Romanzi d'esordio e scrittori emergenti: intervista a YAMI

Creato il 02 luglio 2011 da Simona Giorgino
Ciao a tutti, amici! Quest'oggi voglio presentarvi una persona che ci racconterà la sua esperienza riguardo la pubblicazione di un libro. Come sapete, è una questione che io - e molti di voi - ho a cuore. Il mio romanzo in fase di stesura probabilmente non sarà mai pubblicato, ma quello di pubblicare un libro resterà sempre il mio sogno nel cassetto. Le vostre esperienze, le vostre testimonianze, però, mi fanno credere che quel cassetto, con un pò di impegno e forza di volontà, potrebbe aprirsi... e io ci spero!E così oggi siamo in compagnia di Yami, pseudonimo di una giovane scrittrice che ha da poco pubblicato il suo libro d'esordio, un romanzo Fantasy dal titolo “Immagina”, edito dalla Sangel Edizioni. E' qui con noi per rispondere alla domande di una breve intervista che io ho preparato per lei.
Ciao Yami. Ti va di iniziare a parlarci prima di te, dirci chi sei, cosa fai nella vita…?

La bellissima e giovanissima scrittrice con il suo "Immagina"

Ciao. Per prima cosa ti ringrazio per aver deciso di dedicarmi uno spazio sul tuo blog. Come hai già detto, il mio nome è Yami e sono una scrittrice esordiente. Come il protagonista del mio romanzo, anch'io sono alla ricerca del mio “posto” nel mondo. Il mio, come puoi intuire, è un nome d'arte ed è una parola giapponese che significa “oscurità”. Amo il Giappone per la lingua, la cultura, la musica, la produzione di anime, manga, film e drama. Purtroppo non ho un lavoro, quindi cerco di impiegare il mio tempo con qualcosa di costruttivo: frequento dei corsi di lingue e coltiv molti altri interessi, che comprendono, oltre allo studio della lingua e della cultura giapponese, anche il disegno, la lettura e l'arte del cosplay.
Yami, oltre che essere uno spazio tutto tuo, vorrei che questa intervista fosse anche un piccolo spiraglio per coloro che si accingono alla dura impresa di pubblicare un libro. Credo che tutti gli scrittori emergenti si trovino, chi più chi meno, di fronte alle stesse domande e alle stesse difficoltà. Vorrei che tu ci dessi la tua testimonianza, raccontandoci la tua esperienza e… soddisfacendo un po’ la curiosità di tutti! Per iniziare, come sei arrivata a pensare di scrivere un libro?  
L'idea è nata da un momento “negativo”. Spesso tutti ci ritroviamo a tirare le somme di quello che abbiamo fatto e che vorremmo fare nella nostra vita. L'insoddisfazione e l'impossibilità di raggiungere i nostri obiettivi, nonostante l'impegno, ci porta a rimuginare sulle cose per capire cosa è andato storto o perché non riusciamo a sganciarci da alcune situazioni o scavalcare degli ostacoli per raggiungere la realizzazione dei nostri desideri, a trovare ciò che ci fa stare bene. Una notte, ripensando a tutte queste cose, ho provato il desiderio di “liberarmi” da quella sensazione di “mal di vita”. Pensai che se all'improvviso, fuori dalla porta della mia stanza si fosse aperto un varco verso un altro mondo, io mi sarei avventurata lì dentro, avrei affrontato l'ignoto e qualsiasi probabile pericolo pur di cambiare qualcosa. Da quella idea fantasiosa, il corso dei miei pensieri ha preso una direzione tutta sua ed un tratto, non ricordo più nemmeno come, mi sono ritrovata a ripensare ad una serie di sogni che avevo fatto saltuariamente nel corso degli anni, in cui appariva un ragazzo al quale capitavano le cose più strane ed inquietanti. Da lì l'idea: nella realtà cose come l'apertura di un varco verso un altro mondo è praticamente impossibile, quindi perché non provare a far vivere quell'avventura al ragazzo che avevo sognato così spesso? Oltretutto quel ragazzo somigliava in maniera impressionante, sia nell'aspetto che negli atteggiamenti, ad un attore giapponese che avevo conosciuto attraverso i suoi film proprio in quei giorni: con un modello del genere presente nella realtà, sarebbe stato ancora più facile parlare del mio personaggio. I giorni successivi ripensai a quell'idea e alla fine decisi di metterla in pratica.
Una volta terminata la stesura del tuo romanzo, come hai gestito la questione “casa editrice”? Vorrei che nella tua risposta mettessi un po’ in evidenza gli aspetti “tecnici” della questione, come la scelta del formato e dell’impostazione della pagina, la scelta dell’immagine in copertina, e via dicendo…
Dopo aver scritto il romanzo pensai che avrei dovuto provare a farlo leggere a qualcuno. Essendo completamente digiuna in materia di editoria e pubblicazioni, ho fatto delle ricerche online ed ho raccolto qua e là dei consigli su ciò che era opportuno fare o non fare per proteggere la propria opera e per inviarla a qualche editore. Quindi ho fatto un elenco delle case editrici che si occupavano di romanzi fantasy: sarebbe stato inutile mandare il manoscritto ad editori che trattavano generi diversi. Dopodiché mi sono orientata verso gli editori non a pagamento. Principalmente ho fatto questa scelta perché, non avendo un lavoro, non avrei potuto sostenere alcun tipo di spese. Inoltre la questione “editori a pagamento” viene trattata ampiamente sul web con pareri più contrari che favorevoli, per cui ho preferito tentare la prima strada. Ho fatto un primo “blocco” di invii e la Sangel Edizioni in 3 giorni ha subito letto il romanzo e mi ha proposto un contratto. Si tratta di una piccola casa editrice che si sta espandendo abbastanza in fretta. E' molto più facile essere notati dai “piccoli” editori, poiché questi ultimi sono maggiormente disposti ad investire sugli scrittori emergenti rispetto a case editrici più grosse e quindi ben avviate. Per quanto riguarda la scelta del formato della copertina sono decisioni che ho preso insieme alla casa editrice. Io ho esposto l'idea che avevo per la copertina e loro mi hanno dato dei suggerimenti su come fare in modo che l'aspetto complessivo del libro comunicasse già a colpo d'occhio l'essenza del romanzo. Per la copertina avevo disegnato un angelo stilizzato e loro hanno pensato di aggiungere un po' di colore, qualche sfumatura. Abbiamo confrontato le nostre idee, mi hanno mostrato le bozze, ho scelto quella mi mi soddisfaceva di più e siamo andati in stampa.
Adesso, vorrei che ci narrassi un po’ la trama del tuo romanzo, di cosa parla la storia che hai deciso di pubblicare, sebbene qualcosa sià già intuibile da quello che ci hai detto sinora...
Immagina narra la storia di un ragazzo giapponese di 24 anni di nome Feo, che si trova “incastrato” in una realtà in cui non riesce a vivere serenamente. I suoi desideri si sono infranti uno dopo l’altro, i suoi ideali ed i suoi interessi sembrano essere incompatibili con quelli dei suoi coetanei e nonostante possegga numerose qualità e doti, non riesce a servirsene per trovare un’occupazione che lo soddisfi abbastanza. Quando è costretto a separarsi anche dalla ragazza che ama, si chiude definitivamente in sé stesso. Sprofonda in una condizione di infelicità senza uscita e, una notte arriva a desiderare di chiudere gli occhi e non svegliarsi più.
Il suo desiderio inaspettatamente fa aprire un varco tra il mondo reale ed Immagina, la terra in cui prendono vita i sogni. Dall’oscurità emerge uno vecchio misterioso che dice di essere il Custode di Chiavi di quel passaggio ed invita Feo a cercare le risposte di cui ha bisogno nella dimensione onirica, dove c’è qualcosa di molto importante che ha dimenticato. L'uomo lo avverte, però, che il viaggio non sarà facile: le terre di Immagina non sono popolate soltanto da creature fantastiche e luoghi meravigliosi, ma anche dagli Incubi, entità mostruose che perseguitano gli abitanti ed i sognatori, seminando ovunque dolore e distruzione.

Senza offrirgli ulteriori spiegazioni sulla natura di ciò che deve cercare, il vecchio esorta Feo a prendere una decisione in fretta, poiché il passaggio non può rimanere aperto a lungo. Così, dopo qualche esitazione, Feo accetta. … Come ho detto, la storia prende spunto da una decina di sogni che avevo fatto nel corso degli anni e che ho deciso di collegare insieme, dando loro un filo logico, per costruire una storia più ampia. Man mano, durante la stesura, ho poi sviluppato altre idee ed aggiunto dettagli e personaggi.
Quali erano le tue aspettative in merito alla stesura del tuo libro e alla sua successiva pubblicazione?
Scrivere è stato un bisogno, non pensavo che sarebbe nato un romanzo come “Immagina”. Ho deciso di pubblicarlo perché credo sia una bella storia che, nonostante affondi le sue radici nel genere fantasy e nell'horror, offre parecchi spunti di riflessione. Sicuramente nella storia sono presenti temi già trattati in precedenza da molti altri scrittori, ma io ho cercato di rielaborare il tutto in modo originale, a cominciare dal protagonista, Feo, che è diverso dallo stereotipo del ragazzo “belloccio ed impossibile”, con l'aria misteriosa, che passa con facilità da una donna all'altra ed ottiene sempre ciò che vuole. Non è nemmeno l'eroe di turno che si batte per salvare una principessa né un “prescelto” pronto ad immolarsi per il bene del mondo. Al contrario, nonostante la sua bellezza ed il suo fascino, è una persona molto umile,  un'anima insicura, indifesa ed innocente: è lui il “principe” che ha bisogno di essere salvato da una bella guerriera. Rappresenta l'ultimo residuo di purezza che l'umanità sembra ormai abbia perso. Nonostante sia un personaggio così diverso da quelli che siamo abituati a leggere nei libri, al tempo stesso incarna tutti i disagi vissuti dai giovani, soprattutto negli ultimi anni: chiunque, ragazzo o ragazza, può identificarsi in lui, ritrovarsi nelle stesse situazioni, nei suoi problemi a trovare un lavoro fisso, ad ottenere un'indipendenza economica e a sentirsi realizzato in una società sempre più complicata, indifferente e violenta, che distrugge ogni speranza per il futuro e spegne ogni entusiasmo per la vita. Attraverso di lui, assistiamo al tormento di chi cade in depressione e del lungo doloroso travaglio che un'anima deve affrontare per uscirne, soprattutto quando attorno a sé non riesce a trovare altro che miseria e sofferenza. 
Quest’anno hai partecipato alla “Fiera Internazionale del Libro” a Torino. Ci racconti un po’ di questa esperienza?
E' stato emozionante ed interessante trovarsi immersi in un'atmosfera di festa e cultura. Ho avuto l'onore di conoscere altri scrittori esordienti e la possibilità di visitare Torino e dintorni. Il Salone del libro è un'ottima vetrina per tutti: spero che il prossimo anno potrò tornarci.
Ora, dopo il tuo esordio, pensi che dovremmo incominciare ad aspettarci una seconda pubblicazione? Ci puoi già svelare qualcosa?
Già nell'estate del 2010 avevo cominciato a lavorare su un secondo romanzo, ma avevo dovuto interrompere quasi subito a causa di qualche problemino di salute (niente di grave comunque). Poi ho cominciato a dedicarmi ai Cosplay e ho ripreso a studiare, quindi la pausa si è prolungata più del previsto. Spero di poter riprendere al più presto il secondo romanzo da dove lo avevo lasciato. Non so ancora se considerarlo un seguito del primo o una sorta di “spin-off”, perché il protagonista sarà un nuovo personaggio. Ma non escludo la possibilità che in qualche capitolo possano ricomparire alcuni dei personaggi precedenti.
Infine, Yami, quale potresti considerare, tra i tanti di questa grandiosa esperienza, il momento più bello?
Aver saputo, direttamente dalla bocca dei lettori, che il mio romanzo è apprezzato sia da ragazzi che da adulti, sia da amanti del genere sia da chi prima di ora non si era mai accostato alla lettura di un fantasy. Sapere di aver prodotto qualcosa di buono, che riesce a trasmettere dei messaggi e ad intrattenere gli altri mi fa sentire un po' più utile in questo mondo.
Immagino sia qualcosa di estremamente soddisfacente. E mentre ti faccio i miei personali e migliori auguri per tutto, ti ringrazio per essere stata con noi e di aver risposto a questa breve intervista.
Grazie a te ^^
Se volete sapere qualcosa di più sul romanzo di Yami, fate un salto sul suo blog!

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