Ho visto alcune puntate di "Romanzo criminale. La serie" e tanto mi è bastato per incuriosirmi ed invogliarmi a vedere tutte le altre (ok lo so, arrivo decisamente tardi ma temevo di rimanerci male!).
Essendo Romanzo criminale uno dei miei film preferiti le cose potevano essere solo due:o la serie mi avrebbe delusa enormemente, oppure l' avrei considerata all' altezza del film fino a farmela piacere. E così è stato.
Devo dire che però l' impatto con gli attori mi ha un po' destabilizzata, vedere altri al posto di Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria (il mio preferito) ha turbato leggermente la visione della prima puntata e mezza. Dopo aver visto il film almeno 5 o 6 volte ci avevo fatto l'occhio e mi ero affezionata.
Ho avuto un colpo (leggi: stavano per cadermi le braccia) però quando è apparsa Alessandra Matronardi, sì proprio quella dei Cesaroni, nel ruolo di Roberta (ragazza del Freddo), non me ne vogliano le estimatrici della Mastronardi ma Jasmine Trinca era decisamente superiore...
Ad ogni modo, la serie è fatta davvero molto bene, mi sono piaciute le riprese, le location e gli attori ai quali mi sono poi abituata e mi piace moltissimo anche la scelta delle musiche.
E' agli antipodi delle fiction italiane che girano tra i vari canali, i personaggi sono credibili e le scene coinvolgenti sia che si tratti di dialoghi che di scene di azione. Forse l'unico appunto che si potrebbe fare è quello di trovarlo molto fedele al film, ovviamente più dettagliato e circostanziato ma pur sempre fedele.
Volevo concludere con una riflessione, ultimamente si sente spesso parlare di "mitizzazione del criminale", in riferimento a film e produzioni del genere.
Il mio parere è quello di una semplice spettatrice e non di più, indubbiamente film di questo tipo producono un interesse maggiore nel pubblico proprio per la caratteristica criminale ma ancor di più perchè riguardano pezzi della nostra storia su cui ci sono stati (e non so se ci siano ancora) molti lati oscuri.
Io credo che sia un modo "alternativo" per arrivare ad un pubblico più vasto di un articolo di giornale o di un libro, e non credo che sia sempre un male.
ps. spero di non aver fatto un discorso troppo banale...