Come avvicinare gli Italiani alla tanto sottovalutata lettura?
In Italia, è risaputo, non legge quasi più nessuno, specie tra le nuove generazioni.
Le ultime stime Istat sono di un giorno fa.
Nel 2015 il 42% delle persone di 6 anni e più (circa 24 milioni) ha letto almeno un libro in 12 mesi per motivi non strettamente scolastici o professionali.
Il 9,1% delle famiglie non possiede nemmeno un libro, il 64,4% ne ha al massimo un centinaio. Le donne sono le lettrici migliori rappresentando il 48,6% della popolazione.
Il tempo libero viene sempre più identificato con Tv, Cinema o svago d'altro tipo.
Ed è drammaticamente vero che ciò riguardi soprattutto i più giovani, tra i connazionali.
Certo, le librerie sono piene durante le festività natalizie, ma pensateci: le persone ci vanno per comprare un libro da regalare ad altri, non certo a se stessi.
Fa forse eccezione la letteratura prêt-à-porter, quella che nasce dai salotti televisivi, dai fenomeni mediatici e dagli autori radiofonici. E va bene anche quella, anche se non è paragonabile ai grandi classici storici o alle opere più impegnative e faticose.
C'è da chiedersi appunto se leggere sia fatica.Per molti lo è. Ma in quel caso potrebbe anche porsi come una sfida che è meraviglioso vincere portando a termine l'impresa.
O una questione di tempo.
C'è chi diceva che non avere tempo per leggere è una bugia.
E sono d'accordo. Non trovate forse il tempo per il vostro innamorato? Certo che lo trovate! Dunque la lettura o sia ama o si detesta (ovviamente, direi, a torto).
Daria Bignardi, nota scrittrice e ancor prima conduttrice televisiva, diceva che i romanzi la aiutavano a superare i lunghi pomeriggi nebbiosi di Ferrara, quando era molto giovane, e che dopo averli terminati ne baciava addirittura la copertina se ne era valsa la pena. Direi che fosse proprio il ritratto del lettore innamorato del piacere della lettura.
In un periodo di tagli forsennati a qualsiasi spesa, cultura compresa, ecco la trovata di Centauria, casa che fa parte del gruppo editoriale RCS.
No, qui nessuno si è fatto una grappa anche se il dubbio viene.
Si tratta proprio di far uscire in edicola i grandi classici (non necessariamente dei tempi di Marco Aurelio, ma anche roba recentina tipo i famosi gialli di Stieg Larsson) in versione ridotta, come i bignami scolastici. Se un romanzo dura 600 pagine loro te lo fanno infeltrire a 200. Insomma, andiamo proprio al cuore della narrazione, mentre tutto il resto è contorno.
Il punto è: chi stabilisce, se non forse l'autore, che una parte di un libro è più importante dell'altra? Vedreste mai un film di durata media pari ad un'ora e mezza con il tasto forward premuto per farlo durare solo una decina di minuti? Personalmente no. Non lo vedrei affatto. Perché vuol dire che quel film non m'interessa davvero.
Il punto è proprio questo e sempre lì si torna: o leggere ti piace, o è meglio darsi ad altro. Con l'avvertenza che rinunciare alla lettura comporta sgravi scompensi evolutivi, carenze espressive, assenza di fantasia, perdute occasioni di conoscere persone e mondi fantastici, impoverimento del lessico e di argomentazioni in una persona mediamente colta. Figuriamoci poi in chi dai libri fugge come se fossero delle molotov e non ne ha mai aperto uno.
Sinceramente se io sapessi che Anna Karenina si è innamorata di Vronskij e poi, poco dopo, la vedessi finire sotto ad un treno senza capire una mazza di quello che è successo nel frattempo credo che mi prenderei qualche ora (o giorno in più, perché Tolstoj è tosto) per vivermi la favola tutta per intero.
E poi indicando la mia libreria non riuscirei proprio a dire una cosa tipo: "ecco cari amici, questa è la mia distilleria!"...
No chi ama la lettura ama altresì comprare libri ponderosi. Ed è anche molto spiaciuto quando, pur riemergendo da innumerevoli pagine, deve chiudere la quarta di copertina. Forse per sempre.