La Regione Umbria non può essere solo spettatrice nella grave ed inquietante vicenda della Banca Popolare di Spoleto.
Quella dalla BPS appare sempre più come un “affaire” che ha solo come vittime gli azionisti della Banca e i soci della Credito e Servizi oltre, in generale, l’economia di tutta la regione che ha duramente pagato i travagli dell’Istituto bancario.
E’ ormai evidente che all’ombra della BPS si è battagliato tra poteri forti e in qualche modo anche oscuri.
La Regione dell’Umbria deve acquisire un ruolo a difesa degli interessi di chi, prevalentemente umbri, ha riportato grave danno da una vicenda che ormai vede tra gli inquisiti nomi eccellentissimi. La Regione non può scartare l’ipotesi, dopo la fase istruttoria, di proporsi parte civile a difesa di tutta la società regionale.
Il Fatto:
Inchiesta Bps: atti Procura Spoleto, Visco indagato
L’iscrizione nel registro degli indagati di Ignazio Visco è confermata da atti della procura di Spoleto. Da un certificato di “comunicazione d’iscrizione a registro” di una parte offesa, di cui l’ANSA ha copia, emerge che Visco è indagato dal 28 gennaio 2015 per concorso in corruzione, abuso d’ufficio e truffa, e “infedeltà a seguito dazione o promessa di utilità”.
Già prima del commissariamento della Banca, avvenuto nel febbraio 2013, la popolare di Spoleto – ora al centro di una inchiesta che coinvolgerebbe il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco – è finita nel mirino della Procura. I pm hanno indagato alcuni ex amministratori – tra i quali l’ex presidente Giovannino Antonini – funzionari dell’istituto e imprenditori dell’area umbra.