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Room in Rome – com’è poetico il sesso lesbico

Creato il 19 gennaio 2011 da Soloparolesparse

Mamma mia cos’ha fatto Julio Medem!
Uno si appresta a guardare Room in Rome e conoscendone la trama si aspetta di vedere due splendide ragazze nude impegnate in una notte di sesso esagerato e invece…

Invece Room in Rome è un’affresco così pieno di poesia e di simboli da restarne affascinati (oltre che naturalmente un film in cui si vedono due splendide ragazze nude impegnate in una notte di sesso esagerato).

Natasha e Alba si incontrano in un locale di Roma e rimangono così affascinate l’una dall’altra da decidere di passare la notte (l’ultima loro notte a Roma) nella stanza d’albergo di una delle due. Poi torneranno la prima in Russia, la seconda in Spagna.

L’unica notte a loro disposizione si trasforma nell’occasione per liberarsi dei pregiudizi e per lasciarsi andare alla passione vera.
Ma è anche il momento giusto per raccontarsi le proprie vite (nascoste da veli di bugie) e i propri sentimenti, per socprire infine che il loro non è certo solo sesso.

Giuro che potrei parlarvi per ore di questo piccolo gioiello di passione e poesia.
Pieno di erotismo (ovviamente) ma anche di sensualità e di dolcezza estrema. Di passione e di gioiosità di amore vero e di sentimenti forti, di rabbia, di delusioni di una vita, di riscatto.

 Molto viene fuori dai racconti che le due ragazze fanno delle proprie vite. Bugie molto vicine alla verità per proteggersi inizialmente… per poi arrivare a rivelazioni che non hanno mai fatto ad altri. Un film pieno di mistero, anche.

E tanta parte ha Roma (che pure praticamente non si vede), la sua storia, il Rinascimento italiano che fa da sfondo e filo conduttore.
E poi il fascino delle lingue.
Il film in lingua originale è parlato in italiano, in russo, in spagnolo e i inglese… e l’insieme è un crogiuolo di vite.

Poi tanta poesia, nel contatto dei corpi nudi, in quei baci, nella pelle accaldata.
La poesia è l’amore di una notte, così intenso e vero da cambiare due vite.
E fate attenzione perchè che questo sia un amore lesbico è davvero solo un caso… è evidente che solo di amore si tratta, non di trasgressione.

Room in Rome – com’è poetico il sesso lesbico

E vogliamo parlare dei simboli?
La stanza scura, i dipinti sui muri.
E per contrasto quel bagno così bianco e gli accappatoi altrettanto bianchi delle due ragazze, simbolo della purezza di quell’amore, della mancanza completa, assoluta del peccato (a prescindere da quali sinao le storie parallele e pregresse delle due ragazze).
E ancora quel cantare “Volare” a squarciagola sotto la doccia. Gioia pura e momento vero di liberazione, di libertà

Note tecniche.
Splendida la circolarità che racchiude il film. L’inquadratura iniziale della via vuota in cui appaiono le due ragazze (che già parlano tra loro) continua con un unico movimento di macchina che si alza, diventa verticale, entra nella stanza (terzo protagonista del film) e aspetta le due ragazze.
Ed allo stesso modo si conclude il tutto con la macchina da presa che fa il percorso inverso.

E chiudo con lo splendore fisico di Elena Anaya e Natasha Yarovenko, sensuali, affascinanti, coinvolgenti e bravissime a reggere un intero film (sono sempre entrambe in scena) in cui per altro sono quasi sempre completamente e naturalmente nude.
La presenza di Enrico Lo Verso è una piccola perla che avrebbe forse meritato un interprete più caratterista.

Sufficiente?
A me sembra di sì.
La speranza è che il film arrivi in Italia e che i nostri distributori non si tengano alla larga da Room in Rome guardando la locandina.

 


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