Sempre per farsene un'idea, gli archi saranno dei tubi al neon di diverse lunghezze, più corti per i violini primi e secondi, e poi via via più lunghi per viole, violoncelli e contrabbassi. Lampadine tradizionali, alogene, faretti per i fiati, strobo per le percussioni. Attraverso un circuito elettronico sensibile al flusso della corrente elettrica, ognuna delle luci produrrà anche un suono, che verrà amplificato e trattato in tempo reale dal Quiet Ensemble -Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli- che diventerà così direttore di quest'orchestra. Del resto, Vercelli e Di Salvo, che hanno formato questo duo nel 2009, non sono nuovi a esperimenti spericolati come questi e, per le loro performance, hanno già creato un'orchestra da camera di topi, un musical per lumache e fatto cantare le banane e altra frutta da tavola. Dai tempi della Grecia Classica fino all'epoca barocca, sull'onda di un'idea di Platone si è pensato che i corpi celesti producessero una loro musica, tanto che uno scienziato come Keplero mentre studiava le orbite dei pianeti provò addirittura a trascrivere questa musica immaginaria e, oggi, il Quiet Ensemble con la sinfonia luminosa "The Enlightenment" teatralizza il sottile e indissolubile legame che unisce la luce al suono.
Ideazione, Performance live Quiet Ensemble
Foto © Elisa D'Errico, roBOt Festival
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