose che si leggono nei giornali capitolini. E la criminalità non è ad esclusivo appannaggio di Roma. Il crimine non conosce confini o comuni. E’ ovunque. Ma Roma rimane ingovernabile da qualsivoglia struttura criminale che si rispetti. E’ un tutti contro tutti, vecchi e nuovi personaggi che si combattono senza remore.

Non voglio certo fare il catastrofista o quello che vuole vedere il male ad ogni costo: è sufficiente leggere i giornali. Basta sfogliare le pagine relative ai fatti degli ultimi giorni: al Trullo gambizzato sulla porta di casa; al Tuscolano dopo un raid a colpi di pistola fuori da una sala scommesse col ferimento di un ragazzo; ieri la bomba davanti a un bar che ha ferito una donna agli occhi e alla gamba.

E questo senza andare a spolverare il recente passato: dalla gambizzazione dell’Avvocato Manca a Prati, all’omicidio del Teatro delle Vittorie, alla gambizzazione dell’orefice a Campo de Fiori, al tentato omicidio di Cinecittà, all’omicidio sul litorale romano.

Tutti fatti che non sono normali crimini, neanche per una città come Roma. Sono lontani i tempi dei “Soliti Ignoti” con Totò e Gassman. Oggi se rivedi i vecchi poliziotteschi anni ‘70 o lo stesso Romanzo Criminale ambientato in quel periodo è come se stessi guardando oltre la finestra:la realtà violenta, inquietante e senza colpevoli.

Eppure la carta stampata sbiadisce presto. Dalle pagine di cronaca nera sparisce tutto molto in fretta. Sparisce e non ci si domanda chi o perché anche rispetto ai fatti più truci come quel corpo di donna ritrovato senza testa nella periferia romana.
Il pericolo oggi è che la città più bella del mondo venga soffocata da tutto questo, che atti del genere, non siano più l’eccezione ma la normalità. I media hanno necessità di stare sempre mezzo minuto avanti alle notizie e tralasciando la parte investigativa abbandonano la buona abitudine che ha da sempre contraddistinto i giornalisti italiani.

Le forze dell’ordine fanno il possibile ma non basta. Rimane la sensazione che l’uso della pistola non è più un fatto da folli o l’ultima scelta per salvarsi le penne. Al contrario, sparare sembra essere la via primaria, veloce e indolore per mettere a tacere ogni controversia più o meno criminale. Questa è Roma: Roma violenta. E non è un film, non si può cambiare canale, non si può spegnere l’interruttore. Il pubblico è avvisato anche in assenza di bollino rosso.

Alessandro Ambrosini


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