Ronza l'ape, ancora ronza.

Da Laperonza

Non mi piace l’autocelebrazione e l’autocompiacimento, preferisco l’autocritica. Purtroppo però talvolta si rende necessario sottolineare quello che si fa perché altrimenti, chi in mala fede o chi con la mente annebbiata da passioni e fedi varie, si vede ed evidenzia i lati negativi (e ce ne sono a pacchi, ne sono consapevole) trascurando più o meno volutamente quelli positivi. Così parlo - e lo faccio di rado – di questo blog nato quasi quattro anni fa e che, nel tempo, si è ricavato un piccolo spazio nell’infinito spazio della rete, un piccolo spazio che parla sì di politica e attualità generale, che qui chiamiamo macrocosmo, ma anche del microcosmo costituito dalle vicende legate al nostro territorio e, in particolare, della città di Montegranaro.

Particolarità di questo blog è anche di essere scritto da una sola persona, il sottoscritto. Spesso ospito altre penne e lo faccio con piacere ma la pagina rimane uno spazio di riflessioni personali condivise con chi le voglia condividere. È in quest’ottica che il blog è nato e si è sviluppato: non mi sono mai piccato di possedere verità, mi limito a dire il mio pensiero su determinati argomenti, ci ragiono e a volte cambio anche idea. Godo quando al mio ragionamento si aggiunge un dibattito, godo ancor di più quando questo ragionamento viene condiviso e porta conseguenze reali.

Senza falsa modestia posso dire che, di conseguenze reali, l’Ape talvolta ne porta, non fosse altro che per il fatto degli oltre 10.000 contatti medi mensili che vengono a leggere cosa c’è scritto in queste pagine. Non citerò i casi specifici, ma mi piace pensare che alcuni ragionamenti partiti da qui siano stati condivisi in diversi ambiti e, in qualche modo, abbiano contribuito a creare un’opinione comune su certi argomenti e anche a causare qualche cambiamento.

La prova di quanto sopra arriva da diversi riscontri, ma soprattutto si manifesta per mezzo di alcune reazioni. Capita spesso, infatti, che qualcuno si incazzi. Nei nostri paesini le lingue ballano la mazurca, lo sappiamo bene, per cui se arriva al mio orecchio una qualsiasi cattiveria vuol dire che in giro ce ne sono quantità industriali. Ci sta, anzi, quasi mi fa piacere, anche se preferirei un confronto costruttivo e intelligente, che talvolta si verifica ma troppo spesso no. Ho saputo di discussioni su articoli apparsi su questo blog postati, ad esempio, su gruppi più o meno segreti di Facebook con commenti poco lusinghieri. Ho saputo di “sottili” sarcasmi e di battute velenose. E anche questo mi fa piacere. Perché, vedete, se qualcuno si incazza per quel che dici, o l’hai sparata grossa e allora sarebbero in molti ad agitarsi e non soltanto qualcuno, oppure ci hai più o meno azzeccato. Una volta si diceva “tanti nemici tanto onore”. Farei volentieri a meno di entrambi ma mi sa che non posso.

Il punto è che fa piacere leggere di una polemica che condividi, la fai tua, partecipi, la fai anche crescere. Ma poi quando ne leggi un’altra che non condividi affatto e che, magari, ti induce a riflettere su qualcosa che per te è un punto fermo, allora vorresti che non fosse mai stata scritta, prenderesti a schiaffi l’autore e faresti chiudere la pagina, dimenticandoti che è la stessa pagina di prima, quella che ti aveva soddisfatto. Ricevo molte segnalazioni, molti mi chiedono di parlare di questo o quello. Io parlo solo di argomenti che sento, non scrivo a comando. Così, quando mi giungono critiche su quello che scrivo le analizzo, ci ragiono, e se sono costruttive e non i soliti insulti le pubblico e magari torno anche sui miei passi. Ma nessuno può dirmi cosa scrivere o cosa non scrivere.

Ne arrivano scatoloni, di insulti, solo che non li pubblico. Sono stato costretto a moderare il blog perché se dovessi pubblicare tutti gli insulti che ricevo (sempre dalle stesse poche decine di persone, che cambiano nome ma hanno lo stesso ID) farei un blog di parolacce e di deliri. Mi telefonano per dirmi di cosa parlare e cosa non parlare. Un politico mi chiamò mesi fa per protestare su un mio articolo, minacciandomi di “denunce” e dicendomi che, quando scrivevo su quel determinato argomento, prima dovevo chiedere a lui. Qualcuno, tempo addietro, addirittura segnalò il mio blog ai Carabinieri e fui convocato in caserma per dare spiegazioni. Altri, dediti alla politica, si limitano a fare battutine da scaricatori di porto su Facebook. Taccio su alcuni (pochi) tifosi sportivi e sui loro metodi.

Direi che è normale, anche se a volte, lo confesso, tutto questo ti scoraggia. Perché, vedete, non mi aspetto apprezzamenti, non mi aspetto applausi: quello che faccio lo faccio perché mi piace farlo e lo farei anche se a leggerlo siano in 12 e non in 12.000 come nell’ultimo mese. Però la pochezza della gente a volte è deprimente, il loro opportunismo e la loro falsità sono sconfortanti. A volte mi prende la tentazione di chiuderlo, ‘sto blog. Ma per ora lo porto avanti. Lo faccio per me, perché mi fa star bene. E se a qualcuno dispiace me ne farò una ragione. E se a qualcuno invece piace ne avrò soddisfazione.

Luca Craia


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :