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E' scomparso anche (e sottolineo "anche" perchè da alcuni anni è in corso una vera e propria mattanza di rockstar, vuoi per ragioni anagrafiche vuoi per stili di vita eccessivi) RONNIE MONTROSE.
Ne parlavo pochi giorni fa per citare indirettamente Sammy Hagar, adesso che i Van Halen stanno riprendendo in mano fan e classifiche con David Lee Roth. Per dire che comunque Sammy Hagar era un bel sentire, anche se coi Van Halen non c'è mai entrato una beata fava, apparentemente.
Apparentemente perchè guardacaso Sammy Hagar era il cantante perlappunto dei Montrose, il cui debut album omonimo del 1973 rappresentava il massimo debut album dell'hard rock americano PRIMA che uscisse Van Halen I.
Ed entrambi i dischi curiosamente (ma non casualmente) furono prodotti da Ted Templeman e con il deciso contributo del sound engineer Donn Landee.
Ronnie Montrose era un chitarrista dallo stile rodato da anni di session man work (Boz Scaggs, Van Morrison...non certo gente hard & heavy), dal suono incendiario e deragliante quanto basta per fungere da prezioso modello per schiere di guitar-heroes venuti dopo di lui. A me è sempre parso un pericoloso incrocio tra Jimmy Page, Paul Kossof e Ted Nugent, ma con una dose di adrenalina se possibile maggiore.
Oggi purtroppo Ronnie non c'è più, oggi in cui superficialmente tutti (me compreso) si ricordano dei Montrose come della band che lanciò la carriera luminosissima del biondo Hagar e non come di uno dei progetti di maggior impatto sonoro capitati negli anni 70.
Oltre alla glamster Bad Motor Scooter da me postata, sentire anche "Space Station # 5" (con tematiche sonore che anticipano di almeno 5 anni la New Wave of British Heavy Metal) e "Rock Candy" (un mid tempo capostipite di tanti altri mid tempo, uno per tutti I love rock and roll) per capire meglio le loro potenzialità. Una band veramente ricca e completa di talento (oltre a Sammy Hagar c'erano anche anche l'ottimo batterista Danny Carmassi, poi nei Whitesnake, e il bassista virtuoso Bill Church) che non ebbe fortuna e che non riuscì mai a bissare l'eclatante debutto.
Oggi però piangiamo tutti Ronnie, anima e core della band, un chitarrista che ha veramente lasciato il segno.
Rest in peace man.
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