Il quartiere Garbatella, consueta location del Roma 3 FilmTeatroFest, anche quest’anno ha attratto gli appassionati di arte indipendente e gli addetti ai lavori delle piccole produzioni italiane, ospitandoli a porte aperte dall’8 al 12 giugno nel comodo teatro Palladium e rifocillandoli a fine giornata nei suoi ottimi pub.
La sezione Cinema, diretta da Raffaele Meale, Francesco Del Grosso e Pierpaolo De Sanctis, ha presentato opere dallo sguardo innovativo e particolarmente capaci di indagare sullo schermo i vari aspetti della violenza, che è andata ben oltre i famigerati e dolorosi “tagli” alla cultura, abbattutisi puntualmente anche su questo festival sostenuto dall’Università Roma 3.
Cominciamo dalle opere brevi, di cui Luca Ruocco ha curato la sezione IndieHorror.
Ultracorpo e Il niente sono cortometraggi ispirati a due generi di violenza che troppo spesso caratterizza odiosi fatti di cronaca.
Il primo, scritto e diretto da Michele Pastrello, mette in scena l’omofobia che si scatena nella mente paranoica di un idraulico precario, inviato per riparare un lavandino nell’appartamento di un omosessuale.
Con chiaro riferimento a L’invasione degli ultracorpi (1956) e alla paura dell’alieno che fa perdere il contatto con la realtà, l’autore sceglie di raccontare l’incontro-scontro fra i due protagonisti, non dal punto di vista di chi viene discriminato, bensì attraverso gli occhi del carnefice, accecato dal pregiudizio.
Il secondo cortometraggio, diretto da David Petrucci e interpretato da Andreea Togan nella parte della vittima, parla di quella violenza al volante che troppo spesso insanguina le nostre strade, per colpa della distrazione, dell’ubriachezza o dell’assunzione di stupefacenti.
Come nel peggiore dei fatti di cronaca, l’autista criminale e il suo complice non si fermano a soccorrere la giovane investita e si dileguano, senza tuttavia riuscire a sfuggire al rimorso e alla nemesi del destino nel finale un po’ telefonato, ma dolorosamente assolutorio.
Svolgimento ed epilogo del tutto opposti in Morituris, intento a celebrare un pesante trionfo del male, con la collaborazione di Sergio Stivaletti agli effetti speciali.
Scritto da Gianluigi Perrone e diretto da Raffaele Picchio, questo lungometraggio girato con una Redcam prevalentemente in notturna, si ispira molto vagamente al massacro del Circeo, e prende le mosse dalle gesta di un misogino quartetto di “drughi” nostrani.
L’orrore della violenza di classe e di genere trasforma il buio del bosco in un girone infernale, che via via assomiglia sempre di più alle arene senza scampo degli antichi gladiatori, dove è completamente inutile la sopraffazione del proprio simile. A che scopo, infatti, affannarsi per una vittoria effimera se la morte aspetta tutti al varco?
Purtroppo, alla vista delle scene più efferate, qualche spettatore ha abbandonato anzitempo la sala.
Molto attesi a questa settima edizione del Roma 3 FilmTeatroFest anche i lungometraggi Exit di Max Amato e Occhi di Lorenzo Bianchini, ma soprattutto l’acclamatissimo Eaters di Marco Ristori e Luca Boni, che i fans più accaniti hanno potuto ri-applaudire quattro giorni dopo anche al Fantafestival.
Lo si potrebbe definire un road-zombie movie, visto che i due protagonisti, interpretati dai bravissimi Guglielmo Favilla (Alen) e Alex Lucchesi (Igor), viaggiano in lungo e in largo alla ricerca di non-morti da portare nel laboratorio del dottor Gyno, con la speranza che quest’ultimo, analizzando i “pazienti”, trovi un antidoto all’epidemia e salvi il mondo.
Prodotto da Uwe Boll, girato in digitale e molto curato in post-produzione, Eaters è ironico, dinamico e spiazzante al punto giusto, con dialoghi sempre “vivi”, nonostante l’azione si svolga in un ambiente in preda alla disperazione per il terribile contagio e, come se non bastasse, senza più neanche l’ombra di una donna che possa procreare…
Finale non proprio “happy”, ma almeno speranzoso di un nuovo futuro. Esattamente come noi, che confidiamo in una futura ottava edizione del Roma 3 FilmTeatroFest, variegata e accattivante come quella che si è appena conclusa.
Lucilla Colonna