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Romanzo “Lei è una grande” di Franco Pulcini – recensione

Creato il 19 giugno 2015 da Paolo Ferruccio Cuniberti @paolocuniberti

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Complesso edipico irrisolto, perversione, aberrazione o immaturità sessuale?

In tempi come gli attuali in cui si discute di matrimonio omosessuale (e in molti paesi ormai lo si applica), di famiglie atipiche, di fecondazione eterologa, di adozione a coppie gay e via discorrendo, i termini sopra elencati, che descrivono alcuni comportamenti sessuali con una evidente accezione negativa, possono apparire desueti ormai a oltre la metà degli italiani, come si desume da recenti statistiche. È oggi pressoché universalmente accettato dalla scienza medica e dal senso comune che la sessualità appartiene esclusivamente alla sfera personale dell’individuo e che i suoi desideri non sono sindacabili, se il suo comportamento non nuoce ad alcuno.

Ma se un ragazzo minorenne va a letto con una quarantenne o una sessantenne che se ne pensa? Risparmiamoci gli epiteti che sarebbero rivolti alla matura profittatrice e ai dubbi sulla sanità mentale e morale del ragazzo. Per non parlare di cosa si direbbe se i ruoli fossero capovolti, ovvero ragazza minorenne innamorata di uomo maturo e corrisposta. Certamente, come minimo, la terminologia posta in apertura troverebbe ampia riesumazione. Ritornerebbero pregiudizi sopiti.

Ebbene, di tutto questo parla il romanzo Lei è una grande di Franco Pulcini (edito da EEE-book, 2014), che oltre a narrare delicatamente di un amore tra un diciassettenne e una quarantenne, racconta anche i suoi contrasti. Sensi di colpa dei protagonisti, perbenismo dell’ambiente familiare e sociale che li circonda, ostilità dichiarate o latenti, accuse di gerontofilia, difficoltà a vivere serenamente un amore svincolato e giocoso come tutti gli amori dovrebbero essere. E questo amore sarebbe una scommessa vinta se fosse lasciato libero di esprimersi nella sua pienezza, con i suoi peculiari meccanismi, anche quelli determinati dalla diversa età degli amanti:

“Federico non era un uomo del tutto insopportabile, e forse non era un uomo insopportabile perché non era ancora un uomo. E proprio perché non era ancora un uomo, lei lo sopportava. Anzi lo amava.”

Non racconteremo ovviamente che piega prenderanno le cose e come andrà a finire. Ma il focus del romanzo è proprio questo: quanto siamo liberi dal pregiudizio sessuale?

Pulcini, che è persona seria, colta, docente di storia della musica e quindi profondo conoscitore del melodramma, svolge il suo tema con innumerevoli esempi e riflessioni, inducendoci ad esempio a constatare, pur senza esplicitarlo, come senza il contrasto amoroso non esisterebbe melodramma. Centrale nella narrazione è la descrizione di come il protagoniste assiste e vive la rappresentazione a Vienna dell’opera Rosenkavalier di Richard Strauss su libretto di Hofmannsthal.  Così in Lei è una grande si dipanano tutte le forme narrative del romanzo d’amor cortese: l’innamoramento fatale, i fattori oppositivi, la gioia, il pianto, la malinconia, il tradimento, il prendersi e il lasciarsi. Romanzo prezioso, questo, su un tema “scabroso”, poco trattato, quasi mai analizzato. Sul tavolo anatomico di Franco Pulcini vediamo sezionare una relazione umana, deprivata di pruderie scandalose, perché nulla di scandaloso ci deve essere in ciò che è in ultima istanza profondamente umano.



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