La sconfitta, seppur in extremis, di ieri contro l'Astra è costata la panchina al tecnico della Steaua, Mihai Radoi. Una panchina già traballante da tempo e che lo stesso giovane tecnico ( 34 anni, alla sua prima esperienza in panchina senza nemmeno avere il patentino, con conseguente divieto della Federazione a dare ordini dalla panchina) aveva già minacciato di lasciare proprio alla vigilia del match contro la capolista della Liga rumena.
Radoi si è dimesso davanti ad uno dei peggiori periodi della storia del club capitolino. Paga, oltre ad un'innegabile inesperienza, anche colpe non sue come una campagna acquisti deludente (cessioni importanti, acquisti di secondo piano) e la "querelle" sul "brand Steaua" che ha fatto allontanare moltissimi tifosi dalla squadra. Oltre al fallimento in Europa (eliminazione dai preliminari sia di Champions che di Europa League) si trova ora quinto in campionato, a ben 10 punti dalla vetta. Tanti i record negativi della gestione Radoi: mai perse tante partite nei 19 anni di proprietà Becali, due ko di fila per la prima volta negli ultimi 4 anni. In estate Radoi era stato battezzato l' "Inzaghi di Romania"; soprannome quanto mai azzeccato.
E ora? Si continuerà fino alla lunga pausa invernale (ultimo match il 21 dicembre poi due mesi di letargo) con la coppia Dumitriu-Dica, già nei mesi scorsi "tutor" di Radoi. Girano però nomi di ben altro calibro come quello del ritorno di Reghecampf attuale allenatore dei bulgari del Litex, che però chiederebbe un ingaggio troppo oneroso, circa 30mila euro al mese. Da seguire però l'inquieto patron Becali, che ha dato un ultimatum al club: "Se non arriviamo almeno ai plyaoff (ci vanno le prime sei squadre, NdR) lascio la squadra, mi prendo 6-7 giocatori e me ne vado altrove ".
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