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ROMEO&JULIET, LA NUOVA (SI FA PER DIRE) VERSIONE

Creato il 17 febbraio 2015 da Cannibal Kid
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ROMEO&JULIET, LA NUOVA (SI FA PER DIRE) VERSIONERomeo&Juliet (UK, Italia, Svizzera 2013) Titolo originale: Romeo & Juliet Regia: Carlo Carlei Sceneggiatura: Julian Fellowes Ispirato a: Romeo e Giulietta di William Shakespeare Cast: Douglas Booth, Hailee Steinfield, Damian Lewis, Natasha McElhone, Stellan Skarsgård, Paul Giamatti, Kodi Smit-McPhee, Ed Westwick, Lesley Manville, Tom Wisdom, Nathalie Rapti Gomez, Christian Cooke, Laura Morante Genere: tragico Se ti piace guarda anche: Reign, Un amore senza fine, Romeo + Giulietta
I drammi shakespeariani ispirano sempre delle domande. Non mi riferisco in questo caso a quesiti esistenziali come “Essere o non essere?”. L'ultimo adattamento di Romeo & Giulietta mi ha portato alla mente un'altra domanda. No, nemmeno “Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?” e a dirla tutta le domande sono due.
La prima è: “Serve ancora una nuova versione della storia di Romeo e Giulietta nell'anno 2015, anche se questa in teoria è una produzione del 2013?” La risposta a questa domanda è sì. Il testo di Shakespeare e talmente potente e la vicenda così incredibilmente piena di disperato romanticismo, che ogni epoca ha bisogno di una sua versione. Ogni epoca poi ha la versione che si merita.
E qui giungiamo alla seconda domanda: “Serve un adattamento come il Romeo&Juliet firmato dall'italiano Carlo Carlei?” La risposta a questo secondo quesito è no. Un sonoro NO! Il nuovo (si fa per dire) Romeo&Juliet non è un insulto nei confronti di Will Shakespeare. Tutt'altro. È se mai troppo fedele verso il Bardo. Il suo eccessivo timore reverenziale ha portato alla realizzazione di un adattamento privo di idee, originalità e palle. Non c'è coraggio, in questo timido Romeo&Juliet. Non c'è passione. Non quella che contraddistingue i due protagonisti della tragica storia. E di certo non c'è la fantasia che aveva animato la versione di Baz Luhrmann.
ROMEO&JULIET, LA NUOVA (SI FA PER DIRE) VERSIONE
Ogni epoca ha l'adattamento di Romeo e Giulietta che si merita, dicevamo poc'anzi, e noi cresciuti negli anni Novanta abbiamo avuto la fortuna – o forse appunto il merito? – di poterci gustare un goduriosissimo adattamento post-moderno. Baz Luhrmann ha preso il testo di Shakespeare e ha tenuto i dialoghi originali, proprio come fa anche questa ultima riciclatura cinematografica. Però ha cambiato tutto il contorno: ambientazione contemporanea in una luccicante e glamorous Verona Beach, una colonna sonora bomba con alcuni dei gruppi più cool del periodo (Radiohead, Garbage, Cardigans e molti altri), ha aggiunto colore, umorismo, soluzioni inaspettate, come il Mercutio trans interpretato da Harold Perrineau. Inoltre ha compiuto una scelta di cast fenomenale accaparrandosi come protagonisti quelli che poi si sarebbero rivelati due dei migliori attori della loro (o meglio della mia) generazione: Leonardo DiCaprio e Claire Danes. Baz Luhrmann ha preso Shakespeare e l'ha trasformato a sua immagine e somiglianza.
Romeo&Juliet versione Anni Zero non fa niente di tutto questo. È una trasposizione per carità impeccabile, con una sua certa raffinatezza formale, ma allo stesso tempo del tutto anonima, dell'opera shakespeariana. Che utilità può avere quindi un adattamento del genere? Nessuno. O forse giusto uno. Far riflettere sui tempi in cui viviamo. Tempi in cui non si ha più il coraggio di sperimentare come negli anni '90. Il coraggio di rischiare, perché la versione di Baz Luhrmann è una rilettura assai coraggiosa che all'epoca dell'uscita aveva ricevuto critiche anche feroci.
Il Romeo&Juliet di oggi è invece una versione precisina e pulitina come i suoi due protagonistini. Persino troppo bello per essere vero lui, Romeo, al secolo Douglas Booth, nuovo idolo delle teenagers di recente visto anche in Posh e in Noah. In quest'ultimo aveva la parte di Shem, il tipo che si faceva Emma Watson. Chiametelo Shem... Una battuta come questa dove altro la trovate, se non su Pensieri Cannibali? Manco al Festival di Sanremo, ve lo dico io.
Tornando al film, Giulietta è invece Hailee Steinfield, la bimbetta de Il Grinta, 3 Days to Kill e Tutto può cambiare, bravina ma anche un pochino freddina. Due protagonisti che insieme non hanno alcuna alchimia e non riescono a coinvolgere emotivamente. Considerando che la storia di Romeo e Giulietta è già stra nota, i due protagonisti e la loro intesa possono fare la differenza. Questa volta in negativo.

ROMEO&JULIET, LA NUOVA (SI FA PER DIRE) VERSIONE

"Giulietta, sposami!"

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"Oh Romeo, sai che c'è? Si è fatto improvvisamente molto tardi."


Non molto convincenti nemmeno i comprimari: Damian Lewis, strepitoso in Homeland, come padre di Giulietta appare del tutto fuori luogo; Paul Giamatti è sprecato, Ed Westwick fa troppo Gossip Girl e poco Shakespeare Boy, Laura Morante compare a mala pena e direi per fortuna, meglio allora Natasha McElhone e soprattutto Kodi Smit-McPhee, giovane attore dal volto inquietante sempre più promettente già visto in The Road, Blood Story e The Congress.
ROMEO&JULIET, LA NUOVA (SI FA PER DIRE) VERSIONE

Del tutto incapace di lasciare il segno è poi la regia del “nostro” Carlo Carlei, uno che d'altra parte in curriculum vanta cose memorabili come Fluke e le fiction Padre Pio e Ferrari. Nonostante la firma italiana, la pellicola è girata nella lingua di Shakespeare, e non è un modo di dire, visto che il suo testo è ripreso pari pari. Con un film come Romeo&Juliet non ci si può allora nemmeno incazzare più di tanto. Non si può dire la solita frase: “Il Bardo si rivolterebbe nella tomba”, perché è una versione rispettosissima. Terribilmente rispettosa verso Shakespeare, per nulla rispettosa verso il pubblico, almeno quello che da una nuova versione di Romeo e Giulietta si aspettava qualcosa di anche solo vagamente nuovo.

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